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La Stampa: Lettera del PD a Fioroni più attenzione alle diversità

Una lettera aperta è stata inviata da alcuni esponenti del Partito Democratico al ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, con un invito a rivolgere particolare attenzione alle diversità nelle scuole.

30/12/2007
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La Stampa

ROMA

«In Italia ci sono moltissimi omosessuali, impiegati, manager, spazzini, studenti che sarebbero felici di testimoniare il loro percorso di vita, nelle scuole». Questa in sintesi la proposta di alcuni esponenti del P.D. come Cristiana Alicata, Andrea Benedino, Maurizio Caserta, Nicola Cicchitti, Paola Concia, Alessio De Giorgi, Daniele Garuti, Ivan Scalfarotto e Carmine Urcioli.

«Caro Ministro un giovane omosessuale il più delle volte è solo, e senza alcun supporto sociale: a volte evita di parlare anche con se stesso - si legge nella lettera indirizzata al ministro Fioroni che può essere letta anche sul sito www.imille.org e che è stata inoltrata, per conoscenza, anche a Walter Veltroni e Romano Prodi - un vero cortocircuito esistenziale che avviene proprio nel momento più delicato della propria formazione: l’adolescenza. Per questo riteniamo che sia molto, molto importante che a trattare l’argomento siano anche delle persone che vivono la propria omosessualità con estrema tranquillità e naturalezza. Questo da una parte per insegnare a chi fa il bullo che l’omosessualità non è una perversione o qualcosa che appartiene al mondo dello spettacolo, facendogli toccare con mano la propria normalità, ma anche per consentire al giovane omosessuale di trovare conforto e di trovare il coraggio di essere se stesso».

«Nessuno studio scientifico al mondo ha mai dimostrato che l’omosessualità può essere promossa come un abito alla moda. Quando un ebreo va nelle scuole a parlare di olocausto fa propaganda religiosa? In questi mesi inoltre si è parlato molto, troppo, di omosessualità ma non sempre in modo corretto - si legge ancora nella lettera degli esponenti del P.D. - abbiamo sbagliato tutti. Chi l’ha additata come perversione e malattia, chi ha fatto una battaglia durissima per non riconoscere e addirittura osteggiare il riconoscimento di diritti di base alle coppie omosessuali (in una democrazia occidentale!). Ma anche chi l’ha usata come connotazione di folklore mediatico per caratterizzarsi».

«Ti diamo fin d’ora la nostra disponibilità di compagni di partito a darti una mano per il bene dei giovani in difficoltà - è scritto in conclusione della lettera - e per evitare che tragedie come quelle di Matteo, il ragazzo italo-filippino di Torino, si ripetano».


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