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«Le scuole diventano parcheggi per alunni»

MILANO Istituti fatiscenti e presidi supplenti

13/11/2010
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il manifesto

G. Sal.
MILANO
«Da noi anche il preside è un supplente e il dirigente amministrativo non è stato nominato. In queste condizioni tutto è bloccato». Michela Fragomeni è mamma e presidente del consiglio d'istituto del comprensivo Locchi nel quartiere Niguarda a Milano e descrive la situazione sempre più drammatica delle scuole pubbliche in Italia.
La mancanza di un preside di ruolo è il vostro maggior problema?
Ne abbiamo talmente tanti. Cominciamo dagli edifici fatiscenti. L'istituto Lochi comprende due scuole elementari e una media. Nel plesso dell'elementare Passerini qualche hanno fa è crollato il tetto di un corridoio, non solo l'intonaco, proprio il tetto. Fortunatamente nessuno si è fatto male. Credevamo che fosse un fatto talmente clamoroso da indurre il comune ad intervenire. E invece ci hanno messo solo una pezza. Ci sono infiltrazioni, gli infissi non tengono più, ci sono classi freddissime. La scuola è costretta per la legge 626 sulla sicurezza a pagare un tecnico che ogni anno stila un bollettino di guerra ma nulla si muove.
E gli altri due plessi?
La media si chiama Cassinis. È un prefabbricato degli anni 70, una struttura che avrebbe dovuto essere provvisoria. I muri sono puntellati, da alcuni pannelli esce lana di vetro. Addirittura era previsto che la scuola fosse demolita e ricostruita. E invece è tutto fermo. Il comune dà sempre la stessa risposta: non abbiamo soldi.
Il ministero dell'Istruzione che fa?
Taglia. Noi vantiamo un credito con il ministero di 300 mila euro che non ci sono stati versati. Ogni anno dobbiamo anticipare fondi che ci sono dovuti ma che non arrivano e questi soldi dall'anno scorso devono essere congelati in un apposita voce di bilancio, non possono essere usati e il timore è che prima o poi vengano cancellati e basta. A quel punto il bilancio che ora è tenuto in attivo da quei crediti sarebbe passivo.
Cosa vuol dire questo?
Che manca tutto. Non solo l'ormai mitica carta igenica. Mancano i soldi per i laboratori, per i detersivi, per pagare le ore di straordinario dei docenti che coprono brevi periodi di supplenze. A quasi tutto devono provvedere i genitori che pagano, imbiancano, sistemano il giardino. A Milano abbiamo creato un coordinamento dei presidenti di consiglio d'istituto e più o meno tutte le scuole sono in queste condizioni e temiamo che sia questa, se non peggio, la situazione anche nel resto d'Italia.
Gli insegnanti?
Sono sempre meno. Da noi quest'anno ne hanno tagliati tre. Una classe è passata dal tempo pieno a 40 ore a 27 ore coperto dall'organico. Le ore scoperte diventano un puzzle con i bambini che passano da un docente all'altro. Ci sono classi su cui lavorano anche 4 docenti, altro che maestra unica. Ovviamente saltano le compresenze, i laboratori, le gite i corsi di recupero. E a pagare sono sempre gli studenti più deboli: gli stranieri e i disabili. Come sempre sono state ulteriormente tagliate le ore degli insegnanti di sostegno. Secondo una disposizione adesso possono anche fare da supplenti. Oppure succede che per gli alunni che non fanno religione non ci sono corsi alternativi e chi li deve seguire se li deve portare in altre classi dove deve fare supplenze. Da noi poi anche il preside è un supplente, per fortuna è un'ottima persona, ma già deve seguire un altro istituto. Insomma siamo allo sfascio, la scuola pubblica così assomiglia sempre di più a un parcheggio dei bambini.


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