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La nuova sanatoria per i precari e il rischio della scuola a due velocità

Ci sarà una procedura veloce per assegnare le cattedre a 80 mila precari, prima dell’entrata in vigore delle nuove norme: al Sud rischio di graduatorie infinite. Il caso dei bocciati at al concorso, ora di ruolo solo con l’orale

16/03/2017
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

L’accordo è fatto, concordato con il ministero dell’Istruzione, frutto di una mediazione con Cinque Stelle e contenuto nel parere approvato mercoledì dal Parlamento su una delle deleghe della riforma della scuola: ci sarà una sanatoria per circa 80 mila precari per coprire i posti di insegnante nei prossimi cinque anni. Poi, ci saranno i primi prof di ruolo con le nuove regole approvate nel 2015, almeno nel Nord Italia.

Buone notizie per i precari, anche per i bocciati al concorso

Le «correzioni» fatte dai parlamentari alle bozze di decreto presentate dalla ministra Fedeli contengono precise indicazioni per quella che è la «fase transitoria» verso il nuovo reclutamento degli insegnanti: concorso dopo la laurea, tre anni di tirocinio e cattedra, un percorso che dovrebbe garantire anche insegnanti più giovani oltre che preparati e testati sul campo. E chiudere per sempre la stagione delle graduatorie e delle lungaggini. Ecco come funziona questo lungo addio alle graduatorie. la metà dei posti disponibili ogni anno verrà coperta attingendo dalle graduatorie a esaurimento ancora non esaurite, poi mediante lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi del 2015 derogando al limite del 10 per cento in modo da inserire tra gli aspiranti prof di ruolo i cosiddetti «idonei fantasma», e infine con una nuova graduatoria di merito regionale ad esaurimento, in modo che ognuno possa rimanere vicino alla propria residenza, di tutti coloro che hanno un titolo abilitante all’insegnamento e che passeranno una prova orale che sostituisce il concorso, al quale una parte di loro è stata già bocciata. Infine nella graduatoria entreranno anche coloro che non hanno il titolo abilitante ma hanno insegnato per almeno 36 mesi: dovranno superare un concorso «rapido» riservato solo a loro e resteranno per un anno in prova.

Le eterne graduatorie

Entreranno di ruolo così nei prossimi anni tutti i supplenti. E potranno farlo più velocemente se si spostano al Nord dove le graduatorie dei docenti di ruolo sono già terminate per diverse classi di concorso, più lentamente per chi deciderà di restare vicino a casa nelle regioni del Sud. Si rinvia così alle nuove generazioni di insegnanti, quelle dei giovani neo-laureati che cominceranno il loro percorso di tirocinante se tutto va bene nel 2020 di decidere se spostarsi. Con il rischio che, sse non ci si rifletterà nei prossimi mesi, si crei un effetto perverso della riforma, con una scuola a due velocità: quella prevista dalla riforma con docenti più giovani e freschi di studio al Nord dove non ci sono insegnanti e quella del Sud che impiegherà ancora anni a chiudere le proprie vecchie graduatorie con i supplenti ancora in coda ben oltre il 2022 per un posto di ruolo.


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