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La Stampa-Internet in classe al posto dei libri

LE OPPORTUNITA' E I LIMITI DEL WEB SU "MONDOSCUOLA" Internet in classe al posto dei libri NON vorrei passare per un luddista del passatismo che tesse le lodi del caro vecchio e polveroso libro...

20/11/2001
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La Stampa

LE OPPORTUNITA' E I LIMITI DEL WEB SU "MONDOSCUOLA"
Internet in classe al posto dei libri

NON vorrei passare per un luddista del passatismo che tesse le lodi del caro vecchio e polveroso libro. Però a certe cose non ci credo: la rete è uno strumento di lavoro, può servire a trovare informazioni spicce buone per mettere insieme un articolo, se uno è bravo può persino rintracciare qualche documento di cui non conosceva l'esistenza. Ma studiare no, studiare è davvero un'altra cosa...". Internet, per qualcuno, è un lavoro, una fede, una realtà totalizzante ed esaustiva. Per questi "qualcuno", la grande Rete sa tutto, vale tutto, serve a tutto. Gianluca Nicoletti, la voce radiofonica di "Golem", è il direttore di Rainet, il portale della Rai che ospita sul web l'informazione di Saxa Rubra e qualcosa di più: i tg, i giornali radio, le notizie, le immagini, gli approfondimenti, tutto ciò che può essere digitalizzato. Gianluca Nicoletti sul web è di casa. Eppure, proprio per lui, studiare con Internet non si può. Al limite, il Web può aggiungere qualche elemento secondario a una cultura già consolidata. Ma i giovani no, per loro è molto meglio partire da dove si è sempre partiti. "Studiare - spiega - significa appropriarsi della conoscenza e degli strumenti per raggiungerla. La Rete? Offre dati, spesso inverificati e inverificabili se non con il metodo empirico del controllo incrociato. Il motore di ricerca non ragiona, parte e tira fuori ciò che qualcuno gli ha messo dentro. Google e Altavista diffondono e ripetono cose già viste, sempre identiche, quando la vera cultura nasce dai ragionamenti eccentrici, dai collegamenti inediti, dal gusto dell'unicità di una ricerca che porta dove nessuno era mai arrivato prima...". Se lo strumento è buono, il metodo è pericoloso, dice Nicoletti. Credere che tutto sia nascosto dentro la Macchina è fuorviante: dà impressioni di facilità e di disponibilità che sono soltanto apparenti. "Quello che si sta imponendo è il trionfo del copia'incolla - dice -. Prendere e mettere insieme mille pezzetti altrui non è imparare. E' un'operazione facile, ma limitata. Produce uno scritto, ma dentro non lascia nulla". Eppure la "rivoluzione" è già cominciata. Gli studenti usano il Web come e forse meglio dei libri: "Sta cambiando il modo di avvicinarsi alle cose, e questo non sempre può essere positivo - continua -. Si danno per scontate cose che non lo sono, perché progressivamente si perde la possibilità di fare confronti con la realtà del prima. Si sta ripetendo per la lettura ciò che è già successo con la scrittura: quando scrivevo a macchina, ricordo che pur di non dover cancellare, pensavo e ripensavo su ogni frase, prima di metterla sulla carta. Ora vado di getto, butto giù decine di righe prima di fermarmi a rileggere. E' più comodo, certo, ma non è il solo modo di procedere. Quelli della mia età lo sanno, perché possono ricordare. Ma la generazione che è nata con i word processor no: per loro, la scrittura è un'altra cosa. E si vede". La stroncatura di Nicoletti, però, non è totale: ragionevolmente, non potrebbe esserlo: "La multimedialità è una risorsa enorme per la scuola - dice -. Suoni e immagini sono una splendida integrazione alle biblioteche, anche se da soli non basteranno mai a formare davvero uno studente. Ma la scuola di oggi è lontana anni luce da tutto ciò...". Riaffiora il sogno di Umberto Eco, il "banco a due piazza", metà libri e quaderni metà video e tastiere. "Un sogno, appunto - conclude Nicoletti -. E pure abbastanza rischioso: la multimedialità piace agli studenti perché è alternativa, rendetela routine e diventerà noia, come tutto il resto".


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