FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3956183
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » La materna apre all'aperto "Così facciamo rispettare le distanze ai nostri bimbi"

La materna apre all'aperto "Così facciamo rispettare le distanze ai nostri bimbi"

Ivrea

26/05/2020
Decrease text size Increase text size
La Stampa

giampiero maggio
ivrea (Torino)
Alle 8 in punto di oggi il primo bambino accompagnato dai genitori arriverà davanti alla Sant'Antonio di Ivrea, edificio tutto vetrate e mattoni che sprofonda nel verde, tra salici e pini e le montagne dell'anfiteatro morenico alle spalle. Questa che fino a tre mesi fa, prima dell'emergenza coronavirus, era una delle tante scuole italiane dell'infanzia dove spazi, aree gioco, corridoi e aule erano condivisi tra alunni di materne ed elementari senza preoccupazione, ora è diventata una specie di test a livello nazionale. Qui, come in un altro edificio che dista una manciata di chilometri, Ivrea sperimenterà la scuola materna all'aperto. Un progetto di "outdoor education" che se funzionerà potrà essere preso da esempio e applicato anche altrove.
Ad accogliere mamme e papà con i loro pargoli al seguito – che arriveranno rigorosamente a distanza di tempo gli uni dagli altri– non ci sarà la bidella di sempre. Davanti al cancello di ingresso si troveranno una signora bardata con mascherina e guanti, armata di termoscanner e attenta che le distanze di sicurezza siano mantenute. Una veloce misurazione della temperatura, un passaggio con il gel igienizzante e via. Il primo filtro sarà passato. E poi? «Altre due mie colleghe – racconta una delle sei operatrici incaricate dal Comune di seguire i bimbi – prenderanno in carico i piccoli, guidandoli in bagno per il lavaggio di mani e viso». Uno per volta, come tanti bravi soldatini. In fila e in ordine. «E ben distanti – racconta l'operatrice – perché un altro dei compiti che avremo sarà garantire il mantenimento della distanza sociale». Già, la distanza sociale. Ma come si può pretendere che dei bambini tra i 3 e i 6 anni (a loro è destinato il servizio) riescano a non cercare il contatto, a non interagire, a non spingersi anche solo per gioco? «Uno degli ostacoli sarà questo ma ci abbiamo già pensato, ci saranno tanti tavolini con i giochi, i bimbi staranno seduti a distanza di sicurezza e poi conteremo sulla bravura delle operatrici» spiega Giorgia Povolo, l'assessore alle Politiche sociali di Ivrea che ha avuto l'idea di questo servizio alle famiglie. Si è ispirata a Borgosesia, progetto pilota e primo in Italia ad avviare un servizio di pre e post scuola per i bambini dai 3 ai 10 anni e per aiutare quei genitori che sono dovuti rientrare al lavoro abbandonando lo smartworking. Un'idea che è piaciuta al governatore del Piemonte, Alberto Cirio tanto da auspicare «la replica del sistema Borgosesia anche in altre scuole». Et voilà, ecco Ivrea.
Le domande sono andate esaurite in un amen. I 20 posti messi a disposizione dall'amministrazione comunale, dieci in una scuola e dieci nell'altra, sono spariti tutti in poche ore. «Li abbiamo occupati velocemente». C'era da aspettarselo perché sono tante le famiglie in difficoltà, che hanno problemi nella gestione dei figli, soprattutto ora che sono dovuti rientrare in ufficio. Stefano Sertoli ha già spiegato che «si tratterà di un test, una sperimentazione che durerà quattro giorni». Per capire come funziona e se funziona. A quel punto, se tutto filerà liscio, si potrà prorogare per altre settimane. Unico inconveniente, il tempo: dovesse piovere il servizio salterà inevitabilmente.
Tornando alla riorganizzazione, il segreto è quello di utilizzare ampi spazi all'aperto: gli stessi giochi che già occupavano quegli spazi prima del lockdowon ma che ora sono stati igienizzati, sanificati e quant'altro per la sicurezza di tutti. «È come se vivessimo tutti nell'ovatta, farà impressione tornare a scuola in questo modo. Eppure dovremo imparare a conviverci» sospira Irene, una delle mamme che oggi porterà il piccolo Pietro, 3 anni, al suo debutto con la prima esperienza da alunno. Pietro lo farà a in un clima farcito di paura e spesso di diffidenza verso l'altro. Dovrà tenere le distanze dai compagni, non potrà avvicinarsi troppo e avrà uno spazio tutto per sé. Farà effetto sì, vederli così questi bambini mentre entrano a scuola come piccoli soldati. La speranza è che la storia che arriva da Ivrea possa in qualche modo segnare una traccia, che possa dare un segnale che sì, si può ripartire. Anche guardando a settembre, quando non si sa ancora se e come ripartirà la scuola. —


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL