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Le scuole aperte per tutta l’estate Ma le lezioni finiranno a giugno

Piano da 250 milioni per gli studenti mentre 9 Regioni sono già in Dad In campo associazioni e insegnanti (con 4-6 settimane di ferie garantite)

04/03/2021
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la Repubblica

di Corrado Zunino

ROMA — La crisi pandemica si fa terza ondata e chiude, insieme alle città, le scuole. Il ministro Patrizio Bianchi prova a ridimensionare la questione, parla di didattica a distanza da attivare «solo in situazioni estreme», ma il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia mandano a casa — ordinanze di ieri per lunedì — tutte le superiori, le seconde e terze medie e gli istituti nelle aree sopra 250 contagi su 100.000. Sono ora nove le Regioni in ferma prudenziale, a cui si aggiungeranno da sabato 25 province. I No Dad d’Italia, e i Cobas, annunciano manifestazioni per domani e sabato in almeno 5 città. La Didattica a distanza, ne sono consapevoli anche in Viale Trastevere, sarà però quotidianità per gran parte del Paese fino a Pasqua, probabilmente oltre. E allora Bianchi fa sapere: «Insieme riapriremo una scuola nuova, che non lascia indietro nessuno».

Per la scuola nuova, che prova a innestare un nuovo apprendimento già nel corso della crisi pandemica, c’è un progetto in formazione e ci sono soldi. Due i grandi temi abbracciati: una rinnovata didattica online — sarà chiamata così, per evitare di evidenziare la conflittualità tra “presenza” e “distanza” — e una lunga fase estiva di recupero. Sì, i cosiddetti recuperi, che in un primo tempo Bianchi aveva ipotizzato attraverso l’allungamento delle lezioni fino al 30 giugno, stanno prendendo un corpo più lungo e articolato. C’è un progetto, che domani diventerà documento da sottoporre al ministro, che ipotizza un ponte da giugno a settembre per offrire agli studenti, scuola per scuola,socialità diffusa, possibilità sportive, per i meno abbienti strutture ricreative, per tutti una didattica leggera e innovativa. Per chi ha debiti scolastici il recupero sarà affidato a strumenti nuovi, all’aiuto degli studenti più grandi, a lezioni mirate e mai frontali.

Ci sono le risorse, sì, per attivare questo post-scuola fine giugno-inizio settembre: 250 milioni, cifra notevole, a bilancio tra la Legge 440 (in supporto all’autonomia scolastica) e i Fondi Pon (di natura europea). Serviranno a finanziare le due questioni (Didattica online e scuola leggera d’estate) e soprattutto a offrire un incentivo ai docenti per il lavoro in surplus che si andrà a richiedere (salve, ovviamente, le ferie di contratto). È previsto un coinvolgimento attivo del Forum delle disuguaglianze Bianchi sta costruendo il perimetro del post-scuola 2020-2021, valido per tutti i cicli, poi saranno i singoli istituti, nella loro autonomia, a scegiere modalità e orario dell’investimento culturale. In Portogallo si è scelto di utilizzare le festività di calendario per recuperare i vuoti didattici, in un Länd tedesco si è deliberata la possibilità della bocciatura decisa dalla famiglia per quegli studenti in ritardo nelle competenze. Che cosa si farà, in Italia, nel corso di questo ponte estivo? Giovanni Biondi, presidente Indire, riferimento del comitato per l’innovazione nominato dal ministro, spiega: «In primavera dobbiamo innalzare subito la Didattica online, ed è possibile, in estate costruire un nuovo tipo di insegnamento. Entrambe le cose resteranno per settembre e consentiranno agli studenti di recuperare senza pesi, che in questo momento non sono in grado di portare». Esempi? «Per far crescere le lezioni al computer non serve migliorare la tecnologia, ma offrire ai docenti la galleria di idee che già sono state applicate in scuole innovative. A distanza non è utile spiegare Leopardi per un’ora e interrogare il giorno dopo, meglio stimolare gruppi di ragazzi alla costruzione di una propria antologia e a un’autovalutazione. È necessario non siano più passivi davanti a un computer. Anche il tempo va scomposto in maniera diversa, online è meglio dedicare mattine intere a una sola disciplina affrontandola da diversi punti di vista». Per l’estate? «Serve un’attività di rinforzo delle competenze, ma non classiche ripetizioni. Lezioni all’aperto, raccordi con il Terzo settore. Coding e informatica, così difficile da impartire via computer. Laboratori di scrittura e di lettura, collaborazioni tra studenti per far crescere le lingue. Si possono costruire favole con Minecraft, il videogioco più usato al mondo. Come Indire abbiamo 400 oggetti realizzati dagli enti di ricerca italiani e subito spendibili per nuove forme di insegnamento. Basta andare a prenderli». Aggiunge Bianchi: «Non si tratta di recuperare le ore, ma i contenuti, che vanno visti persona per persona».