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La nuova contabilità è da rifare La semplificazione non c'è

Il Cspi chiede al ministero di rivedere il regolamento

26/09/2017
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ItaliaOggi

Il consiglio superiore della pubblica istruzione boccia il nuovo regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche: non reca le disposizioni di dettaglio per la concessione degli appalti; non fornisce orientamenti univoci per le ragionerie territoriali; non pone limiti chiari all'operato dei revisori dei conti; omette di definire puntualmente le rispettive competenze dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi; non semplifica le procedure di rendicontazione sull'impegno dei fondi relativi a progetti Pon e non dice nemmeno una parola su come gestire i rapporti con gli esperti esterni. In poche parole: non assolve il compito assegnato dalla legge 107/2015, che è quello di semplificare la contabilità, armonizzare i vari sistemi contabili oggi in uso, incrementare l'autonomia delle scuole e definire la disciplina cui debbano attenersi i revisori dei conti.

È una sonora bocciatura quelle inflitta dal parlamentino dell'istruzione sulla schema di regolamento di modifica del decreto interministeriale 44/2001. Vale a dire, sul nuovo regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche. Le argomentate osservazioni del Cspi sono contenute in un parere emesso all'esito delle sedute che si sono tenute presso il dicastero di viale Trastevere tra il 14 e il 20 settembre scorso. Parere non è vincolante per l'amministrazione, che può anche decidere di non recepirlo.

Le critiche del Cspi si sono appuntate praticamente su tutte le questioni-chiave che il nuovo regolamento di contabilità dovrebbe risolvere sulla base del rinvio operato dal comma 143, dell'articolo 1, della legge 107/2015.

L'organo consultivo ha posto in evidenza la necessità di definire con maggiore precisione i rapporti tra dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi attraverso l'indicazione delle rispettive responsabilità nella gestione amministrativo-contabile. Tanto più che le disposizioni in tal senso, contenute nell'articolato, non fanno altro che ricalcare ed assemblare le insufficienti disposizioni contenute nel vecchio regolamento.

Idem per quanto riguarda i limiti da esplicitare riguardo all'attività dei revisori «al fine di arginare, per quanto giuridicamente possibile», si legge nel parere, «gli eccessi comportamentali di alcuni Revisori dei conti tendenti ad invadere l'autonomia e la collegialità programmatoria delle scuole esorbitando dal loro compito di controllo della regolarità amministrativo-contabile».

Nel nuovo regolamento non si trova traccia di interventi volti a ridurre le diffuse difformità operative attualmente registrabili tra le ragionerie territoriali. Quanto all' l'impianto normativo il problema fondamentale sarebbe quello della mancata individuazione di regole semplici e specifiche, per dare attuazione agli oneri previsti dalla legge a carico delle istituzioni scolastiche. Secondo il parlamentino dell'istruzione lo schema di regolamento invece di fornire in maniera sobria, chiara e incisiva indicazioni operative in grado di rendere snella ed efficace la gestione amministrativa e contabile delle scuole non fa altro che richiamare insistentemente norme legislative e disposizioni ordinamentali, disperse nella crescente molteplicità delle fonti che disciplinano e vincolano la materia. E spesso, tali rinvii non avvengono nemmeno tramite l'indicazione puntuale dei riferimenti normativi, ma tramite il ripetuto utilizzo della locuzione: «... secondo le disposizioni vigenti in materia...».

Disposizioni che, peraltro, riguardano i grandi contratti di appalti pubblici per lavori, servizi e forniture a partire dai bandi, dalle committenze e dalle procedure di gara fino ai collaudi. Mentre sarebbe necessario fare riferimento ad una disciplina specifica e meno restrittiva per le scuole.

Sempre secondo il Cspi sarebbe troppo restrittiva anche la normativa che regola il ricorso alla Consip per l'acquisti di beni e servizi, pur ritenendo «senz'altro positivo l'innalzamento (rispetto agli attuali due mila) a 10mila euro della soglia per affidamento diretto (ulteriormente innalzabile fino a 40mila in presenza di specifiche e documentate esigenze)».

Infine, l'organo consultivo ha evidenziato che il nuovo regolamento non affronta il problema dell'erogazione di fondi esclusivamente a rendicontazione conclusa: la maggior parte delle scuole non può sostenere continui e importanti anticipi di cassa.

Ed è ancora troppo lunga la lista di operazioni di competenza del Consiglio di Istituto anche in materia contabile: su una serie di azioni, secondo il Cspi, sarebbe opportuno pensare a possibili ratifiche successive alle operazioni, così come previsto per le variazioni di bilancio. Infine, il collegio ha lamentato che nello schema di regolamento non c'è traccia del tema degli esperti esterni, ricondotti nell'alveo generale della fornitura di beni e servizi quando probabilmente meriterebbero, sempre secondo il Cspi, una trattazione e un approfondimento dedicati.


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