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La Gazzetta del Mezzogiorno-Noi professori vi diciamo

Lettera aperta agli studenti dopo le novità della Finanziaria Noi professori vi diciamo questa riforma è un inganno Care studentesse, cari studenti, cari genitori, come quasi certamente...

23/11/2001
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La Gazzetta del Mezzogiorno

Lettera aperta agli studenti dopo le novità della Finanziaria
Noi professori vi diciamo
questa riforma è un inganno

Care studentesse, cari studenti, cari genitori,
come quasi certamente già sapete, nell'ambito della legge finanziaria 2002, viene di fatto riformato l'esame di stato. Al posto della attuale commissione mista, composta paritariamente da commissari interni ed esterni, oltre che da un presidente esterno, viene prevista una commissione interamente composta da commissari interni, con un presidente esterno per istituto. Perché non lo si è fatto con una apposita legge '#8211; come buon senso suggerisce '#8211; e si è invece pensato di ricorrere alla legge finanziaria? Perché '#8211; si è detto '#8211; bisogna risparmiare. Infatti, il pretesto è rappresentato dalla necessità di risparmiare 250 miliardi!; sai che risparmio. In realtà il "risparmio" sarà molto inferiore perché la manager-ministra ha ripristinato il compenso per i commissari esaminatori, soppresso nella proposta iniziale. Questo lo diciamo subito affinché non pensiate che abbiamo deciso di rivolgervi questa lettera per ragioni strumentali, per difendere il (ben misero) "privilegio" delle propine d'esame. Vi scriviamo, invece, per farvi notare che, dietro una "riforma" che a prima vista sembra favorirvi, rendendo l'esame di stato ancor meno "traumatico" e - tutto sommato - un po' più facile", rischia di nascondersi un inganno (a vostro danno) che potreste scoprire magari non subito, ma qualche anno dopo il conseguimento dell'agognato titolo di studio. Rischiate di scoprire che quel titolo, così "facilitato" da un governo tanto "benevolo", potrebbe non avere valore legale o, il che praticamente è lo stesso, non ricevere alcun riconoscimento europeo. La manager-ministra, mentre teorizza la necessità di agenzie esterne che "valutino" la efficacia e la efficienza della scuola italiana, contraddittoriamente elimina le forme di controllo esterno che la scuola italiana possiede sin dalla legge Casati, anche prima di Giovanni Gentile. Viene spontaneo chiedersi a chi giovi una riforma di questo tipo. È del tutto ovvio che favorisce ulteriormente le scuole private e in particolare quelle "specializzate" in diplomi "facili". Ma non si tratta solo di questo, cosa di per sé già grave. Una modifica dell'esame come quella proposta, non a caso senza ricorrere ad una apposita legge, sembra fatta apposta per spianare la strada alla "maturità regionale" che è nei progetti espliciti e dichiarati dell'attuale governo. In altri termini: fine della funzione nazionale della scuola e regionalizzazione degli ordinamenti scolastici e degli esami finali. Vogliamo segnalarvi, inoltre, che sempre con la scusa della necessità di "risparmiare", la stessa legge finanziaria prevede un drastico aumento del numero degli alunni per classe; potete facilmente immaginare quale vantaggio ne trarrete in termini di efficacia dell'azione educativa. Quale manager gestirebbe la propria impresa imponendo solo tagli alle spese o peggiorando l'immagine della propria azienda e la qualità del prodotto? Di queste cose - oltre dello stato complessivo della scuola italiana - vorremmo invitarvi a riflettere insieme, per confrontarci e fare proposte per riaffermare
-) il diritto ad una scuola italiana di qualità
-) premessa necessaria per una rapida ed effettiva integrazione europea
-) la centralità dei diritti degli studenti a partire da quelli fondamentali allo studio e al lavoro
-) il rafforzamento e lo sviluppo della democrazia scolastica.

Un gruppo di docenti
del Liceo classico "Orazio Flacco"


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