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«La scuola prima emergenza Le aziende e il Paese ripartono se i ragazzi tornano in classe»

Firenze, il sindaco Nardella: Azzolina sia più determinata coi sindacati

19/07/2020
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Corriere della sera

Sindaco Dario Nardella, le città stentano a ripartire e quelle d’arte come Firenze sono in ginocchio. Come se non bastasse i sindacati dicono che la ripartenza della scuola è a rischio…

«Oltre a lanciare allarmi bisogna darsi da fare. Possiamo farcela, ma il governo deve cambiare passo: mancano ancora le linee guida per i bambini da 0 a 6 anni e per il trasporto scolastico. Come è possibile? La scuola è la prima emergenza da risolvere: i ragazzi devono essere i primi a sconfiggere la “sindrome della caverna”. Se non tornano in classe è impossibile che le imprese e il Paese tutto possano ripartire. E poi c’è l’eventuale alternanza tra lezioni in presenza e quelle online: l’Italia è al 25esimo posto su 27 Stati Ue per quanto riguarda la digitalizzazione. Il digital divide pesa come un macigno. Non possiamo lasciare indietro chi non ha la banda larga».

E lei come sindaco cosa sta facendo?

«Stiamo correndo per adeguare le scuole: 300 in tutta la Città metropolitana. Metteremo a disposizione teatri, cinema, musei e impianti sportivi per ospitare gli studenti e consentire lezioni in presenza e in sicurezza. Le scuole, però, non possono pagare l’eventuale affitto di alcuni di questi luoghi, perché le risorse del governo si possono spendere solo sugli investimenti».

Come ha vissuto il lock-down dal punto di vista scolastico?

«Ho tre figli: Cosimo, Amelie e Francesco, rispettivamente di 12, 9 e 6 anni. Ho vissuto una doppia frustrazione: da sindaco quella di vedere migliaia di famiglie in difficoltà con i bambini a casa. E da padre quella di assistere al dolore e allo stress che la mancanza fisica dell’esperienza educativa ha provocato sui miei figli. Uno di loro, un giorno, è scoppiato a piangere chiedendomi: “Perché le persone escono e io non posso vedere i miei compagni?”».

Che giudizio dà sulla ministra dell’Istruzione?

Gli studenti

Devono essere i primi a sconfiggere la sindrome della caverna. Anche i miei figli hanno sofferto

«Mi aspetto più coraggio e determinazione nel fronteggiare sindacati e virologi. Perché in quasi tutti gli altri Paesi europei, seppure con limitazioni, hanno riaperto le scuole. Mentre il mio giudizio su Conte è positivo: a settembre avrà un’opportunità straordinaria, con i soldi messi a disposizione dalla Ue. Serviranno progetti pronti a partire e su questo la concretezza dei sindaci deve essere massima per rilanciare le città».

Due mesi fa spiegò al «Corriere» che il Comune aveva quasi 200 milioni di buco. Come vanno i conti?

«S’inizia a vedere la luce: sta per arrivare la quota parte dei 3 miliardi che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha destinato agli enti locali, per Firenze sono oltre 30 milioni di euro».

Per il suo collega Beppe Sala, lo smart working non può essere per sempre, altrimenti bisogna ripensare le città.

«Lo smart working non va demonizzato, ma non deve diventare una forma di discriminazione: dobbiamo mettere tutti in condizioni di farlo. Lo si deve applicare solo quando serve davvero e non a danno del cittadino».

Attraversando il Ponte Vecchio ci si tuffa ancora in una città deserta…

Firenze è pronta a riaccoglie-re il mondo in sicurezza

Lo smart working?

Si applichi solo quando serve e non a danno del cittadino

«Stiamo facendo passi in avanti, ma sarà un anno durissimo. A settembre partiranno grandi eventi come il Gran premio di Formula 1, poi le sfilate di Dolce & Gabbana a Palazzo Vecchio e tanto altro. Abbiamo appena ospitato 19 ambasciatori per presentare il piano “Rinasce Firenze”: siamo pronti a riaccogliere il mondo, rispettando tutte le misure di sicurezza».


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