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L'Unità on line-Finanziaria, il governo si svela: più tasse alle famiglie e nulla per i più poveri

Finanziaria, il governo si svela: più tasse alle famiglie e nulla per i più poveri di Bianca Di Giovanni Più tasse alle famiglie, nulla (almeno finora) per i più poveri tra i poveri, interi...

16/12/2001
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l'Unità

Finanziaria, il governo si svela: più tasse alle famiglie e nulla per i più poveri
di Bianca Di Giovanni

Più tasse alle famiglie, nulla (almeno finora) per i più poveri tra i poveri, interi comparti del Paese completamente dimenticati (vedi tra gli altri l'assistenza ai disabili, gli aiuti alle mamme, l'associazionismo, i marittimi, i lavoratori del trasporto aereo, i lavoratori esposti all'amianto) o tristemente citati solo per i "tagli" (insegnanti e dipendenti pubblici). È una finanziaria inquietante quella che si sta disegnando nell'aula della Camera, da cui dovrebbe essere licenziata martedì. In un gelido pomeriggio domenicale prenatalizio, in cui i deputati sono chiamati a votare per rispettare il calendario di fine anno, ne emergono i connotati più oscuri. Difficile definirla con un unico aggettivo, questa legge di Bilancio. Il fatto è che nella miriade di articoli ed emendamenti non è scritta tutta la verità del testo: la sua essenza sta prima e dopo.
Prima, cioè nei provvedimenti dei 100 giorni, che hanno elargito a piene mani in favore dei più tutelati (Tremonti-bis e detassazione su successioni e donazioni dei grandi patrimoni), e nel decreto sul rientro dei capitali, con la sanatoria generalizzata a chi ha esportato illegalmente all'estero. Di fronte a questi oneri (di cui sono chiari i beneficiari) la Finanziaria non può che arrancare, cercando coperture improprie e proponendo tagli. Altroché l'emergenza internazionale, invocata proprio ieri dai banchi della maggioranza: le finanze sono state devastate dai ricchi italiani. Quanto al dopo, lo si capirà quando, al posto dello Stato ridotto ai minimi termini, saranno gruppi privati ad erogare servizi, ad insegnare l'inglese e l'informatica ai bambini, ad offrire alloggi agli studenti, asili nido alle mamme, l'assistenza agli anziani. Naturalmente a pagamento. Anche qui, i beneficiari futuri di questa manovra sono molto chiari, ma certo non sono scritti a chiare lettere nel testo all'esame del Parlamento.
Prevedibili, quindi, i commenti dei deputati d'opposizione all'ingresso dell'aula. "È una manovra centralista, che attacca il sistema delle autonomie costringendole a vincoli di spesa ferrei - dichiara Renzo Innocenti - Esce penalizzato anche il lavoro, sia in termini di diritti (mancano gli stanziamenti per i rinnovi dei contratti), sia in termini di professionalità, visto che tutto è ricondotto ai risparmi di spesa". "Un testo clientelare - aggiunge Eugenio Duca -attenta agli interessi di chi ha tanto ed avara con chi ha poco". "Come ne esce la scuola? - dichiara Alba Sasso - Senza fiato, senza speranza". Mimmo Lucà aveva chiesto al governo di non mortificare il "non profit". Ebbene, non è stato ascoltato: respinti in pieno tutti gli emendamenti sui fondi per il servizio civile, quelli per la cooperazione e lo sviluppo, quelli in favore del volontariato, per il turismo sociale, per la copertura delle spese di cura per prestazioni erogate da enti senza scopo di lucro. Per loro non c'è nulla di nulla, nonostante i proclami internazionali sul ruolo dell'Italia in fatto di solidarietà.
La seduta comincia, ed il Dna di chi governa emerge subito. Tra i primi articoli, si discute di fondi da destinare ai lavoratori esposti all'amianto. I risparmi impongono un secco no alle richieste dell'opposizione, che pure ricorda gli sgravi fiscali garantiti ai grandi capitali. Niente da fare, risponde il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas. "D'altronde quest'anno ci siamo occupati della talassemia - dichiara - l'anno prossimo faremo qualcosa per l'amianto". Peccato che le malattie non aspettano i tempi della finanziaria.
Più tardi si scatena un acceso duello sui cosiddetti "incapienti", cioè coloro che guadagnano tanto poco da non esistere per il Fisco, e dunque che non possono godere di detrazioni. L'ulivo chiede che siano erogati fondi direttamente (380 miliardi), la maggioranza oppone motivi tecnici, come la definizione esatta della platea dei beneficiari. Vegas rinvia alla delega fiscale, ma l'aula non ce la fa a "bocciare" in blocco la richiesta. Ci si rende conto, a un certo punto, che mantenere il vuoto assoluto sui più poveri forse è davvero troppo. È la Lega a chiedere che l'emendamento venga accantonato, per trovare una soluzione concordata più tardi. Un filo di speranza c'è ancora, grazie al fuoco di fila dell'opposizione.
Per altri settori, invece, la partita sembra chiusa. Per i marittimi (50mila addetti) non c'è nulla, né sul fronte dei lavoratori, né tantomeno su quello delle imprese. C'è il rischio concreto che le società di navigazione abbandonino il nostro Paese. Oltre al fatto che non si favorisce il trasporto via nave, che l'Ulivo aveva sostenuto con provvedimenti di defiscalizzazione e decontribuzione. Evidentemente le rotte marine interessano meno di quelle autostradali. Ma anche per quelle aeree non arrivano i fondi richiesti dall'emergenza 11 settembre.
Altro "buco nero" è la scuola. Qui il settore - purtroppo - si cita. Si prevede una contrazione degli organici di 34mila unità in tre anni (il 5% del personale), non si stanziano i fondi per il rinnovo del contratto, si chiede di lavorare di più ma solo nelle lezioni tradizionali, diminuisce lo stanziamento l'autonomia.


Massimo Cacciari
La Devolution del Polo è un delirio"

Gian Carlo Caselli
Chi ha perduto
la Sicilia

Forum l'Unità
Una sentenza
che inquina

2° Congresso Nazionale Ds

Frammenti
d'archivio

Finanziaria, il governo si svela: più tasse alle famiglie e nulla per i più poveri
di Bianca Di Giovanni

Più tasse alle famiglie, nulla (almeno finora) per i più poveri tra i poveri, interi comparti del Paese completamente dimenticati (vedi tra gli altri l'assistenza ai disabili, gli aiuti alle mamme, l'associazionismo, i marittimi, i lavoratori del trasporto aereo, i lavoratori esposti all'amianto) o tristemente citati solo per i "tagli" (insegnanti e dipendenti pubblici). È una finanziaria inquietante quella che si sta disegnando nell'aula della Camera, da cui dovrebbe essere licenziata martedì. In un gelido pomeriggio domenicale prenatalizio, in cui i deputati sono chiamati a votare per rispettare il calendario di fine anno, ne emergono i connotati più oscuri. Difficile definirla con un unico aggettivo, questa legge di Bilancio. Il fatto è che nella miriade di articoli ed emendamenti non è scritta tutta la verità del testo: la sua essenza sta prima e dopo.
Prima, cioè nei provvedimenti dei 100 giorni, che hanno elargito a piene mani in favore dei più tutelati (Tremonti-bis e detassazione su successioni e donazioni dei grandi patrimoni), e nel decreto sul rientro dei capitali, con la sanatoria generalizzata a chi ha esportato illegalmente all'estero. Di fronte a questi oneri (di cui sono chiari i beneficiari) la Finanziaria non può che arrancare, cercando coperture improprie e proponendo tagli. Altroché l'emergenza internazionale, invocata proprio ieri dai banchi della maggioranza: le finanze sono state devastate dai ricchi italiani. Quanto al dopo, lo si capirà quando, al posto dello Stato ridotto ai minimi termini, saranno gruppi privati ad erogare servizi, ad insegnare l'inglese e l'informatica ai bambini, ad offrire alloggi agli studenti, asili nido alle mamme, l'assistenza agli anziani. Naturalmente a pagamento. Anche qui, i beneficiari futuri di questa manovra sono molto chiari, ma certo non sono scritti a chiare lettere nel testo all'esame del Parlamento.
Prevedibili, quindi, i commenti dei deputati d'opposizione all'ingresso dell'aula. "È una manovra centralista, che attacca il sistema delle autonomie costringendole a vincoli di spesa ferrei - dichiara Renzo Innocenti - Esce penalizzato anche il lavoro, sia in termini di diritti (mancano gli stanziamenti per i rinnovi dei contratti), sia in termini di professionalità, visto che tutto è ricondotto ai risparmi di spesa". "Un testo clientelare - aggiunge Eugenio Duca -attenta agli interessi di chi ha tanto ed avara con chi ha poco". "Come ne esce la scuola? - dichiara Alba Sasso - Senza fiato, senza speranza". Mimmo Lucà aveva chiesto al governo di non mortificare il "non profit". Ebbene, non è stato ascoltato: respinti in pieno tutti gli emendamenti sui fondi per il servizio civile, quelli per la cooperazione e lo sviluppo, quelli in favore del volontariato, per il turismo sociale, per la copertura delle spese di cura per prestazioni erogate da enti senza scopo di lucro. Per loro non c'è nulla di nulla, nonostante i proclami internazionali sul ruolo dell'Italia in fatto di solidarietà.
La seduta comincia, ed il Dna di chi governa emerge subito. Tra i primi articoli, si discute di fondi da destinare ai lavoratori esposti all'amianto. I risparmi impongono un secco no alle richieste dell'opposizione, che pure ricorda gli sgravi fiscali garantiti ai grandi capitali. Niente da fare, risponde il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas. "D'altronde quest'anno ci siamo occupati della talassemia - dichiara - l'anno prossimo faremo qualcosa per l'amianto". Peccato che le malattie non aspettano i tempi della finanziaria.
Più tardi si scatena un acceso duello sui cosiddetti "incapienti", cioè coloro che guadagnano tanto poco da non esistere per il Fisco, e dunque che non possono godere di detrazioni. L'ulivo chiede che siano erogati fondi direttamente (380 miliardi), la maggioranza oppone motivi tecnici, come la definizione esatta della platea dei beneficiari. Vegas rinvia alla delega fiscale, ma l'aula non ce la fa a "bocciare" in blocco la richiesta. Ci si rende conto, a un certo punto, che mantenere il vuoto assoluto sui più poveri forse è davvero troppo. È la Lega a chiedere che l'emendamento venga accantonato, per trovare una soluzione concordata più tardi. Un filo di speranza c'è ancora, grazie al fuoco di fila dell'opposizione.
Per altri settori, invece, la partita sembra chiusa. Per i marittimi (50mila addetti) non c'è nulla, né sul fronte dei lavoratori, né tantomeno su quello delle imprese. C'è il rischio concreto che le società di navigazione abbandonino il nostro Paese. Oltre al fatto che non si favorisce il trasporto via nave, che l'Ulivo aveva sostenuto con provvedimenti di defiscalizzazione e decontribuzione. Evidentemente le rotte marine interessano meno di quelle autostradali. Ma anche per quelle aeree non arrivano i fondi richiesti dall'emergenza 11 settembre.
Altro "buco nero" è la scuola. Qui il settore - purtroppo - si cita. Si prevede una contrazione degli organici di 34mila unità in tre anni (il 5% del personale), non si stanziano i fondi per il rinnovo del contratto, si chiede di lavorare di più ma solo nelle lezioni tradizionali, diminuisce lo stanziamento l'autonomia.


Massimo Cacciari
La Devolution del Polo è un delirio"

Gian Carlo Caselli
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