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La serrata dei rettori "Mai più feste illegali nei nostri atenei"

Da Milano a Firenze a Roma scattano veti e denunce. "Sporcizia e problemi di sicurezza" I collettivi: "Ma la burocrazia impedisce party non abusivi"

05/11/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA — La Statale di Milano, università dal 1923, ha chiuso con le feste interne non autorizzate. E così l’Ateneo di Firenze, La Sapienza di Roma. La serrata è ampia.

Il rettore Elio Franzini, l’ultimo a prendere la decisione, il più segnato, è entrato in facoltà la mattina dopo l’ultimo party , ispirato a Halloween, e nel grande atrio ha visto bottiglie rotte, birra soprattutto, pozzanghere d’alcol, plastiche accartocciate. Ha raccontato, quindi: «Alle quattro del pomeriggio del 31 ottobre stavamo chiudendo l’ateneo per impedire quella festa, ma alcuni ragazzi si sono messi davanti al portone d’ingresso impedendoci di serrarlo». Due ore dopo, «le stesse persone hanno iniziato a portare alimenti e alcol». E l’amplificazione da discoteca, la consolle per mixare, le tre tastiere. «C’ero solo io, il direttore generale e poche guardie giurate », ancora il rettore. «Non era il caso di chiamare la polizia in assetto da combattimento per sgomberare tutti. Le notti illegittime, sfregi all’università con ingresso a pagamento, semplicemente non devono iniziare. E la città non deve lasciarci soli ».

Ha reso pubbliche le foto della "Festa senza perdono", il rettore, e ha scritto una lettera aperta «alle autorità deputate alla nostra sicurezza, per un’assunzione di responsabilità da parte di tutti». Poi ha denunciato: «So chi ha organizzato la festa vietata, molti sono esterni all’accademia, ma non ho poteri di polizia». Sono stati due collettivi di facoltà: il Laboratorio universitario metropolitano e Dillinger Unimi, che ora scrive sulla pagina Facebook: «La sporcizia l’abbiamo radunata in mucchi, ma non l’abbiamo portata via perché servono macchinari che hanno solo le imprese di pulizie. Sono sei anni che organizziamo questa festa così sentita da tutti gli studenti, l’altra notte c’era il pienone». Prima, gli stessi avevano avvertito: «Non saranno tollerati comportamenti prevaricatori, razzisti, omofobi e sessisti; non accetteremo atti di vandalismo; se vuoi assumere droghe pesanti o spacciare questa non è la serata giusta per te».

Il professore di Storia delle Relazioni internazionali, Piero Graglia, tutt’altro che un bigotto, racconta: «Il momento clou della serata è stata la pisciata contro il muro dell’atrio da parte di Suor Cristona, personaggio citato in locandina. L’hanno seguita nel gesto a decine». Diversi studenti della Statale ora prendono le distanze dalla festa non solo abusiva, ma espressamente vietata. Altri spiegano che le serate legali sono complicate da una burocrazia infinita «che non ti permetterebbe mai di vendere la birra a due euro». La denuncia del rettore Franzini, però, ha già prodotto un fascicolo in procura con ipotesi di reato come " violazione delle norme di sicurezza" e "invasione di edificio pubblico". Potrebbero aggiungersi i danneggiamenti. «Queste feste sono state tollerate per anni, ma il silenzio non si addice a un’università che professa legalità e vuole difendere un bene pubblico fragile e prezioso ».

Anche a Firenze il rettore ha detto basta. Con una mail inviata alla vigilia della festa di Halloween ai 50 mila iscritti, il professor Luigi Dei ha sancito la fine dei party di benvenuto per le matricole, degli eventi in maschera di Carnevale, dei concerti che ogni anno gli studenti allestiscono negli spazi per le lezioni in orari extra-lezione. «Sospensione sine die», si legge nel comunicato del Senato accademico dell’Università di Firenze. Il rettore ha così spiegato ai discenti: «Nonostante i divieti e le raccomandazioni, nel corso dei ritrovi serali vi sono spaccio e consumazione di alcol, musica ad alto volume oltre le ore consentite, ingressi superiori al numero indicato dalle norme di sicurezza». Esistono guide, online , che indicano gli atenei europei con la migliore movida interna — guida Manchester, Bologna è sesta — , ma c’è chi in Italia ha visto lutti per una festa non organizzata. Lo scorso 23 giugno, alla Sapienza di Roma, si è ferito a morte scavalcando Francesco Ginese, laureato della Luiss. Stava raggiungendo una festa al Pratone della Sapienza di Roma. Non autorizzata. Dice ora il rettore Eugenio Gaudio: «L’agibilità di un’università è una questione di democrazia, ma chi, nel corso di una festa, commette reati comuni, va perseguito».