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Lavoro, rottura governo-Cgil E' scontro anche nel sindacato

Repubblica.it Berlusconi propone alle parti sociali un ddl sull'articolo 18 Cofferati: "Potremmo indire un nuovo sciopero generale" Lavoro, rottura governo-Cgil E' scontro anche nel sindacato C...

01/06/2002
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Repubblica.it

Berlusconi propone alle parti sociali un ddl sull'articolo 18
Cofferati: "Potremmo indire un nuovo sciopero generale"
Lavoro, rottura governo-Cgil
E' scontro anche nel sindacato
Cisl e Uil disponibili al confronto. A rischio l'unità sindacale
Il leader della maggiore confederazione: "Un testo pronto prima"

ROMA - Doppia rottura sul tema del mercato del lavoro. Alla fine della riunione fra le parti sociali a Palazzo Chigi, il governo ha firmato con Cisl e Uil un verbale d'intesa che apre la strada a quattro tavoli di confronto, su politica fiscale, economia sommersa, Mezzogiorno e lavoro. Il documento non è stato firmato dalla Cgil, che si è detta pronta a dialogare su tutti i temi tranne l'ultimo e ha duramente criticato l'apertura degli altri due sindacati. Al momento della firma Cofferati si è alzato e ha detto: "Presidente, ci risparmi questa pena. Questo è un testo palesemente preparato e concordato prima tra i suoi collaboratori e qualcun'altro". Una pesantissima accusa rivolta a Cisl e Uil. L'unità sindacale sembra sempre più a rischio.

La rottura ancora una volta si è consumata sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che prevede il reintegro dei licenziati senza giusta causa. Silvio Berlusconi ha proposto la creazione di tavoli di confronto separati sui temi della riforma fiscale, del sommerso, del Mezzogiorno. Il premier ha poi detto di voler creare un quarto tavolo, quello in cui dovrebbero confluire i punti più controversi della legge delega per la riforma del mercato del lavoro (cioè la 848), compreso il tema della riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il risultato di questo quarto tavolo, nelle intenzioni del peremier, dovrebbe essere un disegno di legge.

Ma la Cgil non accetta il compromesso e torna a chiedere lo stralcio dell'articolo 18 da ogni forma di trattativa. "E' irrilevante lo strumento, - ha dichiarato Sergio Cofferati - la Cgil non è disponibile a nessuna discussione sull'articolo 18. La Cgil non parteciperà a nessuna trattativa sul mercato del lavoro. L'articolo 18 va mantenuto così come è". Cofferati ha poi sancito la distanza dalle posizioni di Csil e Uil (che hanno tenuto conferenze stampa separate): "Le altre organizzazioni sindacali hanno fatto altre considerazioni - ha spiegato - noi ne prendiamo atto. Ma consideriamo la scelta di avviare un negoziato un grave errore". "La Cgil considera utile anche il ricorso allo sciopero generale come strumento di lotta", ha poi concluso.

Per il segretario della Uil Luigi Angeletti, un nuovo sciopero non serve, poichè il sindacato ha già vinto la partita e la proposta del governo sull'articolo 18 è di fatto uno stralcio. "Il sindacato - ha detto - quanto fa uno sciopero deve ottenere un risultato. Non abbiamo perso. Se avessimo perso il governo non avrebbe stralciato le modifiche all'articolo 18. Cofferati fa un grave errore politico. Non è credibile che la moltiplicazione degli scioperi farà avere risultati migliori".

Sullo stesso tono le parole di Savino Pezzotta. "Formalmente c'è stato lo stralcio", ha detto il segretario della Cisl. "Ma il problema non è lo stralcio - ha concluso - piuttosto è importante che sia stata tolta dal tavolo una questione, ma si tratta di uno stralcio a tutti gli effetti".

Da parte sua, il premier sottolinea che l'apertura sull'articolo 18 non è una resa. "Non è uno stralcio, ma una
separazione temporale - ha detto Berlusconi - indica la volontà del governo di dialogare con le parti".

Nei piani del governo le discussioni sui quattro tavoli dovranno terminare entro il 30 giugno e avranno una tappa intermedia il 18 giugno quando ci sarà una verifica: i contenuti dell'eventuale accordo sarebbero poi recepiti in un disegno di legge.

(31 maggio 2002)


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