FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3765417
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » La Stampa-Gilda, Cobas, no global

La Stampa-Gilda, Cobas, no global

Gilda, Cobas, no global la riforma della scuola e i rinnovi contrattuali. La Capitale bloccata ROMA Cento o centocinquanta mila? Quando c'è uno sciopero la disputa sui numeri è sempr...

16/02/2002
Decrease text size Increase text size
La Stampa

Gilda, Cobas, no global
la riforma della scuola e i rinnovi contrattuali. La Capitale bloccata

ROMA

Cento o centocinquanta mila? Quando c'è uno sciopero la disputa sui numeri è sempre un rompicapo: è sceso "in lotta" il 60% dei docenti secondo Unicobas, forse era il 25% fa capire un'altra fonte sindacale, ma il ministero ha replicato che era appena l'11,28%. Analoga la disputa per i ferrovieri. Comunque - al di là del dato numerico - ieri Roma è stata scossa da un fremito di protesta con immancabile ricaduta di disagio su tutti i cittadini. Tra le dieci e le quindici il centro è stato bloccato: 308 corse di autobus sono state ridotte e 98 soppresse, la linea A della metropolitana ha funzionato con 16 convogli su 26 e la B con 5 su 20, a piedi sono rimasti 35 mila romani. A sfilare, tra piazza della Repubblica e San Giovanni, è stato un agglomerato eterogeneo di sigle ricompattate da un comune nemico: la politica del governo in materia di lavoro (pensioni, trattamento di fine rapporto, articolo 18, flessibilità e lavoro interinale) e di istruzione (riforma Moratti, inquadramento degli insegnanti di religione, rinnovo contrattuale dei docenti). Le categorie rappresentate erano un po' tutte quelle del pubblico impiego: dai vigili urbani ai ferrovieri, dagli insegnanti (il grosso dei manifestanti) agli infermieri, dagli impiegati statali ai ricercatori, fino agli studenti. C'erano perfino una decina di temerari che sfilavano sotto il cartello "Rappresentanza di base della presidenza del Consiglio": Davide contro Golia, onore al coraggio! E poi c'erano i "giovani", i "cittadini" senza etichette, un gruppo denominato "docenti autorganizzati" e - notevole apporto anche in questo caso - i no-global delle varie appartenenze della sinistra antagonista e ambientalista. Le sigle erano quelle tradizionali del sindacalismo autonomo. Intanto lo Snals, che è il maggiore sindacato autonomo della scuola, e i cui dirigenti (circa 600) hanno anche fatto un sit-in davanti a Montecitorio, prima che una loro delegazione venisse ricevuta. Poi c'erano, anche questi in forza, gli Unicobas della scuola, i Cub, i Cobas e la Gilda. I sindacati autonomi e di base hanno portato in piazza S.Giovanni a Roma "forse 200.000 persone, a gridare slogan contro governo e concertazione" afferma Pierpaolo Leonardi, delle Rdb secondo cui la manifestazione di ieri ha rappresentato "una chiara dimostrazione del mondo del lavoro organizzato nel sindacalismo di base ad assumere un protagonismo nuovo, rompendo definitivamente con i sindacati concertativi". La manifestazione è stata tutto sommato tranquilla, sotto il plumbeo cielo dell'inverno romano, eccetto qualche intemperanza dovuta a gruppi che hanno - a un ceto punto - colpito le vetrine della società di lavoro interinale Adecco. La manifestazione romana ha avuto una serie di richiami - assai più circoscritti - in altre città italiane e un riverbero di dispute politiche. A Cagliari hanno sfilato un migliaio di no global, altrettanti (di varie appartenenze) sono scesi in strada a Trieste, una ventina di docenti della Gilda si sono incatenati ai cancelli del liceo Majorana di Catania, e poi ci sono stati i ferrovieri a bloccare il 50% dei treni regionali in Emilia e in Friuli, e circa 400 tessili a manifestare a Macerata. Quanto all'impatto politico della manifestazione, i metalmeccanici della Uil a congresso, hanno fatto capire che se sull'articolo 18 il governo non recede dalla sua posizione, si deve andare senz'altro allo sciopero generale, e con loro si stanno schierando anche altri, come ha fatto notare il numero due della Cgil, Guglielmo Epifani, sostenendo che "lo sciopero generale sta facendo proseliti". E del fenomeno dà testimonianza anche il verde Paolo Cento per il quale "sta montando una forte opposizione sociale che spinge verso lo sciopero". D'altronde - fa notare il responsabile economico dei ds Pierluigi Bersani - "l'abolizione dell'articolo 18 pesa come un macigno" su ogni ipotesi di trattativa.
Ma è la scuola che conosce il più forte malcontento, ed è l'ex ministro Luigi Berlinguer ad esprimere gli umori della base: "Lo sciopero di oggi e la dichiarazione dello stato di agitazione da parte dei sindacati confederali per il 9 marzo sono tutti segni di un grave disagio tra i docenti e di una diffusa e crescente opposizione alla politica scolastica del governo. Il mostriciattolo partorito in questi mesi per conciliare esigenze opposte, i gravi atti contro la qualità della scuola e gli esami di maturità stanno facendo lievitare una diffusa contrarietà". Il governo però sa di essere forte e intende tirare dritto, sulla scuola come sulla politica del lavoro: "Non temiamo lo sciopero generale" ha detto il sottosegretario al Lavoro Maurizio Sacconi, e quanto all'articolo 18, una mediazione "è già sul piatto", ma in mancanza di accordo il governo procederà comunque.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL