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L’insegnante è gay le suore la licenziano

Trento, la scuola riceve finanziamenti pubblici, scoppia la polemica

20/07/2014
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La Stampa

Maurizio di Giangiacomo - Trento

Licenziata perché lesbica. È successo a un’insegnante trentina, da anni impiegata all’istituto “Sacro Cuore”. Dopo che il caso è stato portato all’attenzione dell’opinione pubblica dai rappresentanti locali della Lista Tsipras, i vertici della scuola cattolica hanno prima cercato di giustificare il mancato rinnovo del contratto con l’esigenza di far quadrare i conti. Poi è arrivata la presa di posizione della direttrice, la madre superiora Eugenia Libratore, che ha dichiarato di aver fatto una valutazione «di carattere etico morale», confermando sostanzialmente le accuse della docente e facendo così esplodere il caso anche sul fronte politico. Perché l’istituto percepisce contributi pubblici.

Ma torniamo ai fatti, come raccontati dall’insegnante, convocata nei giorni scorsi dalla direttrice. Che ci fosse qualcosa di strano, l’ha capito quando il personale non le ha permesso di accedere alla segreteria, facendola accomodare nella saletta del ricevimento. «Evidentemente – dice la docente – quell’incontro non doveva avere testimoni. La direttrice mi ha fatto i complimenti per il mio lavoro, ma poi mi ha spiegato che c’era un problema: le voci che circolavano sul mio conto. Ho capito subito che si riferiva al mio orientamento sessuale. Mi ha chiesto semplicemente di smentirle, in cambio l’istituto avrebbe chiuso un occhio. Mi ha chiesto se è vero che ho una compagna: le ho risposto che sono cose che attengono alla mia sfera privata, estranee alla mia professione, che la mia vita sessuale e sentimentale non può essere oggetto di una discussione. Sapevo che il mio contratto sarebbe scaduto, non ho pensato ad impugnare il provvedimento, anche perché non volevo più avere nulla a che fare con un istituto che ha una posizione così scorretta, omofoba, fuori dalla Costituzione».

Quello dell’insegnante trentina - che successivamente ha chiesto tutela alla Cgil - è diventato comunque un caso nazionale, soprattutto dopo le dichiarazioni della direttrice del “Sacro Cuore”, la madre superiora Eugenia Libratore. «Le ho detto che avevo saputo di quelle voci, che speravo fossero solo dicerie, perché devo tutelare l’ambiente scolastico - ha dichiarato la religiosa - Dovendo scegliere un’insegnante per una scuola cattolica, devo fare valutazioni anche dal punto di vista etico morale. Qui ci sono mille studenti, il nostro istituto ha una sua caratteristica, aspetti educativi e orientativi propri: dobbiamo difenderli, a tutti i costi».

Durissima l’Arcigay, che pretende che la Provincia chieda spiegazioni a una scuola paritaria finanziata con denaro pubblico. L’assessore provinciale alle Pari Opportunità, Sara Ferrari, sottolinea come l’ordinamento italiano vieti licenziamenti discriminatori basati sull’orientamento sessuale del lavoratore. Le associazioni Arcilesbica, Agedo, Equality e Famiglie Arcobaleno parlano di «esecuzione dopo processo sommario e stupro» e chiedono al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, d’intervenire «per restituire all’insegnante offesa la sua dignità di persona».