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La Stampa-Scuola, decolla la riforma In arrivo 50 mila "primini"

DEFINITIVA APPROVAZIONE DEL GOVERNO AL PROGETTO MORATTI: SUBITO IN PARLAMENTO, A SETTEMBRE SI COMINCIA Scuola, decolla la riforma In arrivo 50 mila "primini" ROMA La riforma de...

15/03/2002
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La Stampa

DEFINITIVA APPROVAZIONE DEL GOVERNO AL PROGETTO MORATTI: SUBITO IN PARLAMENTO, A SETTEMBRE SI COMINCIA
Scuola, decolla la riforma In arrivo 50 mila "primini"

ROMA

La riforma della scuola dovrebbe essere pubblicata in Gazzetta entro luglio così che a settembre si possa partire con l'applicazione a iniziare dalla prima elementare. Nel frattempo nove commissioni riorganizzeranno la macchina scolastica e definiranno i nuovi programmi. Questo prevede l'agenda del ministero dell'Istruzione, dopo che ieri il Consiglio dei ministri ha votato per la seconda volta il ddl Moratti, varandolo definitivamente nel testo già fissato il primo febbraio scorso. La necessità di un secondo passaggio al collegio ministeriale, è legata alla parola "concerto" che, in burocratese, indica il parere necessario che alcuni provvedimenti devono avere da altri soggetti istituzionali prima di essere congedati. Nello specifico, il ministro Moratti ha ottenuto - sia pur faticosamente - l'avallo dalle Regioni, ma non dai Comuni (ancora critici). Entrambi questi enti infatti sono coinvolti nella gestione della scuola che verrà, i primi per essere proprietari degli immobili scolastici e di alcuni servizi, le seconde per avere addirittura delle competenze in materia didattica. Dunque ora la riforma può iniziare il suo corso. Si tratta - come si ricorderà - di una legge delega, che fissa cioè in un articolato essenziale i criteri fondamentali dell'impianto, affidandone poi le norme applicative a successivi decreti del governo medesimo. Si ricorderà anche che proprio questo ricorso alla delega aveva fatto gridare al "colpo di mano", e ancora ieri la Cgil scuola ha tuonato contro quella che ritiene "una brutta legge e una pessima delega", annunciando una raccolta di firme per chiedere ai vertici dello Stato che un simile provvedimento vada discusso e non imposto a suon di maggioranza. Il ministero, per tutta risposta, intende accelerare l'applicazione della riforma per poterne guidare l'avviamento prima della fine della legislatura. L'obiettivo è di iniziare dalla prima elementare fin dal prossimo settembre, ma perché questo possa avvenire bisogna rispettare una severa tabella di marcia. Dalla prossima settimana - per esempio - la legge delega deve approdare in Parlamento per il normale iter. Subito dopo Pasqua il ministro Moratti insedierà nove commissioni che - mentre il Parlamento esamina la norma - preparino i contenuti della nuova scuola. Una commissione si occuperà degli "orientamenti" (cioè dei programmi) della scuola d'infanzia, una di quelli delle elementari, una delle secondarie inferiori (le medie), due commissioni analizzeranno i programmi delle superiori per i vari indirizzi, una commissione riguarderà specificamente l'istruzione artistica e musicale. Le restanti tre commissioni affronteranno - rispettivamente - le questioni finanziarie, quelle relative alle strutture e all'edilizia, e infine quelle normative. I lavori dovranno concludersi entro luglio in maniera che a settembre si possa passare alle vie di fatto. E' importante soprattutto, che siano pronti i provvedimenti sulle elementari, che con l'anticipo delle iscrizioni potrebbero subire un afflusso di 40-50 mila "primini" (nati entro febbraio `97). Inoltre, sempre per le elementari, bisognerà riorganizzare la didattica tenendo presente la figura dell'insegnante "prevalente", quello cioè che sta con i bambini 20 ore sulle 24 complessive di lezione. Ma questa marcia trionfale trova sul suo percorso una opposizione assai agguerrita. "Il diritto ad imparare di più è come l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, è un diritto simbolo dell'Italia democratica, e non può essere cancellato" - ha commentato l'ex ministro Luigi Berlinguer, bocciando il ddl Moratti - "quella che abbiamo sotto gli occhi non è una riforma, ma solo un ritorno al passato, con qualche verniciatura scopiazzata dalle leggi recenti. Il punto centrale resta la riduzione dell'offerta formativa: meno istruzione per tutti, ridotti gli organici, ridotte le ore, ridotti gli anni di obbligo".
Raffaello Masci


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