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La denuncia di un candidato: “Brogli per le elezioni al Cnr”

La polizia postale ha aperto un'inchiesta sulla documentazione del membro uscente: “Un quinto dei voti partiti dagli stessi Ip e nessun controllo sulle mail dei votanti”. Un gruppo di ricercatori contesta il profilo del vincitore: “Non ha alcuna qualifica scientifica”. Fantini, candidato eletto: "Sono il primo interessato a fare chiarezza"

20/12/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA - Il Consiglio nazionale delle ricerche ha una sola libera elezione per la scelta dei membri del suo Consiglio d’amministrazione, ed è fortemente contestata. Sono cinque i membri del Cnr: quattro vengono nominati, compreso il presidente (in questo caso il ministro dell’Istruzione pesca tra cinque nomi), e restano in carica quattro anni. A febbraio si rinomina tutto: la call per individuare i prossimi cinque candidati è appena partita. Bene, lo scorso 16 ottobre, e in seconda battuta il 29, si è svolta l’elezione libera del membro del personale interno. Il suo esito è già in mano alla Procura di Roma.

Al primo turno sono stati sette i candidati. Nessuno ha ottenuto il 40 per cento dei voti, che avrebbe consentito l’elezione immediata. In testa alla preferenze è andato Vito Mocella, membro uscente, ingegnere elettronico, già ricercatore Cnr, un curriculum di riguardo molto affacciato sull’estero. Secondo, e staccato, risultava Nicola Fantini, anche lui laureato in Ingegneria elettronica, una lunga carriera da tecnologo, un sindacalista appoggiato da tutti i confederali interni, che al Cnr pesano molto.
 

Il ballottaggio tra due ingegneri

Mocella è una figura non gradita ai poteri del più importante istituto di ricerca italiano: nei suoi quattro anni di mandato ha denunciato sprechi finanziari e cattivi favori, ha contribuito a inchieste giudiziarie che hanno sollevato il velo sui furti seriali all'Istituto ambiente marino di Napoli. Fantini è uomo di apparato, e nei quindici giorni di campagna elettorale per lo scontro finale – i primi due candidati sono andati, appunto, al ballottaggio – si è visto. Attorno all’ingegnere sindacalista si radunano gli uffici che contano e per lui si schiera apertamente Massimiliano Di Bitetto, l’ex direttore generale del Cnr indagato per peculato proprio nell’inchiesta della Procura di Napoli. Di Bitetto, come ha fatto notare Repubblica in due occasioni, ha continuato a ricevere premi sullo stipendio per la sua attività da direttore e per aver contribuito alla buona immagine del Consiglio delle ricerche attraverso l’acquisto di gonfiabili per bambini con i soldi della ricerca pubblica.


Il 29 ottobre, giorno della sfida finale, accadono cose strane. Si scopre che un pacchetto consistente di voti (digitali) destinati all’ingegner Fantini proviene dagli stessi protocolli Ip, il sospetto è che possano essere partiti dallo stesso computer. In un caso sono cinquantanove voti tutti rispondenti allo stesso protocollo informatico. Ci sono 1.080 voti partiti da 78 Ip: 1.080 voti sospetti su un totale di 5.382, un quinto. Le irregolarità sono a catena: per un passaggio elettorale avvenuto online non c’è mai stato l’invio di una mail che attestasse all'avente diritto l’avvenuto voto. E il sistema allestito per l'intera tornata non aveva una certificazione adeguata, constaterà la polizia postale.

L’ingegnere sindacalista vincerà il ballottaggio con uno scarto minimo: 2,5 punti percentuali. Lo sconfitto, Vito Mocella, raggiungerà il compartimento che si occupa delle investigazioni digitali e denuncerà tutto: “L’assenza di un’email di conferma poteva agevolmente consentire l’inserimento di voti in maniera abusiva, stanti le deboli misure di sicurezza informatica messe in campo nella procedura stessa”. La Procura procederà per falso in atto materiale, accesso abusivo ai sistemi informatici e frode informatica.

La prima difesa del direttore generale del Cnr è questa: la presenza di indirizzi Ip ripetuti è da imputare al fatto che alcune sedi del Cnr utilizzano il meccanismo di “Network address translation”, detto Nat, quale soluzione al problema della scarsità di indirizzi Ip pubblici disponibili: il Nat permette di utilizzare un unico indirizzo pubblico per più indirizzi privati. Vito Mocella fa notare che il Consiglio nazionale delle ricerche è membro fondatore del Garr, la rete italiana a banda ultralarga dedicata alla comunità dell'istruzione, della ricerca e della cultura, e allo stesso Cnr sono attribuite centinaia di migliaia di Ip: "La struttura non ha alcuna necessità di sopperire a una presunta scarsità di indirizzi pubblici", si legge nella denuncia.
 

La lettera dei 13 ricercatori

Venti giorni dopo la chiusura delle urne Massimiliano Di Bitetto, lo sponsor più pesante di Nicola Fantini, finisce agli arresti domiciliari per un giro di false consulenze da 2,3 milioni di euro. Nicola Fantini, oggi quinto membro del Consiglio nazionale, ne prende le distanze e dice: "Non sono legato a Di Bitetto, il cui appoggio non ho mai richiesto, né sono vicino agli uomini di potere della struttura. Ho vinto le elezioni in recupero perché ho fatto campagna elettorale presto e bene. Se ci sono state irregolarità vorrei essere il primo a conoscerle: ho interesse a essere forte nel cda in cui sono entrato. Il mio avversario, però, deve rispettare l'esito del voto. Credo di avere le qualifiche per far parte di questo importante governo. Vito Mocella ha fatto bene il suo mestiere, ma adesso dobbiamo riportare il mondo scientifico a partecipare e a incidere sulle decisioni del primo ente di ricerca italiano".

Un gruppo di 13 ricercatori del Cnr, nel frattempo, ha voluto rendere pubblici i propri dubbi sullo spessore professionale del candidato vincitore. Hanno scritto, i tredici, e firmato in calce: “Tutti i componenti del Consiglio d’amministrazione nominati e attualmente in carica presentano un curriculum vitae che indica chiaramente un’alta qualificazione nei relativi campi di indagine. Diversamente, il nuovo rappresentante del personale in Cda non lavora nell’ambito della ricerca scientifica, ma in strutture di supporto alla ricerca. Dal curriculum non risulta che abbia pubblicato alcun lavoro scientifico (il suo nome è assente nei database più accreditati), né prodotto alcun brevetto, né che sia stato relatore a conferenze scientifiche internazionali. La qualificazione tecnico-scientifica nel campo della ricerca del nuovo rappresentante del personale è semplicemente assente. A noi appare singolare che l’unico membro del Cda direttamente eletto dal personale di un ente di ricerca non abbia alcuna qualificazione tecnico-scientifica nel campo della ricerca. Cosa che, tra l’altro, è esplicitamente richiesto da leggi, regolamento e statuto dell’ente stesso”.


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