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La proposta degli scienziati: Entrare a scuola anche alle sette

Sono ipotesi che potrebbero essere messe a punto più compiutamente nei Tavoli regionali operativi, da insediare presso gli Uffici Scolastici Regionali del Ministero dell'Istruzione

30/06/2020
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Il Messaggero

 Per i 3,6 milioni di studenti delle scuole primarie, medie e secondarie si profila un rientro tra i banchi in sicurezza e scaglionato per fasce orarie, come ha promesso ieri la ministra Lucia Azzolina al Messaggero. Già, ma lo scaglionamento degli ingressi anticipato dalle 7 alle 8,30 è stato raccomandato dal Cts al governo, come risulta dalle linee guida emanate qualche giorno fa. Questo suggerimento è ispirato dalla necessità di decongestionare i mezzi pubblici nelle ore di punta: secondo un recente documento di Inail e Iss, risulta che nelle fasce orarie più frequentate (per esempio ore 8), il 17,7% degli studenti utilizza autobus, filobus e tram. 
I CRITERIDa quanto si apprende presso fonti governative, i criteri per stabilire quali studenti dovrebbero entrare alle 7 piuttosto che alle 8 o 8,30, potrebbero variare a seconda della frequenza negli ultimi anni della scuola superiore - per esempio 4° e 5° anno del Liceo o della Ragioneria - oppure si potrebbe demandare ai presidi di fare un check nelle varie classi per stabilire con quali mezzi raggiunge l'edificio scolastico la maggioranza dei frequentanti. Sono ipotesi che potrebbero essere messe a punto più compiutamente nei Tavoli regionali operativi, da insediare presso gli Uffici Scolastici Regionali del Ministero dell'Istruzione, che saranno dotati di un cruscotto con tutti i dati sensibili per l'attività scolastica. Ma i sindacati sono sul piede di guerra. «Le linee guida approvate non hanno dato la sperata certezza alle famiglie», dice Pino Turi, segretario nazionale Uil scuola, «anzi si ritrovano ad interpretazioni anche fantasiose come quella di iniziare le lezioni per alcuni alla 7 e in considerazione delle distanze si dovrebbe dire ad un giovane di svegliarsi alle 6. Eppure studi scientifici dimostrano che i bioritmi dei giovani necessitano di un numero di ore di sonno maggiore di quello degli adulti. Gli scienziati consigliano di iniziare le lezioni non prima delle 8,30 onde evitare stanchezza e scarsa attenzione e conseguentemente scarso rendimento scolastico. Fortunatamente non sarà il ministro a decidere. Ogni scuola avrà un abito tagliato su misura sempre che non sia la burocrazia a decidere».
«Metteremo in pratica le soluzioni scuola per scuola insieme ai Tavoli regionali», ha spiegato la ministra che non si è voluta sbilanciare sull'uso della mascherina obbligatoria durante le lezioni («Il ministero della Salute rivaluterà la misura nella seconda metà di agosto»). Secondo le indicazioni scritte, saranno le scuole a fornire a tutta la popolazione interna mascherine chirurgiche e di comunità. Così come all'ingresso delle aule, ci saranno i dispenser per l'erogazione di gel igienizzanti idroalcolici. «Pulizia e igiene sono la priorità. Ci sono le risorse necessarie, ci sarà una campagna di informazione per gli studenti, anche solo lavare le mani non è un gesto scontato se si parla di minori», ha proseguito Azzolina.
La nuova scuola avrà bisogno di un riassetto dovendo sdoppiare le classi, molte delle quali numerose da non poter assicurare il distanziamento, riarticolarle in funzione delle diverse attività e indirizzi. Servono nuovi spazi per ospitare gli studenti («da questa settimana sarò sui territori per dare una mano e verificare che i lavori vadano avanti»). In relazione al distanziamento di 1 metro fra le rime buccali, la Azzolina ha promesso che verranno riattivate vecchie aule inagibili, «nuovi banchi singoli di nuova generazione fanno guadagnare metri e garantiscono innovazione della didattica». Su acquisti e distribuzione presso le varie scuole viene chiesto aiuto al commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri.
Dovendo recepire integralmente le misure igienico sanitarie relative al personale e agli ambienti, indicate dal Cts, nei vari documenti e aggiornamenti, «il Cts medesimo, almeno 2 settimane prima dell'inizio dell'anno scolastico, aggiornerà, in considerazione del quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti. In sede di Conferenza unificata si procederà ad eventuali determinazioni», si legge in uno dei documenti deliberati dagli esperti scientifici.
Rosario Dimito


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