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La scuola alla prova dei test rapidi Arcuri fa bando di 5 mln ma per tutti

Contagi: 0,047% di docenti, 0,021% di studenti

06/10/2020
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ItaliaOggi

Marco Nobilio

I test rapidi entreranno a scuola. Il ministero della salute ha dato il via libera all'uso di quelli antigenici attualmente utilizzati in aeroporti e porti. Intanto la ministra Azzolina ieri ha annunciato i numeri dei contagi finora registrati: docenti 0,047%, Ata 0,059%, Studenti 0,021%. Numeri ancora contenuti, ma da monitorare per la curva in crescita. Poter avere una diagnosi accelerata dei casi Covid-19, differenziando tra sindrome influenzale e malattia da Sars-CoV2, diventa a questo punto fondamentale anche per consentire la decisione in tempi brevi se applicare o meno la quarantena alla classe e alle famiglie.

Il Cts ha riconosciuto che i test rapidi antigenici hanno una attendibilità sufficientemente elevata per essere impiegati in questi contesti. Tuttavia, «in caso di sospetto diagnostico, ovvero in caso di esposizione al rischio del personale scolastico o degli alunni, ove sussistano i presupposti sopra indicati, si può, pertanto, ricorrere anche al test antigenico rapido», sottolinea Giovanni Rezza, direttore generale del ministero. Al contrario, i test salivari, antigenici e molecolari, «allo stato attuale delle conoscenze, difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone, in quanto richiedono un laboratorio attrezzato», unica condizione questa perché la loro sensibilità sia simile a quella dei test antigenici rapidi.

Appena pubblicata l'ordinanza, il commissario straordinario all'emergenza Covid Domenico Arcuri ha avviato la richiesta pubblica di offerta per la fornitura di 5 milioni di test rapidi destinati «alla rilevazione qualitativa di antigeni specifici di Sars-CoV2 presenti su tampone nasofaringeo o campione salivare», da presentare entro giovedì 8 ottobre. Dunque, test anche salivari. Non solo. Questa quantità non servirà solo per le scuole. «Il nostro obiettivo», spiega Arcuri, «è quello di soddisfare i fabbisogni connessi ai movimenti internazionali di passeggeri da zone ad alto contagio e alle necessità derivanti dalla riapertura delle scuole». Mentre l'istituto malattie infettive Spallanzani di Roma ha subito annunciato di aver validato proprio un test salivare antigenico, che, illustra il direttore Francesco Vaia, «si differenzia dal tampone nasofaringeo perché meno invasivo e anche il bambino piccolo può farlo. Alla sospetta positività segue la conferma con il test molecolare ma non va rifatto un altro prelievo del campione con il tampone ma si usa il precedente». Vaia, infatti, conferma la validità del test rapido per l'attività di screening.

Nel Lazio partirà domani il progetto pilota con test rapido salivare nelle materne, elementari e medie «per testare sul campo con il consenso informato dei genitori». Mentre per gli studenti delle superiori, dai 14 anni, si continuerà a utilizzare il test antigenico rapido e il prelievo naso-faringeo, come si sta già facendo. «Sul fronte dei test rapidi a scuola si stanno orientando da settimane alcune regioni: Lazio e Veneto, ma anche Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Con bandi di gara d'acquisto per kit di tamponi rapidi antigenici. Dai 2 milioni per il Veneto a 1,2 milioni per la Lombardia, ai 2 mln per l'Emilia Romagna.


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