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La Stampa-Errani: un disastro, è un altro passo indietro

Errani: un disastro, è un altro passo indietro L'autonomia regionale? Non sapevamo nulla NETTO il giudizio negativo sulla riforma da parte di un "governatore" del centrosinistra, il diessino ...

03/02/2002
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La Stampa

Errani: un disastro, è un altro passo indietro
L'autonomia regionale? Non sapevamo nulla

NETTO il giudizio negativo sulla riforma da parte di un "governatore" del centrosinistra, il diessino Vasco Errani, presidente dell'Emilia-Romagna e vicepresidente della Conferenza delle Regioni. Al telefono da Buenos Aires, dove si trova in questi gironi per conferenze ed incontri con gli emiliani emigrati in Argentina dopo aver partecipato al Forum istituzionale di Porto Alegre, Errani considera la proposta del governo un "passo indietro" perché mette in discussione l'autonomia scolastica. E accusa: le Regioni sono state escluse dal confronto, a differenza dei sindacati.

Presidente Errani, ha potuto leggere la riforma Moratti?

"Sì, me l'hanno inviata dall'Italia e la considero un passo indietro. Si torna ad una impostazione negativa, che sembrava dimenticata da tempo: i ragazzi a 14 anni dovranno scegliere tra la formazione tecnica e i licei, dividendo così due forme di apprendimento. Inoltre si mette in discussione l'autonomia degli istituti, ad esempio con le nuove norme sulla formazione professionale".

Ma scusi, rimane di competenza regionale...

"Appunto, era nostra competenza da sempre e invece con la riforma si confonde tutto. Guardi, il futuro è la formazione permanente, non questo pasticcio".

Che cosa pensa dei programmi regionali?

"Mi preoccupa che in questo modo sia messa in discussione l'autonomia scolastica di insegnanti e studenti, un valore che pareva conquistato. Cosa significa questa quota di un dieci per cento di programmi da destinare a livello locale?".

Lo dica lei.

"Non lo so. Le Regioni faranno i libri di testo per queste materie? Già mi immagino la solerzia di certe amministrazioni che in base al colore politico sceglieranno alcuni programmi invece di altri. Che senso ha che le Regioni si mettano a insegnare piccoli pezzi della nostra storia? Non mi sembra una cosa seria. Dove va a finire la possibilità che i docenti hanno sempre avuto di legare le loro lezioni al territorio in cui vivono?".

Dunque il suo è un "no" su tutta la linea?

"La formazione è un tema molto delicato, non si può affrontare con questo spirito e con questo atteggiamento. Altro che coinvolgimento delle Regioni, non ci hanno neppure fatto leggere il testo".

Contesta anche il metodo?

"Sarebbe meglio non parlarne neppure. A parte tutto l'iter avviato a Foligno e sugli Stati generali e poi stravolto, in realtà siamo stati esclusi dal confronto sull'ultima proposta del governo. Ricordo che vi è stata una sola riunione, con la partecipazione degli assessori regionali all'istruzione. Non ci hanno neppure distribuito la bozza del disegno di legge. Quando i rappresentati delle Regioni sono usciti dal ministero, hanno scoperto che invece quel testo è stato consegnato ai sindacati Cgil, Cisl, Uil, che hanno incontrato il ministro Moratti dopo di noi.