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La Stampa-Insieme tute blu e "prof" con foulard di seta

NEL CORTEO ANCHE GIOVANI RASTA, MINISTERIALI ANTIBERLUSCONIANI E ANTI-TAV. SFONDATA UNA VETRINA DELLA ADECCO Insieme tute blu e "prof" con foulard di seta Tanti gli slogan, da "Insegnante annull...

16/02/2002
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La Stampa

NEL CORTEO ANCHE GIOVANI RASTA, MINISTERIALI ANTIBERLUSCONIANI E ANTI-TAV. SFONDATA UNA VETRINA DELLA ADECCO
Insieme tute blu e "prof" con foulard di seta
Tanti gli slogan, da "Insegnante annullato" a "Moratti? Meglio Moretti"

ROMA BANDIERE, striscioni, volantini, megafoni. Ma anche maschere di Carnevale fuori tempo massimo. Qualche passo di danza. E dotti cartelli preparati da un professore di liceo classico: "La riforma Moratti vuole depotenziare la carica rivoluzionaria della cultura". Una grande manifestazione indetta da Cobas, Cub, Rdb, i sindacati a sinistra della Cgil, ha portato in piazza almeno centomila persone. Forse di più. Un successo che ha sorpreso persino gli organizzatori. Ma ormai va così: il popolo della sinistra non aspetta altro che un fischio per scendere a manifestare. Si sono così messi assieme gli studenti no-global, che erano in coda al corteo, fieri dei loro maglioni sformati e dei capelli Rasta, e certi insegnanti con l'inconfondibile look da sala-professori. Vedi le professoresse con cappotto verde, borsetta a tracolla e foulard a fiori. E ugualmente stupiva vedere insieme gli operai incazzati delle Rsu e i ministeriali dello Slai-Cobas. Chiamati a protestare contro il governo, che per qualcuno aveva le sembianze del ministro Maroni e per altri era soprattutto la Moratti, insomma, alla fine è stato tutto un saldarsi "contro le politiche barbariche della destra". Parola di Pietro Bernocchi, portavoce dei Cobas, che unisce in sé la figura del no-global e del sindacalista "descamisado". "Oggi in strada s'è vista la vera opposizione sociale a Berlusconi e alle sue politiche sociali". E' soddisfatto anche un altro contestatore nato come Paolo Cento, dei Verdi: "Lo straordinario successo di questa manifestazione del sindacalismo di base e del movimento no-global conferma che nel nostro Paese sta crescendo una forte opposizione sociale". Vediamola, dunque, la manifestazione. Un lento snodarsi di gente da piazza Esedra a piazza San Giovanni. I professori aderenti al Cobas sono lo spezzone più imponente. Camminano a gruppi, si riconoscono, si chiamano. Sono perlopiù signore eleganti, indignate contro la Moratti. Molte portano un cartello al collo: "Insegnante Annullato". Camminano dietro uno striscione criptico: "Insegnanti. Annullati. Rettificati. Modificati". Una decina azzarda una manifestazione alla maniera argentina con pentole, coperchi e cucchiai. Ci danno dentro con forza e fanno chiasso per cento. Un gruppo di seicento loro colleghe, aderenti allo Snals, si presenta in piazza Montecitorio. Non hanno digerito l'ultima novità dei ventimila insegnanti di religione passati di ruolo. Anche lì: "Moratti? Meglio Moretti!". Dietro i professori ci sono i ministeriali. Praticamente non c'è ufficio pubblico senza uno striscione in piazza. Dieci coraggiosi si presentano con le insegne "Rdb/Presidenza del consiglio". Molti si complimentano per l'ardire antiberlusconiano. Sfilano lavoratori delle Telecomunicazioni, dell'informatica, delle assicurazioni. C'è un gruppo di metalmeccanici di Pomigliano d'Arco. Poi si ricomincia: vigili del fuoco "contro la militarizzazione", postini, portantini del Policlinico, ricercatori dell'Enea, vigili urbani, addetti al trasporto aereo e urbano (a proposito: la metropolitana di Roma era chiusa, almeno 35 mila persone sono rimaste a piedi), qualche immigrato, bancari del San Paolo-Imi, operai della Fiat Mirafiori, infermieri del Niguarda di Milano. "Giù le mani da pensioni e tfr". "Salari europei". C'è pure un pugno di bandiere del movimento gay e chi ha indossato il fazzolettone della Legambiente. Né manca qualche irriducibile della Cgil che s'è presentato in piazza come "autorganizzato". Oppure quelli che protestano contro i treni ad alta velocità. E intanto si fa sotto un pullman guidato da gente della Cnl-Trasporti. Si fa sentire, ben ritmato, lo slogan unificante della manifestazione: "Governo Berlusconi, è bene che lo sai/sui nostri diritti, non cederemo mai". Manifestazione colorita, ma pacifica. Sennonché a un certo punto, in via Cavour, un gruppo di dieci ragazzotti che si definiscono "Disubbidienti", escono dal corteo e mandano in frantumi le vetrine di un'agenzia per il lavoro interinale, la "Adecco". Hanno spaccato pure qualche computer. "Siamo entrati e gli abbiamo detto che la nostra era un'azione di disubbidienza civile". Civile mica tanto. Secondo Francesco Caruso, leader napoletano della Rete no-global, "non si è trattato di una azione violenta; in realtà è stata una azione di smontaggio, non è stata fatta alcuna violenza agli impiegati dell'agenzia. E' stata un'azione nei confronti di un nuovo simbolo di sfruttamento. Chi è il vero criminale: chi smonta un'agenzia o chi la dirige?". Protesta invece Enzo Mattina, ex deputato socialista, presidente di Confinterim, associazione tra società di lavoro interinale: "E' deplorevole vedere che uno sciopero dei Cobas, peraltro estranei all'accaduto, sia stato l'occasione di un atto di teppismo e intolleranza".