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La scuola oltre l’ostacolo

Tante difficoltà, ma anche tanti esempi di coraggio, fantasia e abnegazione Così l’Italia è tornata in classe Mostrando che ci sono migliaia di presidi e professori che non vogliono arrendersi

19/09/2020
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la Repubblica

Roma Banchi segati a metà per salvare tempo e denaro

di Arianna Di Cori

ROMA — Se oggi all’Istituto comprensivo "Elisa Scala", est di Roma, gli 800 studenti della scuola media hanno un banco comodo dove sedersi, lo devono alla geniale e ribelle intuizione di un prof di scienze ambientali. Geniale perché Roberto Roccatelli, coordinatore del FabLab della scuola, dopo le prime indicazioni del Cts sul distanziamento nelle aule, guardando i biposto di soli 5 anni e in ottimo stato, ha immaginato la soluzione più semplice ed ecologica: invece di metterli da parte, per poi ordinarne di nuovi, ha avuto l’idea di segarli in due. Il risultato è eccellente, la scuola si è affidata a una ditta del territorio in difficoltà dopo il lockdown, che ha montato su ogni tavola divisa due nuove zampe e un traverso in metallo. I 140 banchi da due sono diventati 280 singoli, uguali alla versione "ufficiale". Non solo senza sprechi, ma anche a un costo inferiore: 34 euro. Un euro meno del più economico tra i monoposto sul mercato. Allo stesso tempo la scelta, avallata dalla preside, Claudia Gentili, è ribelle: gli arredi sono di proprietà dell’ente locale, in questo caso il VI municipio di Roma. Nonostante la paura di essere sanzionati, i docenti confermano che non ci sono state conseguenze. Così si sono avviate le lezioni in presenza, per tutti, il 14 settembre.

Bologna Seduti sui tronchi all’aperto La lezione sembra una fiaba

di Ilaria Venturi

BOLOGNA — «Non mi piace la mascherina, non mi piace il Covid. E se avessi il potere di materializzare ciò che scrivo, io scrivo: vaccino». Ispirandosi ai laboratori di scrittura creativa della scrittrice Elisabeth Bing e a una favola di Paolo Nori, il professore Antonio Castriotta, 52 anni, docente di Lettere, ha accolto così i suoi alunni di prima: lezione all’aperto, ragazzi scrivete... Fatto, parole per buttare fuori paure e desideri, «bello, prof, siamo a scuola, finalmente. E fuori dall’aula». Ci sono i tronchi nel giardino delle medie Farini, periferia di Bologna. La preside Filomena Massaro li ha ordinati da una cooperativa agricola dell’Appennino immaginando che i banchi monoposto non sarebbero arrivati in tempo (profezia avverata). «L’emergenza andava trasformata in un’occasione per far crescere l’outdoor education» spiega Massaro, che guida la rete nazionale delle scuole all’aperto. La chiamano aula Flintstones, per sorridere, è un’agorà. Serve a una classe a turno, ma già dal secondo giorno tutti i professori hanno fatto lezione fuori: «Preside, prendiamo altri tronchi». Castriotta non ha dubbi: «Si doveva ripartire, i ragazzi ne avevano bisogno e con la didattica all’aperto restituiamo la scuola ai ragazzi in sicurezza. Se si potesse sempre stare fuori...».

Milano Manca un docente su due ma chi c’è fa gli straordinari

di Sara Bernacchia

MILANO — Riportare 1.650 studenti a scuola con 104 insegnanti mancanti su 205 è una missione ardua, ma non impossibile. All’istituto professionale Bernocchi di Legnano, in provincia di Milano, ci sono riusciti «con orario ridotto e collaborazione di tutti: i docenti, fanno tutti i recuperi a inizio anno lavorando 21 ore, e i collaboratori, chiamati agli straordinari» spiega la preside Annalisa Wagner, che da ieri ha avviato le chiamate per le supplenze brevi. All’assenza dei docenti, infatti, la scuola non può porre rimedio, al resto sì, come dimostrato in estate. «Quando ho capito che i 300 banchi nuovi ordinati non sarebbero arrivati per l’inizio delle lezioni sono corsa ai ripari» racconta la preside, che ha «chiesto agli assistenti tecnici di recuperare i vecchi banchi (e le sedie) da smaltire, per renderli di nuovo utilizzabili o recuperare i pezzi e crearne uno da due». Per tre classi si è ricorsi alla fantasia usando grandi tavoli di un vecchio laboratorio con separé di plexiglass. «Per i ragazzi è importante frequentare scuola e laboratori», così in estate l’istituto è intervenuto a proprie spese per recuperare il seminterrato e ricavare 5 nuove classi, in cui ospitare gli studenti che saranno a scuola per 25 ore la settimana (più almeno 7 di didattica a distanza).

Genova Con i maestri imbianchini aule piene di libri e colori

di Valentina Evelli

GENOVA — A Genova c’è una scuola in cui gli insegnanti hanno salvato l’inizio dell’anno facendo anche gli imbianchini. C’è chi si è impegnato a carteggiare attaccapanni e chi a risistemare centinaia di libri nelle biblioteche di classe. Una corsa contro il tempo per 20 docenti delle scuole dell’infanzia e della primaria Perasso che hanno lavorato senza sosta. «Senza l’aiuto delle maestre non saremmo riusciti a riaprire, il personale non era sufficiente. C’erano solo tre bidelli» racconta Paolo Tocco, preside dell’istituto comprensivo San Martino Borgoratti. «Non si sono fatti carico solo del trasloco risistemando banchi e sedie a distanza di sicurezza, dopo la fine dei lavori, ma hanno fatto trovare ai bambini aule accoglienti e colorate. Hanno anche allestito le biblioteche in tutte le classi svuotando scatoloni con centinaia di libri». La scuola ha dovuto ritardare la riapertura per i cantieri ancora in corso fino alla fine della settimana scorsa. L’infanzia e la primaria hanno riaperto due giorni dopo rispetto al calendario ufficiale, ma l’importante era partire. «Le maestre e le assistenti hanno passato a scuola due giorni interi – conclude il preside con un sorriso - Io ero il primo a dubitare dell’impresa, mi sono dovuto ricredere. Ed è stato bellissimo».


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