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«L’Istruzione? Mi piacerebbe È il percorso che ho iniziato»

Fioramonti (M5S)

31/08/2019
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

Roma Un programma snello, in pochi punti: così Lorenzo Fioramonti, viceministro M5S dell’Istruzione nel governo gialloverde e tra i papabili per succedere a Bussetti nel governo giallorosso, fissa i primi paletti per Università e scuola: «La scuola, la formazione e la ricerca devono essere al centro del programma perché ormai la conoscenza è il nuovo petrolio. Ma per rilanciare il settore bisogna chiudere la piaga del precariato di scuola, università e enti di ricerca». Quanto costerebbe? «Ci vogliono investimenti di rilievo, certo. Qualcosa abbiamo già fatto con il governo passato». Non moltissimo. «Abbiamo fatto alcuni provvedimenti importanti ma non significativi. Credo che serva un miliardo aggiuntivo per l’Università e due per la scuola: dobbiamo dare un orizzonte a scienziati e ricercatori che a 45 anni sono ancora supplenti e a quegli insegnanti precari da molti anni. I fondi si possono trovare con interventi fiscali mirati, quella che chiamo l’Iva strategica». Vuole aumentare le tasse? «Bastano delle micro tasse di scopo: una sulle merendine, una sulle bevande zuccherate, un’altra sui biglietti aerei. Sono beni dannosi per la salute e servizi inquinanti. Ho calcolato che così si possono ricavare 2,5 miliardi». Potreste così aumentare gli stipendi degli insegnanti? «Vedremo le possibilità, di certo dobbiamo risolvere il problema delle classi pollaio: i miei figli vanno a scuola in Germania e lì sono 21 in classe. Spero che la sperimentazione dell’educazione civica funzioni e che riusciremo a dare la giusta importanza alle accademie e ai conservatori» Dell’autonomia differenziata cosa pensa? «La scuolaè un bene nazionale: dunque no a prof regionalizzati. Altro è se le regioni invogliano gli insegnanti con affitti facilitati, buoni pasto o altri benefit aggiuntivi». Vorrebbe fare il ministro? «Anch’io seguo i giornali. Mi piacerebbe portare avanti il percorso che ho iniziato».


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