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L’università ritorna in aula E resta online

Come sarà il rientro

19/07/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

Lauree dal vivo in molti atenei, da settembre lezioni in presenza per quasi tutti L’anno accademico 2020-21 con didattica flessibile e sistema misto. Sconti su rette e tasse per un maggior numero di studenti contro il crollo di matricole

L’università italiana riparte. Di fatto, è già ripartita. In molti atenei del Paese si stanno svolgendo tesi di laurea in presenza, lo si farà per tutto luglio. Alla Sapienza di Roma, per esempio. Il rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice, lo ha comunicato al suo Consiglio d’amministrazione: «Dobbiamo questo sforzo ai nostri studenti, è necessario passare dallo stato emergenziale a quello ordinario ».

L’Università di Perugia sta sperimentando sia le tesi dal vivo che gli esami in presenza «su base volontaria dei docenti». Il Dipartimento di Economia è stato il primo a muoversi. All’ingresso dell’aula si misura la temperatura dei candidati che, per tutta la durata dell’esame, devono indossare la mascherina. All’Università di Messina ogni laureando può essere seguito da cinque accompagnatori. Per i fuorisede e i pendolari, e questo vale per tutti i sessantacinque atenei pubblici italiani, resta valida la modalità dell’esame da remoto, da casa. Dal 25 giugno, ancora, le tesi di laurea sono previste nell’Aula magna dell’Università del Molise.

Sono ore, queste, in cui si costruisce il prossimo calendario didattico, si distribuiscono gli appelli su tutto il 2020-2021. Di fatto, si sta realizzando la ripresa dell’anno accademico tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Ferruccio Resta, presidente della Conferenza dei rettori italiani (Crui), per il Politecnico di Milano di cui è rettore ha detto: «Ci saranno turni ed estensione dell’orario, offriremo un’esperienza sempre più digitale e interattiva ».

Sono diciassette in tutto, le università che in questa prima fase estiva hanno fatto ripartire gli esami in presenza, come documentato sul nostro "Robinson". Sono invece maggioritarie — cinquantaquattro — quelle che hanno annunciato che riporteranno tutto in aula per l’avvio del nuovo anno accademico. Il timore che sottende la ripartenza autunnale è la caduta delle immatricolazioni degli studenti, che il ministro Gaetano Manfredi ha individuato, potenzialmente, nel venti per cento rispetto all’anno appena chiuso. Uno studio dello Svimez, pubblicato da Repubblica , ha stimato in diecimila matricole in meno (il tre per cento del totale) le conseguenze sul sistema.

Sono di due tipi le risposte preventive del ministero, e dei singoli atenei, alla crisi in corso. La prima è quella che prevede il rafforzamento dell’offerta formativa, la seconda allarga il nucleo degli studenti che non pagheranno la retta o avranno forti sconti sulle tasse. Nel primo caso, per fare alcuni esempi, l’Università di Parma dallo scorso 16 luglio ha avviato la possibilità di iscrizione a novantuno corsi di laurea, quattro dei quali nuovi: Electric Vehicle Engineering e Scienze della nutrizione umana, tra gli altri. Altri atenei, come l’Università del Salento, hanno raddoppiato invece l’offerta dei master post-universitari.

La ripresa del mondo universitario — che per quattro mesi ha spostato tutto in remoto, che non ha mai chiuso i laboratori e, a partire da maggio, ha iniziato a riaprire le biblioteche e riattivare i tirocini — si vede anche dalle attività di studio sul campo che gradualmente riprendono. Il Dipartimento di Geologia dell’Università di Camerino ha riavviato le escursioni didattiche a Gubbio, presso il geosito internazionale del Bottaccione dove, nel 1979, il Premio Nobel per la fisica Luis Alvarez misurò la presenza di una concentrazione insolita di Iridio avanzando l’ipotesi che l’estinzione di massa fosse stata provocata dall’urto di un meteorite con la Terra.

La Conferenza dei Collegi universitari di merito (4.500 studenti ospitati) lancia un appello per la creazione di un fondo per le borse di studio per gli studenti in difficoltà. E anticipa la richiesta di ospitalità degli universitari aprendo i bandi già in questa fase. Ecco, tutta l’università — che ha sofferto meno della scuola il lockdown della scorsa primavera — si sta muovendo in anticipo. Per contenere i danni e continuare in quel percorso di miglioramento che il sistema ha intrapreso da diverse stagioni e che gli indicatori, ranking internazionali compresi, segnalano.


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