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La matematica s’impara con le equazioni, non con i problemi pratici

Secondo l’ultimo rapporto Ocse Pisa gli studenti che in classe studiano la matematica pura vanno molto meglio di quelli che si esercitano solo con la matematica applicata. Anche il gap di rendimento fra ricchi e poveri è riconducibile in parte proprio al fatto che questi ultimi ricevono un’istruzione troppo incentrata sugli esempi pratici. I risultati dei 15enni italiani lo confermano

13/07/2016
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Corriere della sera

Orsola Riva

Contrordine, compagni! Per anni ci hanno detto e ridetto che le pessime performance dei nostri ragazzi in matematica erano imputabili almeno in parte al fatto che i programmi ministeriali italiani sono ancora troppo legati alla matematica astratta e troppo poco ai problemi contestualizzati.Con la puntualità delle cattive notizie, a ogni nuova edizione del test Ocse-Pisa, i quindicenni italiani ricevevano un sonoro schiaffo morale dai loro coetanei asiatici ma anche finlandesi ed estoni: relegati nella fascia bassa delle classifiche dell’Ocse anche per colpa di domande di comune buon senso con le quali i nostri ragazzi non avevano alcuna dimestichezza. Tanto che alla fine, con la lentezza del bradipo, il Miur si è convinto a introdurre nella seconda prova di maturità non più solo funzioni astratte ma anche problemi che hanno fare con la realtà di tutti i giorni (dalle tariffe telefoniche all’impianto di riscaldamento di quest’anno). Ebbene: avevamo scherzato. Secondo un nuovo rapporto Ocse-Pisa pubblicato a giugno, a fare la differenza in matematica sono proprio le equazioni: altro che i problemi contestualizzati!

Perché le equazioni fanno la differenza

Nel grafico qui sotto gli studenti sono divisi in 5 fasce a seconda della loro familiarità con la matematica pura e con la matematica applicata (ascissa). Sull’ordinata invece si vedono i loro punteggi medi nell’ultima tornata di test. A fare la differenza, non sono gli esercizi pratici ma le care, vecchie equazioni piene di x, y e z!

Matematica pura o matematica applicata?
Equazioni e ineguaglianze socio-economiche

Scheda 3 di 10

3.
Equazioni e ineguaglianze socio-economiche

Il nuovo rapporto, intitolato «Equations and inequalities: making mathematics accessible to all», sottolinea che la maggiore o minore confidenza con la matematica dipende molto dalla classe sociale. I ragazzi che provengono da ambienti più svantaggiati dedicano all’incirca lo stesso tempo alla matematica dei loro coetanei più fortunati, ma si confrontano con problemi più semplici, compiti ripetitivi che non li aiutano granché a migliorare le loro performance.

Funzioni quadratiche, ricchi e poveriAl contrario, i loro colleghi che hanno alle spalle famiglie più benestanti, frequentano scuole dove si insegna la Matematica con la emme maiuscola

Funzioni quadratiche, ricchi e poveri

In media, nei 64 Paesi dell’Ocse, il 65% degli studenti più fortunati sa cos’è una funzione quadratica,

mentre la percentuale scende al 43% fra gli studenti più poveri.

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