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La storia siamo di nuovo noi

Il ministro dell’Istruzione Fioramonti ha firmato il decreto che reintroduce la materia nella prova scritta dell’esame di Stato Riprendendo il manifesto lanciato da Giardina, Camilleri e Segre

22/11/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

a Storia torna alla Maturità. Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, dopo averlo detto a Repubblica un mese fa, ieri pomeriggio ha firmato un decreto ministeriale che rende la notizia un atto per la scuola . La traccia storica per il tema di Italiano, la prima prova che in questo anno scolastico sarà affrontata il prossimo 17 giugno, viene ripristinata. Il movimento di intellettuali — a partire da Luciana Segre, Andrea Camilleri e Andrea Giardina —, abbracciato da questo giornale e rilanciato da docenti e studenti, ha fatto breccia. In un’epoca di ignoranze in classe e revisionismi in strada, togliere la traccia storica si è dimostrato un errore. L’ex ministro leghista Marco Bussetti aveva interpretato in questa direzione una riforma più complessiva di Valeria Fedeli sostenendo che il tema storico era, in verità, l’ultimo tra le scelte dei maturandi.

Ecco, la Storia tornerà ad essere presente in una delle tre tracce della "tipologia B", quella che chiede agli studenti di analizzare e produrre un testo argomentativo. Non sarà più la commissione tecnica del ministero, che prepara appunto le prove per la Maturità, a scegliere se dare spazio all’ambito storico o no. Un anno dopo Fioramonti recupera le vecchie consuetudini e spiega: «C’è stata una mobilitazione di intelligenze che ha aperto un dibattito importante sul ruolo dell’insegnamento della Storia nella formazione dei nostri ragazzi. La scuola non è un mondo chiuso, ma permeabile alle idee e alle proposte della società civile. Proporre anche una traccia storica nella prova scritta di Italiano non cambia l’esame, offre una possibilità in più, una possibilità importante che conferma il valore della conoscenza del passato per preparare al meglio il futuro. Partiamo con il tema di Storia per avviare un percorso che vuole rafforzare lo studio di questa disciplina nelle scuole di ogni ordine e grado, in maniera innovativa ed efficace». Già alcune università italiane si sono mosse istituendo veri e propri corsi di recupero della materia per gli iscritti di queste stagioni.

C’è una seconda novità nella Maturità 2020, e questa è una soppressione. L’avvio dell’orale non sarà più dettato dalla scelta delle tre buste, copyright sempre di Marco Bussetti. Si torna a una scelta di temi pescati dal programma scolastico e serviti all’esaminando con una domanda classica, senza estrazioni a sorpresa. Ancora Fioramonti: «Abbiamo fatto un’analisi e, quindi, deciso di togliere dall’esame di Stato gli elementi di stress aggiuntivi. Non servono i trabocchetti, gli studenti devono essere messi nelle condizioni di dimostrare quanto valgono. Le buste all’orale erano un inutile ostacolo, un elemento di disturbo. L’avvio del colloquio non sarà più un sorteggio da lotteria, la commissione sottoporrà allo studente una poesia, un elaborato, una raffigurazione e l’esaminato potrà iniziare l’esposizione e i collegamenti tra le materie». Il colloquio, ecco, partirà dall’analisi dei materiali preparati dalla commissione d’esame e proposti nel giorno dell’esame dal presidente: «Il sistema delle buste richiede tempo e risorse. Ho pensato di alleggerire il lavoro delle commissioni che, così, potranno dedicarsi all’esame vero e proprio». Nella prossima prova non rientrerà, invece, la tesina, elaborato preparato dagli stessi studenti su un argomento largo che abbracciava diverse discipline. Resta, invece, la doppia prova per i "secondi scritti": il Latin- Greco al Liceo classico e la Mate- Fisica per lo Scientifico.

In avvio di governo il ministro Fioramonti aveva assicurato che non avrebbe toccato la Maturità, istituto saccheggiato ad ogni cambio in Viale Trastevere. Non è stato così. «Abbiamo fatto una correzione di rotta, con interventi solo formali che rispettano la struttura del colloquio e l’organizzazione dei tempi di preparazione dei ragazzi», ha voluto spiegare Fioramonti che, nel corso della chat con Skuola.net, ha rivelato di aver preso 60/60 nel 1996 (oggi si valuta in centesimi) ed essersi poi laureato in Filosofia all’Università di Tor Vergata con 110 e lode.

Le due novità ora proposte dal ministro, va detto, sono digeribili dagli studenti di quinta nell’arco dei prossimi sette mesi. «L’esame di Maturità », ha concluso Fioramonti, «è un passaggio fondamentale non solo di studio ma anche della vita. Segue il raggiungimento della maggiore età, accompagna l’ingresso in quella adulta. Ai maturandi suggerisco con il cuore di prepararsi e di affrontare lo studio con passione».


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