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La Stampa-"Non fate fuggire quei docenti"

"Non fate fuggire quei docenti" I presidi: vogliamo certezze sul nostro futuro DOCENTI in fuga dagli istituti professionali prossimi al passaggio alle Regioni. L'allarme l'ha lanciato ieri, su...

09/02/2002
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La Stampa

"Non fate fuggire quei docenti"
I presidi: vogliamo certezze sul nostro futuro

DOCENTI in fuga dagli istituti professionali prossimi al passaggio alle Regioni. L'allarme l'ha lanciato ieri, su La Stampa, l'assessore al Sistema Educativo e Formativo della Provincia. E dai dirigenti scolastici dei professionali emerge una profonda preoccupazione per le sorti di questo tipo di istruzione (oggi 3 anni più 2, per arrivare alla qualifica e al diploma, in futuro, secondo la riforma, 4 più uno propedeutico per accedere all'Università) che il ministro Moratti pensa di affidare alle Regioni. Il bilancio della tentata fuga, comunque, si potrà fare solo dopo la scadenza, il 14 febbraio. Per il 13, intanto, alle 14, i presidi di due tra i maggiori istituti professionali della città, i professori Nicola Sacco del "Giolitti" e Marco Masuelli del "Giulio", hanno invitato i 60 colleghi del Piemonte ad un incontro al "Giolitti", in via Alassio. L'assemblea dei dirigenti (che coordinano un universo di circa 6000 docenti e 60 mila studenti) dovrebbe portare alla stesura di un documento da inviare al ministero dell'Istruzione. "Gli istituti professionali hanno accumulato nel tempo una quantità di esperienze preziose che sarebbe un errore madornale cancellare. Le proposte avanzate tengono poco conto della realtà delle nostre scuole", osserva il professor Sacco. Rispetto ai trasferimenti: "Noi abbiamo docenti eccezionali, motivati, che conoscono la metodologia. Se se ne andassero, sarebbe un'enorme perdita di risorse di qualità delle quali i nostri ragazzi hanno tanto bisogno". Ancora: "Ci confrontiamo sulla situazione. Avremmo però bisogno di ragionare con il Ministero. Con la Regione siamo in ottimi rapporti, ma al momento non può dirci nulla. Noi, comunque, abbiamo ancora la speranza di un ripensamento". Il professor Sacco, che riferisce anche le forti preoccupazioni rispetto ai tagli all'organico funzionale, quello che da anni permette alle scuole di fare progetti mirati, insiste: "Gli operatori aziendali che escono a luglio dalla mia scuola, a settembre hanno già trovato lavoro. Allora, facciamo attenzione a non disperdere energie e professionalità messe insieme in tanto tempo e con fatica". Il preside del "Boselli", Giorgio Maccagno: "Non è che i docenti non vogliano essere regionalizzati, ma vorrebbero sapere. Invece, nessuno sa, quindi tanti tentano il trasferimento: incertezza e precarietà non fanno bene alla scuola e alla didattica. Tra l'altro, non sono nemmeno state consultate le Regioni". Marco Masuelli del "Giulio": "Ci sono situazioni miste, istituti in parte tecnici e in parte professionali. Cosa succederà? In generale, la regionalizzazione, sembrerebbe un progetto difficile da realizzare. Poi, ci sono Regioni che, come il Piemonte, hanno scelto di affidare la formazione professionale alle agenzie. Come risistemare il tutto? Il presidente Ghigo ha assunto una posizione molto prudente...".


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