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L’Ue supera il target del 40% dei laureati, ma l’Italia resta fanalino di coda

'Italia che tra i 28 della Ue è praticamente fanalino di coda con il 27,8% di laureati, superata solo dalla Romania con il 24,6 per cento. L'Italia è anche tra i Paesi che conta più abbandoni agli studi, dopo Spagna, Malta e Romania

29/04/2019
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Il Sole 24 Ore

Marzio Bartoloni

L'Europa conquista e supera di poco il target del 40% di laureati in anticipo rispetto a quanto si era prefissato (l'obiettivo era previsto entro il 2020). Nel 2018 - avverte Eurostat - si contavano infatti il 40,7% di giovani europei (30-34 anni ) in possesso di un titolo di formazione terziaria. Ma con vistose eccezioni, a partire dall'Italia che tra i 28 della Ue è praticamente fanalino di coda con il 27,8% di laureati, superata solo dalla Romania con il 24,6 per cento. L'Italia è anche tra i Paesi che conta più abbandoni agli studi, dopo Spagna, Malta e Romania. 

I dati sono stati appena diffusi da Eurostat che “celebra” il raggiungimento di questo target del 40% già nel 2018 (rispetto al 2020 previsto originariamente), con i laureati che in meno di 20 anni in Europa sono quasi raddoppiati passando dal 23,6% del 2002 al 40,7% nel 2018. Una crescita importante, questa, che è stata ancora più significativa per le donne: se nel 2002 risultavano laureate (nella fascia d'età 30-34 anni) nel 24,5% dei casi nel 2018 sono diventate il 45,8 per cento. Un aumento che però, come detto, vede grandi differenza all'interno dell'Europa. Spiccano innanzitutto le performance dei Paesi nordici dove oggi praticamente un giovane su due risulta laureato: in Irlanda la quota raggiunge il 56,3%, in Olanda il 49,4%, in Danimarca il 49,1%, nel Regno Unito il 48,8%, in Francia il 46,2% e in Spagna il 42,4%. Poco più indietro la Germania con il 34,9 per cento. In coda l'Italia che, nel 2018, si è attestata con la quota di laureati al 27,8% : solo la Romania ha fatto registrare un risultato più basso, il 24,6%. Va però segnalato che comunque l'Italia ha fatto un buon balzo in avanti partendo da numeri bassi: nel 2002 contava una quota di laureati del 13,1%. In poco meno di 20 anni li ha quasi raddoppiati.

Che l'Italia non sia il Paese dei laureati - a discapito di quanti pensano che invece ne abbiamo troppi - lo dimostra anche l'altro dato(sempre negativo) che ci vede stavolta in cima alla classifica per abbandoni degli studi. In Europa la percentuale di giovanissimi (18-24 anni) che hanno lasciato in anticipo gli studi erano il 10,6% nel 2018, in calo rispetto al 17% che era stato registrato nel 2002. In Italia chi non continua a studiare, ma neanche a formarsi, dopo il primo ciclo di scuola secondaria è invece il 14,5% dei nostri ragazzi tra i 18 e i 24 anni. In questo caso risultiamo al quarto posto di questa speciale classifica che vede in cima la Spagna con una quota del 17,9% seguita da Malta (17,5%) e Romania (16,4%). In Europa i Paesi invece che hanno meno abbandoni in anticipo sono la Croazia (3,3%), la Slovenia (4,2%), Lituania (4,6%), Grecia (4,7%), Polonia (4,8%) e Irlanda (5 per cento). 


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