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La guerra degli strumenti vittoria dei licei musicali

«Noi ve le suoniamo», è stato questo per mesi il motto cantato dalle migliaia di studenti dei licei musicali italiani in protesta con il ministero dell'istruzione

21/03/2018
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Il Messaggero

«Noi ve le suoniamo», è stato questo per mesi il motto cantato dalle migliaia di studenti dei licei musicali italiani in protesta con il ministero dell'istruzione perché, per l'anno scolastico in corso, si sono visti tagliare un'ora di strumento a settimana, senza essere avvisati al momento dell'iscrizione. Ma ora, sentenza del Tar del Lazio alla mano, quell'ora di lezione frontale deve essere reintegrata. Dal Tribunale a cui avevano fatto ricorso, dunque, hanno avuto ragione le famiglie, rappresentate anche dal Coordinamento nazionale genitori licei musicali.
I DOCENTIUna vittoria anche per i docenti che con quella riduzione di un'ora di lezione avevano perso molte ore di lavoro. Al primo biennio del liceo musicale infatti, come previsto dall'ordinamento che ha visto nascere il liceo musicale nel 2010, le ore di strumento sono 99 l'anno. Si tratta di 3 ore a settimana: due ore vengono utilizzate per la lezione frontale del primo strumento, quello ritenuto più importante in base alla scelta dello studente, e un'ora per la lezione frontale del secondo strumento. Da quest'anno però l'orario è cambiato: con la nota 22165 del 19 maggio dello scorso anno, il ministero dell'istruzione ha assegnato per l'anno scolastico 2017-2018 un numero di docenti inferiore a quello necessario per coprire le ore di lezione individuale del primo strumento. Risultato? Delle due ore per il primo strumento solo una è frontale, in cui il ragazzo suona, nell'altra invece si limita ad ascoltare un compagno che suona. E viceversa. In questo modo per due ore è sufficiente un solo docente, mentre prima ne erano necessari due. E non è poco: si tratta infatti di circa 350 cattedre in meno. 
Ma questo cambiamento di orario è stato ritenuto illegittimo dal Tar del Lazio che nella sentenza sottolinea come tale decisione sia stata: «dichiaratamente motivata da parte dell'amministrazione con le carenze della dotazione organica che, tuttavia, non costituisce una valida motivazione a supporto della scelta di non rispettare il piano di studi predisposto in sede normativa per la sezione musicale dei licei». Per i circa 6500 ragazzi che frequentano il primo biennio dei 131 licei musicali in Italia è una vittoria.
La protesta delle famiglie è partita fin dalle prime settimane di scuola con una rete nazionale divenuta subito capillare, attraverso il Coordinamento nazionale genitori licei musicali a cui hanno aderito le famiglie dei licei di Roma, Anzio, Bologna, Modena, Cesena e Forlì. Dalla portavoce dei genitori del Giordano Bruno, Nadia Quaranta, partì un primo ricorso al Tar del Lazio contro la circolare iniziale dell'Ufficio scolastico regionale. Poi venne attivata anche una petizione online su change.org, tramite Chiara Papi, una dei genitori del liceo musicale di Torino e infine è arrivato il secondo ricorso al Tar del Lazio da parte dell'avvocato Domenico Naso e da Giulia La Face, tra i genitori del liceo di Bologna. Ed è proprio in base alla sentenza di questo ultimo ricorso che il Miur dovrà ripristinare la seconda ora di strumento frontale. A meno che non decida di fare ricorso al Consiglio di Stato.
INTERVENTI IMMEDIATIMa intanto i sindacati, che hanno sostenuto la protesta dal principio, chiedono interventi immediati sia per difendere i diritti degli studenti, sia per evitare valanghe di ricorsi anche da parte degli aspiranti docenti che aspettano l'assunzione: «Adesso chiediamo a viale Trastevere un incontro urgente - ha dichiarato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams - per sapere quali provvedimenti intende adottare rispetto al contenzioso in atto in tutta Italia. L'annullamento della nota del Miur provoca infatti un vuoto normativo che deve essere colmato reintroducendo la seconda ora di strumento nel primo biennio. Altrimenti verrebbe leso il diritto all'assunzione dei potenziali supplenti che, dunque, potrebbero intraprendere azioni legali».
Lorena Loiacono


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