La supplentite? Con la riforma ridotti i precari soltanto del 6,3 per cento

Niente da fare: i supplenti restano e tanto, come anticipato negli ultimi mesi. Resteranno delusi quanti avevano creduto alla promesse della riforma Renzi detta la Buona Scuola. In tutto lo scorso anno (2016) i supplenti sono stati 141.996, erano 151.605 nel 2014 prima dell’approvazione delle nuove regole e della sanatoria che ha immesso a tempo indeterminato circa 100 mila insegnanti. I numeri dei supplenti sono dunque calati di 9609, il 6,3 per cento del totale dei contratti a tempo determinato della scuola. Sono i dati della Ragioneria Territoriale dello Stato che ha pubblicato il conto annuale 2016: per il comparto scuola li ha estrapolati Orizzontescuola. Il numero del personale a tempo indeterminato dal 2014 è cresciuto di 46.476 unità, passando da 1.038.606 a 1.085.082 unità, si tratta dell’aumento determinato dalla sanatoria sulle graduatorie, dopo aver sottratto le immissioni che comunque ci sarebbero state a causa del turn over, cioè del pensionamento degli insegnanti. Il flop dei numeri che riguardano tutto il comparto scuola si spiega in parte con il fatto che non tutti i settori sono stati toccati dalla riforma (materne e personale Ata) e che parte degli assunti con il piano straodinario sono andati a coprire il turn over.

I «vecchi» prof

Dai dati della Ragioneria si evince anche un altro dato: non è diminuital’età media del personale della scuola: dal conto annuale si evince che l’età media è rimasta la medesima, ossia di 50,6. Poco finora ha fatto in termini di età il concorso del 2016, anche se molti vincitori di cattedra ancora dovranno attendere il prossimo anno scolastico per essera assunti.