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La Repubblica - Controllate al Galvani cosa fanno i prof del '68 - Garagnani difende il telefonospia: Non lo chiudo

L'INTERVISTA Garagnani difende il telefonospia: "Non lo chiudo" "Controllate al Galvani cosa fanno i prof del '68" "In classe sono faziosi, peggio dei talebani" ...

23/11/2001
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la Repubblica

L'INTERVISTA
Garagnani difende il telefonospia: "Non lo chiudo"
"Controllate al Galvani cosa fanno i prof del '68"
"In classe sono faziosi, peggio dei talebani"
ILARIA VENTURI


"IL telefono non lo chiudo, anzi lo moltiplicherò". Incurante della rivolta dei professori e della pioggia di critiche del centro sinistra ma anche della presidenza del consiglio comunale e dei capigruppo, l'onorevole di Forza Italia Fabio Garagnani tira dritto a testa bassa. Il "telefonospia", aperto per raccogliere le denunce sugli insegnanti che in classe criticano il governo di centrodestra, Berlusconi e l'America, continuerà a squillare a palazzo d'Accursio. Ed ad alzare la cornetta ci sarà il politico provocatore nella sua più recente versione: contrario a Guazzaloca sulla commemorazione a Dozza, castigatore dei professori di sinistra che "fanno politica". Con tanto di nomi delle scuole.
Ma il Comune ha appena sfrattato il suo telefono. Come la mettiamo onorevole?
"Non mi interessa, è mio diritto usufruire del telefono in Comune. Vado avanti, chiunque desidera denunciare situazioni di propaganda politica a scuola, parlo di Bologna, dell'Emilia Romagna ma anche del territorio nazionale, potrà telefonare al centralino del Comune, al numero dell'anticamera quando c'è il consiglio comunale, alla mia segreteria a Roma".
Ma è stato lo stesso capogruppo di Fi, Ariano Fabbri, a firmare la lettera di sfratto della presidenza del consiglio comunale, il suo gruppo a Palazzo d'Accursio ha sospeso l'iniziativa, c'è una frattura politica interna?
"Assolutamente falso. Arrivavano troppo telefonate, compresi insulti e minacce, non riuscivamo più a lavorare. Queste sono le ragioni della sospensione. Ma andremo avanti. Anzi per ripicca ripristino il telefono anche al gruppo".
Ripicca nei confronti di chi?
"Dell'interpretazione che è stata data alla nostra decisione di sospenderlo, contro il comunicato diffuso dai capigruppo e dalla presidenza'.
Ma la presidenza è espressione della sua maggioranza.
"Non mi interessa niente, ripeto ho diritto a utilizzare il telefono comunale, altrimenti chiederò di verificare le telefonate fatte dai ds prima del congresso".
Per scoprire cosa?
"Lasciamo stare".
Fuori da palazzo sono i docenti a ribellarsi. Parlano di attacco alla libertà di insegnamento. Cosa risponde?
'La libertà di insegnamento è sacra e inviolabile, io rispetto la Costituzione. Contesto la sistematica propaganda per una parte politica, la denigrazione del Governo fatta a scuola. I professori post sessantottini, perfetti allievi di Marx e di Lenin, interpretano la scuola come strumento di conquista della società civile. Ci sono insegnanti che abusano del ruolo di educatori. Denunciare questo è un dovere".
C'è chi la chiama delazione'
"Non è vero, come la sinistra ha promosso campagne di denigrazione contro Berlusconi faccio altrettanto anch'io".
Non confonde la propaganda con la libertà di critica?
"Gli insegnanti devono rispettare la sensibilità di tutti gli studenti, evitare di far trasparire la loro appartenenza politica. So io cosa avviene al Galvani, al Sabin e al Copernico, in una scuola di Imola, negli istituti tecnici. Mi riferisco a una minoranza settaria. Al telefono abbiamo raccolto denunce su alcuni episodi che riguardano la denigrazione dell'attuale presidente del consiglio, l'interpretazione faziosa dei fatti storici, l'esaltazione dei taleban. Ma a scuola non si fa politica".
E quando l'insegnante critica la sinistra?
"E' sbagliato nello stesso modo. Ma quelli del centro destra hanno più senso delle istituzioni".
Si è parlato di caccia alle streghe, cosa risponde?
"La sinistra l'ha fatta contro le scuole private, il crocifisso a scuola. Io mi sono deciso tardi. E non chiamatelo telefono spia, raccoglie solo informazioni, non contesta la libertà di espressione".
Ma la vuole controllare.
"Il controllo dell'opinione pubblica aiuta la scuola a progredire verso un modello di autentico confronto. Ci sono insegnanti che impongono la loro visione a scuola, questo è sbagliato".
Altro capitolo, la critica alla commemorazione di Dozza. Crocioni, del suo partito, ha applaudito all'iniziativa di Guazzaloca. Altra spaccatura in Forza Italia?
"No, la nostra distanza da Dozza in termini politici e culturali è nota ed è ufficiale. Crocioni è una voce isolata, si fa troppo condizionare dal suo passato socialista".