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"La busta uno, la due o la tre?" Maturità, il caos dell’orale

Parte domani il nuovo esame, il primo con due materie al secondo scritto. Ma a far paura (anche ai commissari) sono i plichi tra cui scegliere per il colloquio

18/06/2019
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la Repubblica

di Ilaria Venturi

Qualcuno azzarda: la foto di un estintore? Da lì si può partire per discutere di sicurezza sui luoghi di lavoro, per un indirizzo tecnico va benissimo. Nietzsche? Ma non lo hanno studiato, però basta la citazione. Osserva Valerio Capasa, docente di Lettere a Bari: «Il clima che si vive ora nelle scuole è di grande insicurezza. L’orale ci mette a disagio: il messaggio che è passato è che il tutto si risolverà nel sapersela cavare, basterà saper mettere in piedi un discorso con buona pace delle conoscenze ». Cartoline dalle commissioni di Maturità insediate ieri. Il malumore dei commissari esplode alla vigilia dell’esame di Stato: troppe incertezze, soprattutto sull’orale, benché il Miur abbia inseguito i professori sino all’ultima precisazione.

Si parte domani con il tema d’italiano che avrà due autori per l’analisi del testo, non solo del ‘900 ma dall’Unità d’Italia in avanti, e perderà la traccia specifica di storia. Poi il secondo scritto con la doppia materia: latino-greco al classico, matematica e fisica allo scientifico. Sono 520.263 i candidati al debutto, al minimo da dieci anni quelli fermati prima: gli ammessi superano il 96%, con un divario tra Regioni che va dal 91,7 della Sardegna al 98 del Molise.

L’ansia da notte prima degli esami si sfoga via social. Ma stavolta anche i docenti in cattedra, in questa Maturità riformata dalla Buona scuola e confermata dal ministro leghista Marco Bussetti, che ha tirato dritto (anche sull’addio alla storia), sono preoccupati. È il colloquio-Rischiatutto, con tre buste a scelta, a scatenare la fibrillazione delle commissioni. Che si ribellano: «Surreale, l’impressione è che chi ha pensato questo esame non abbia molta pratica di scuola» sintetizza Paolo Vidali, in cattedra da 40 anni, commissario al liceo Quadri di Vicenza.

A pochi giorni dalla grande prova 60 professori del liceo Lussana di Bergamo hanno firmato un documento critico: «Il colloquio si tradurrà in un trionfo di superficialità e luoghi comuni». Marco Ferrari, che farà gli esami al liceo Malpighi di Bologna, il docente di filosofia tra i finalisti all’ Italian teacher’s prize , è ancora più esplicito: «È come chiedere a un ragazzo di parlarmi di cucina senza fare riferimento ai cibi: si chiedono competenze a scapito delle conoscenze. Un’operazione astratta e devastante ». Insomma si fa scuola con le discipline e il cambio di passo arriva in extremis, all’orale della Maturità dove si punta sulle competenze. Qui lo scoglio per i commissari, che confessano di affrontare questa prova con disillusione e ironia, la stessa degli studenti contrari al quiz alla Mike Bongiorno.

Ma come sarà l’orale rivoluzionato? Sulla base dei programmi consegnati dai consigli di classe, i commissari sceglieranno di mettere nelle buste, tante quante i candidati più due, uno spunto: una foto, un grafico, una poesia, una citazione, una figura geometrica. Lo studente sceglierà tra tre buste e il colloquio partirà da lì. Poi si parlerà del progetto di alternanza scuola-lavoro, di Cittadinanza e costituzione, infine saranno corretti gli scritti. Una scelta rivendicata da Bussetti: «Nessun quiz, solo la garanzia di pari opportunità ». Ma i dubbi restano: «Difficile che i ragazzi riescano in poco tempo a progettare un discorso, nessuno in classe ha lavorato così», scuote la testa Daniele Scopetti, docente a Guidonia. Buon senso, è la parola d’ordine per le commissioni: quest’anno più di sempre.