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"La mala gestione peggio del virus" Studenti in sciopero: aprite le scuole

Nonostante gli annunci del governo oggi solo in Valle d'Aosta, Toscana e Abruzzo lezioni in presenza alle superiori In tutta Italia scoppiano le proteste: al Tasso di Roma autogestione all'aperto e a Mantova computer spenti contro la Dad

11/01/2021
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La Stampa

flavia amabile

Roma

Secondo i piani del governo doveva essere il giorno del grande rientro in presenza delle superiori. Sarà invece una mattinata di scioperi e astensioni dalle lezioni in tutt'Italia. Si parte dal liceo Tasso di Roma, che organizza un'autogestione all'aperto con il sostegno e la partecipazione dei professori, fino a Mantova, Brescia e dintorni, dove migliaia di ragazzi spegneranno i pc a casa.

Sono alcune delle numerose proteste organizzate dagli istituti superiori, i più penalizzati dalla pandemia, ormai stanchi di rinvii e promesse non mantenute. Nonostante gli annunci trionfalistici e perentori del governo, nonostante gli accordi siglati all'inizio delle vacanze di Natale, soltanto in tre regioni gli studenti delle superiori rientrano oggi in presenza: Valle d'Aosta, Toscana e Abruzzo.

«Il vero virus nelle scuole è la mala gestione», hanno scritto tre giorni fa gli studenti del liceo Tasso annunciando la loro protesta. «Non appare forse folle che l'istruzione dei giovani sia sacrificata a una logica del profitto? Come meravigliarsi allora della rabbia e dell'esasperazione che oggi animano noi studenti, i nostri professori e tutti coloro che con noi orbitano nella scuola?». Quindi autogestione in strada.

Tutto è organizzato fin nei minimi dettagli, dal servizio d'ordine ai posti distanziati, dalla scaletta alla durata degli interventi, dal collegamento Zoom con chi resta a casa per scongiurare assembramenti fino a una mostra di foto, disegni e poesie sui muri dell'istituto. «È importante che ci siano anche alcuni professori- sostiene Gaia Nikodimovich, rappresentante in consiglio di istituto -. Il nostro obiettivo è tornare in presenza, in alternativa chiediamo un piano di rientro in sicurezza. Non vogliamo perdere giorni di scuola, non è questo il senso della protesta, vogliamo proporre giornate produttive quindi abbiamo previsto incontri e momenti di riflessione come nell'autogestione che organizziamo ogni anno» .

Al liceo Giulio Cesare di Roma si terrà un'assemblea all'aperto davanti all'ingresso. «Vogliamo discutere della Dad, dei provvedimenti presi, non abbiamo finora avuto l'occasione di farlo», spiega Marcella Arena del quinto anno. La didattica a distanza - scrivono gli studenti in una lettera- si è «trasformata in una comoda scappatoia per congelare il problema della ripresa delle lezioni in condizioni dignitose e sicure».

A Mantova e in parte della Lombardia oggi spegneranno i computer. «Non è una scusa per evitare le lezioni, è una protesta contro questo modo di fare scuola disorganizzato e senza informazione. Abbiamo saputo solo due giorni prima del rientro che non saremmo tornati in presenza. Abbiamo anche la maturità da affrontare, quest'anno siamo stati in classe una ventina di giorni», racconta Elisa Duretti dell'ultimo anno dell'istituto superiore Giovanni Falcone di Mantova.

Numerosi sit-in sono organizzati da «Priorità alla scuola», il comitato che raggruppa ragazzi, genitori e docenti No-dad e che si batte per avere vaccini subito per i prof e screening sanitario per la comunità scolastica. «Ci priviamo un giorno della scuola per non esserne privati mai più», sostiene la Rete degli studenti.

Una protesta del mondo degli studenti che per una volta è in linea con la posizione della ministra Lucia Azzolina che non si rassegna e attacca le Regioni che «si sono sfilate dall'accordo per la riapertura». A lei replica il governatore dell'Emilia Romagna e presidente delle Regioni Stefano Bonaccini: «Se su 20 presidenti di Regione la quasi totalità ha deciso di rinviare l'apertura delle superiori, vuol dire che non siamo tutti sciagurati. Abbassiamo le polemiche e lavoriamo tutti insieme».

Dopo i rinvii decisi nei giorni scorsi dalle Regioni, a partire da oggi saranno oltre 3,6 milioni gli studenti che dovranno accontentarsi delle lezioni a distanza. Corrispondono al 43% dei circa 8,5 milioni di allievi della scuola italiana. —