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La scuola scommette sull'ingresso precoce

Estensione del servizio nido-materna. Soprattutto al Sud

17/10/2018
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

L'Italia emula la Francia sul fronte dell'ingresso precoce a scuola. Se il ministro dell'educazione francese ha presentato la riforma per rendere obbligatoria l'istruzione sin dai tre anni dei bambini, anche il governo giallo-verde ci prova con la legge di bilancio. La manovra per il 2019 prevede infatti misure specifiche di miglioramento della capacità di inclusione del sistema di istruzione che passano per il potenziamento del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai 6 anni. Non dunque l'obbligatorietà della scuola dell'infanzia, ma l'estensione del servizio nido-materna per ampliare la platea degli iscritti. Non una novità assoluta per il sistema italiano, ci aveva già provato il governo Renzi, che però dovette poi accontentarsi di una sperimentazione visti i costi della riforma a regime per tutti. Ora il governo Conte annuncia un potenziamento, in particolare nelle aree del paese, il Sud, dove ci sono tassi di accesso ai servizi educativi per l'infanzia inferiori alla media nazionale. In tal senso, va anche la previsione fatta dal Miur di 20 mila docenti in più, in parte da utilizzare proprio per potenziare l'infanzia e il tempo pieno alle scuole elementari. Nel mirino della manovra, il sistema di reclutamento dei docenti che con la Buona scuola è passato a tre anni di durata: troppi, ha annunciato il ministro dell'istruzione Marco Bussetti, ora si torna a un concorso di vecchio stampo aperto ai laureati e con paletti però più rigidi per la permanenza nella regione di domicilio professionale. L'obiettivo è di evitare l'eccesso dei trasferimenti dei docenti neoassunti. Previsti incentivi anche per il reclutamento dei ricercatori: dovrebbero essere mille da stabilizzare con un piano straordinario. Tra le misure in arrivo anche quelle che incideranno sull'accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso. Se il comunicato ufficiale di palazzo Chigi post approvazione della legge di bilancio parlava di eliminazione del numero chiuso per Medicina, dopo l'alzata di scudi dei ministri competenti, Bussetti per l'istruzione e Giulia Grillo per la Salute, è giunta ieri la rettifica: ci sarà una graduale riscrittura dell'accesso. In effetti nel Documento programmatico di bilancio si parla di revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato e non di eliminazione . Sul fronte universitario, in arrivo anche l'ampliamento della platea degli studenti beneficiari dell'esenzione dalle tasse, e poi incentivi alla stabilizzazione, da parte delle regioni, del fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio.


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