FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3943541
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Legge di Bilancio, i 5 milioni in più per i dottorati di ricerca tolti alle cattedre Natta

Legge di Bilancio, i 5 milioni in più per i dottorati di ricerca tolti alle cattedre Natta

Confermati i 15 milioni per i dottorati di ricerca, ma cinque milioni sono tolti al fondo per le cattedre Natta. Incertezza sul futuro dei bidelli, ma rispuntano le supplenze

27/10/2017
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Valentina Santarpia

Confermati i 15 milioni per i dottorati di ricerca nell’ultima bozza della legge di Bilancio: a farne le spese sono le cattedre Natta, nate per volontà di Renzi per chiamare ogni anno nel nostro Paese 500 super cervelli, italiani e stranieri, a insegnare, ma poi accantonate dopo la bocciatura del Consiglio di Stato e dopo l’uscita di scena dell’ex premier. Cinque milioni di quei 15 vengono infatti proprio dalla «riduzione del fondo di cui all’articolo 1, comma 207, della legge 28 dicembre 2015, n.208», ovvero la legge di Bilancio del 2015 che prevedeva il fondo Natta, dal nome del nostro ultimo premio Nobel per la chimica. Un passaggio che depaupera quel fondo, che tante polemiche aveva scatenato: ideato per far fronte alla cronica fuga dalle nostre università di docenti (dal 2008 quasi 15 mila, il 20%), il meccanismo era stato fortemente criticato perché creava un percorso parallelo all’Abilitazione scientifica nazionale e con stipendio maggiorato: un’idea costosa (75 milioni di euro) per richiamare in patria i «cervelli» con una procedura d’emergenza che finiva per emarginare il sistema universitario, secondo i 2500 firmatari di un appello a Renzi. Con l’appoggio della Cgil Scuola, nei mesi scorsi era stata lanciata anche una petizione online su Change.org per chiedere che quei fondi venissero utilizzati, invece che per premiare dei super cervelli, per stabilizzare giovani scienziati. Una richiesta in parte accolta, a quanto pare.

60 euro in più al mese

Soddisfatti della norma i dottorandi dell’Adi, in difesa dei precari della ricerca: «I fondi previsti dalla Legge di Bilancio saranno destinati in primo luogo all’aumento dell’importo minimo della borsa di dottorato- spiegano- Con le attuali cifre, l’aumento della borsa di dottorato si attesterà intorno ai 60 euro mensili, permettendo così di compensare l’erosione dovuta all’incremento delle aliquote contributive INPS sulla gestione separata, passate in pochi anni dal 27,78% al 33,23%, fino ad arrivare al 34,23% nel 2018». Sembrano pochi, ma su un assegno di circa 1000 euro al mese, quei 60 euro sono un riconoscimento utile.

Le supplenze per i bidelli

E nell’ultima bozza della manovra tornano anche le supplenze per le assenze lunghe degli assistenti tecnico amministrativi: anche se la norma è al vaglio della Ragioneria di Stato. Se confermata, sarebbe una boccata d’aria per il settore degli Ata, bidelli e amministrativi, fortemente penalizzati dalle ultime assunzioni: solo 6 mila, a coprire il turn over. E nessuna certezza fino ad ora delle promesse assunzioni straordinarie, circa 3 mila, richieste dal ministero dell’Istruzione. Nell’ultima versione della legge di Bilancio, che dovrebbe essere pubblicata venerdì 27 ottobre, vengono confermati anche il versamento dei 10 euro per i diritti di segreteria per la partecipazione ai concorsi per docente, l’assunzione di nuovi ricercatori nelle università e negli enti di ricerca- l’ammontare del fondo è di 12 milioni per il 2018 e 76,5 per il 2019, pari a 1500 ricercatori circa)- , e i fondi per le borse di studio, 10 milioni in più.