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La scuola che frana

Centodiciassette crolli in tre anni: senza tregua

13/10/2016
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la Repubblica

MATTEO RENZI

L’IMPEGNO
Ogni settimana andrò nelle scuole L’Italia diventa grande solo se investe nella scuola
Febbraio 2014, tre giorni dopo avere giurato come premier
ROMA. Negli ultimi tre anni, lo dice l’associazione Cittadinanzattiva esperta sulla questione, nelle scuole italiane ci sono stati 117 crolli con 18 feriti. Nessuno grave. Diciotto in Lombardia, dodici in Veneto, undici in Sicilia, dieci in Toscana. Nessuna area del paese è stata risparmiata.
CINQUE INCIDENTI DA SETTEMBRE
Solo nel primo mese dell’anno scolastico 2016-2017 le cronache raccontano di cinque crolli. L’ultimo a Nichelino, in provincia di Torino. Due giorni fa. È venuto giù il soffitto della scuola Rodari subito dopo la pausa pranzo: una bambina della IV A, otto anni, è stata ferita alla testa, altri due compagni sono stati sfiorati dai calcinacci. Lo scorso giugno lo stato di sicurezza dei soffitti era stato controllato: tutto a posto. Tre giorni fa, a Padova, elementare De Amicis, una maestra ha sentito scricchiolii in classe. Ha fatto evacuare e ha salvato i suoi ragazzi: una parte del soffitto in cartongesso è crollato. Il 30 settembre un incidente a Rho, superiore Alessandro Manzoni di via Pomè: ancora il soffitto. Il giorno prima alla scuola media Mameli in via Linneo, Milano, è crollata l’intera copertura della palestra: nella notte, per fortuna. A Roma, nel quartiere di Casal Monastero, i vigili del fuoco hanno evacuato una scuola inaugurata solo due anni fa, ottobre 2014. L’elementare Ghandi era «ad alto livello energetico e con dischi antisismici», diceva il capitolato firmato dall’azienda edile. La scorsa settimana una maestra si è accorta che una finestra non si chiudeva, il sopralluogo dei tecnici ha verificato che tutte le finestre erano a rischio crollo. Sei tra prime e seconde sono state spostate in un altro istituto, le quattro terze e quarte in un altro: 250 bimbi trasferiti in tutto.
BELLE A METÀ
Nelle aule dell’infanzia della scuola Don Bosco di Bari il progetto “Scuole belle” si è realizzato a metà. I ristrutturatori hanno ridipinto solo gli esterni, gli interni perdono pezzi e le maestre hanno dovuto rivestire le porte con fiori e carta colorata. Alla San Filippo Neri, vicino al Policlinico, la preside ha contestato il lavoro incompiuto. La dirigente della Corridoni ha spiegato in assemblea che i muri appena fatti hanno già perso smalto. Pareti tinteggiate fino ad altezza uomo e senza fissante. Ingressi rimessi a nuovo, a scelta, solo all’interno o solo all’esterno. Corridoi colorati meno di un anno fa e già scrostati. In Puglia sono state più di duemila le scuole beneficiate da “Scuole belle”.
SEI SU DIECI A RISCHIO
Il 60 per cento delle scuole italiane è stato costruito tra gli Anni 50 e 60, «con poca cura per i materiali e un abbondante uso di amianto », si legge in un rapporto della struttura di missione per l’edilizia scolastica insediata dal governo. La certificazione di agibilità è assente nel 94 per cento delle scuole calabresi e nella metà degli istituti di Lazio, Sicilia, Sardegna e Calabria.
(c.z.)

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