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La Stampa-NIENTE MUSICA A SCUOLA

NIENTE MUSICA A SCUOLA DIMENTICATO L'ALFABETO DI MOZART IL concetto di obbligo scolastico sembra essere giunto al termine della sua luminosa parabola. Oggi rischia di risultare più un hand...

09/01/2002
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La Stampa

NIENTE MUSICA A SCUOLA
DIMENTICATO L'ALFABETO DI MOZART

IL concetto di obbligo scolastico sembra essere giunto al termine della sua luminosa parabola. Oggi rischia di risultare più un handicap che una risorsa": così si legge nel documento finale del Gruppo Ristretto di Lavoro incaricato dal ministro dell'Istruzione di pensare una radicale riforma della scuola. Valuteranno le famiglie, i professori, gli studenti italiani se la frase è credibile o strumentale, strategicamente fondata o moralmente cieca. Intanto, scorrendo le 62 pagine frutto del lavoro della cosiddetta "commissione Bertagna", s'impara che nella nostra contemporanea "società della conoscenza dove ogni organizzazione è e si fa comunicazione e intelligenza distribuita" non c'è spazio né tempo per la musica. Il suo insegnamento scompare dalla formazione primaria. La lunga battaglia per considerarla una normale materia di studio è perduta. Aveva iniziato Giuseppe Verdi, pochi anni dopo la nascita dello Stato italiano e dell'istruzione obbligatoria, a insistere perché la scuola offrisse ai bambini la possibilità di cantare, di suonare assieme, di apprendere anche questo alfabeto; la riforma Gentile la considerò importante, ma facoltativa; finalmente nel 1962 la musica venne introdotta nell'orario curricolare della scuola media. La riforma Berlinguer-De Mauro s'impegnava a insegnarla dal primo anno delle elementari, accertando le competenze dei docenti. Ora, esce dall'orario del mattino e viene diminuita ad attività pomeridiana; un optional da laboratorio, per le scuole che potranno permetterselo. Anche Mozart deve essere "giunto al termine della sua luminosa parabola". La musica è istruzione e formazione insieme, cultura e tecnica; regala un piacere profondo e condiviso, unisce intelligenze, competenze, affetti diversi: aiuta. Non è un handicap, ma una risorsa, un desiderio profondo che accompagna la vita. Obbligatorio offrire a tutti gli alunni la possibilità di conoscerla.
Sandro Cappelletto