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La Stampa-Sindacati a Perugia Diecimila per la pace

Sindacati a Perugia Diecimila per la pace Cofferati: "In Medio Oriente riconoscere due Stati per due popoli" Sfila il "Polo della solidarietà", tra lavoratori, terzomondisti, no global in...

21/04/2002
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La Stampa

Sindacati a Perugia Diecimila per la pace
Cofferati: "In Medio Oriente riconoscere due Stati per due popoli" Sfila il "Polo della solidarietà", tra lavoratori, terzomondisti, no global

inviato a PERUGIA

Diecimila persone in corteo per un Medio Oriente di pace. Nonostante la pioggia hanno sfilato contro l'"occupazione illegale dei territori palestinesi" e gli attentati suicidi che "colpiscono indiscriminatamente i civili israeliani". La periferia di Pian di Massiano, vicino allo stadio Curi, si è unita alla centralissima piazza IV Novembre attraverso un ponte di bandiere rosse dei sindacati e variopinti striscioni "stop alla guerra". Dal palco, sotto il diluvio, Cofferati, Pezzotta e Angeletti hanno chiesto una forza di interposizione tra le parti che consenta la tregua e la sicurezza di entrambi i popoli. Per Cgil, Cisl e Uil la soluzione all'eccidio in Terrasanta sta nel riconoscere a palestinesi ed israeliani gli stessi diritti e la stessa dignità. Un obiettivo-chiave che richiede "iniziative coerenti dell'Europa, degli Stati Uniti e della comunità internazionale". "Tentare in ogni modo di fermare i massacri" è stata la parola d'ordine lanciata da Pezzotta; "Si attivino l'iniziativa politica e l' attività diplomatica ed umanitaria", ha rilanciato Cofferati. Il segretario della Cgil, dal palco di piazza IV Novembre, ha anche detto che fino ad oggi "è stata insufficiente l'azione del governo italiano, come quella di tutta l'Unione europea", ha bocciato il piano Marshall proposto dal governo ("Non capisco di cosa si tratti"). Ha spiegato la sua idea: "Ciò che occorre ora è una cooperazione forte, politica e diplomatica, insieme all'invio di una forza di interposizione". La manifestazione di ieri ha seguito due registri, uno ufficiale, "a cielo aperto", con lo sguardo rivolto alla Palestina, l'altro sottotraccia e sussurrato da "fronte interno". Nelle retrovie del serpentone per il Medio Oriente, infatti, i firmatari della Tavola della pace hanno cementato alleanze impensabili fino a pochi mesi fa. E' già pronto il nome, "Polo della solidarietà". C'è già un'accoppiata di leader, Sergio Cofferati e Romano Prodi, più un padre nobile, padre Alex Zanotelli, il missionario appena tornato dall'Africa per riunire le tante anime del terzomondismo italiano. Più che un progetto è un sentimento comune, una prospettiva ideale che mette assieme movimenti anti-liberisti e realtà ecclesiali, mondo sindacale e associazioni di volontariato, Papa-boys e gruppi pacifisti, comunità cristiane di base e ambientalisti, terzo settore ecclesiale e forum no global, congregazioni religiose (Saveriani, Comboniani) e centri sociali. Sotto gli stemmi pacifisti, nella terra di San Francesco, si è stretto un patto che si legge pure sui volti fiduciosi dei manifestanti. Accanto, c'è l'entusiasmo di chi "sui valori e la coesione morale del paese", osserva il "numero due" della Cgil Epifani, si scopre simile all'avversario di ieri. Nell'arcipelago della "Tavola della pace" i cattolici parlano di Terrasanta, i movimenti laici e i sindacalisti post-comunisti di Medio Oriente, ma nella sostanza condividono la medesima impostazione: "Due popoli, due Stati". Spiega don Alessandro Santoro, guida spirituale delle comunità di base: "Rete Lilliput, Social forum, sindacati e movimenti stanno imparando a parlare l'uno la lingua dell'altro in una sorta di Pentecoste laica".


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