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La marcia dei ragazzi che vogliono salvare il pianeta

Cortei previsti in 150 Paesi del mondo L’esempio di Greta la sedicenne svedese diventata un simbolo

13/03/2019
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la Repubblica

Stefania Parmeggiani

«Cari genitori, voi avevate un futuro, noi non abbiamo più tempo » . Alice, 9 anni di Roma, venerdì scenderà in piazza per il Global Strike For Future, lo sciopero globale per il clima. Insieme ad altri studenti di Roma ha scritto una lettera aperta agli adulti. Chiede a chi ha avuto la possibilità di vivere sfruttando al massimo le novità tecnologiche e le risorse a disposizione, di ascoltare le parole degli scienziati: « Se non agiamo ora per contenere l’aumento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi, ci rimarranno solo 11 anni per arrivare al punto di non ritorno».

Così come gli altri ragazzi che in Italia e nel mondo protestano uniti dall’hashtag FridaysForFuture, ogni volta che sentiva le previsioni dei climatologi Alice provava un senso di impotenza: uragani devastanti, innalzamento del livello dei mari, estati caldissime e migrazioni di massa dalle aree del pianeta diventate invivibili. Qualcosa che è già presente, ma che assumerà proporzioni catastrofiche nel 2050. «Basterebbe che tutti i Paesi rispettassero gli accordi di Parigi per contenere l’aumento di CO2 » , si legge nella lettera. Per questo lei e gli altri firmatari hanno deciso di seguire l’esempio di Greta Thunberg, sedicenne svedese che dallo scorso 20 agosto ogni venerdì invece di andare a scuola si siede davanti al Parlamento di Stoccolma protestando contro l’indifferenza della politica.

Il 15 marzo è il grande giorno: gli studenti, e gli adulti che li sostengono, manifesteranno in 150 Paesi, anche in Italia dove sono previsti cortei e sit- in in più di cento città. Le richieste al nostro governo e all’Unione Europea sono concrete: «Attuate oggi stesso la transizione dal modello fossile a quello delle energie pulite e rinnovabili — si legge nella petizione che il movimento italiano ha lanciato sulla piattaforma Change. org, 80mila firme già raccolte — Abbattete del 50% le emissioni di gas serra rispetto all’epoca preindustriale entro il 2030, per raggiungere zero emissioni nel 2050”.

Chi non andrà in classe, lo farà sotto la sua responsabilità: il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha infatti dichiarato che l’Italia non seguirà l’esempio dei Paesi che hanno autorizzato gli studenti a saltare le lezioni. « Il problema non sono io che non vado a scuola, il problema è che questi potrebbero essere gli ultimi anni di vita che trascorro in tranquillità e comodità » ha spiegato ai suoi insegnanti Miriam, 16 anni di Milano, per giustificare il fatto che dall’inizio di febbraio ogni venerdì salta otto ore di lezione. « Ci fa piacere se ci nominano, ma vogliamo far sapere alla classe politica che parlare di noi è un atto di responsabilità nei nostri confronti » , si legge sotto il nuovo hashtag: #CariPolitici.

Tra le frasi che rimbalzano sui social, una invita alla rivoluzione verde — “ C’è bisogno di cambiamenti rapidi, radicali e senza precedenti in tutti i settori della società” — ma attenzione perché è contenuta nel rapporto Ipcc del 2018, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici: non è uno slogan di partito, è un dato scientifico.

Venerdì gli studenti italiani la ripeteranno in piazza. E poi? Cosa accadrà dopo? Greta, Miriam, Alice e gli altri giovani attivisti italiani dicono che si fermeranno solo quando avranno raggiunto il loro obiettivo: salvare il pianeta.


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