FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3956813
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » «L’educazione doveva essere al primo posto Le soluzioni sulle misure si decidono con noi»

«L’educazione doveva essere al primo posto Le soluzioni sulle misure si decidono con noi»

 Ha bocciato come «irricevibile» il piano del governo per la riapertura delle scuole. Poi Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, si è messo al lavoro per contribuire a cambiarlo

26/06/2020
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

ROMA Ha bocciato come «irricevibile» il piano del governo per la riapertura delle scuole. Poi Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, si è messo al lavoro per contribuire a cambiarlo. E se tanti vorrebbero cambiare anche la ministra, lui evita il tema rimpasto e lancia un appello alla collaborazione.

Per la destra Azzolina è inadeguata e si deve dimettere. E anche nella maggioranza c’è chi invoca un rimpasto. Il suo voto alla responsabile dell’Istruzione?

«Niente pagelle, troviamo piuttosto soluzioni efficaci insieme. Noi stiamo ci stiamo confrontando con l’esecutivo per arrivare a misure applicabili, che permettano la riapertura delle scuole, non altro. E confidiamo di poter arrivare a un testo condiviso sulle linee guida già alla prossima riunione della Conferenza unificata Stato-Regioni. Non abbiamo esitato a dire no a proposte che non trovavamo convincenti ma la ministra sa che le Regioni sono impegnate a trovare soluzioni condivise».

Sul passaggio forse più delicato della nuova fase il governo ha scontentato tutti, docenti, studenti e genitori e acceso proteste di piazza. Non è ora che Conte batta un colpo?

«La gestione di una pandemia senza precedenti ha richiesto l’impegno straordinario di tutto il Paese, istituzioni e cittadini. Ma fin dall’inizio della fase 2 la scuola doveva essere messa al primo posto. È la priorità, l’Italia non riparte davvero se non riparte la scuola».

Vuol dire che il governo Conte non ha messo la scuola al primo posto?

«A settembre tutti gli studenti devono poter essere presenti in aula, coi propri insegnanti, in sicurezza. Sono certo che il presidente Conte farà tutto quello che serve perché ciò avvenga e le Regioni sono pronte a dare il loro contributo, come sempre».

Come cambieranno le linee guida?

«Stiamo lavorando perché la didattica avvenga in aula, in presenza. Al governo abbiamo chiesto soprattutto due cose, il personale necessario, docente e non docente, e le risorse finanziarie per partire davvero in sicurezza. La nuova scuola richiederà più spazi e lezioni su più turni, la gestione degli ingressi, trasporti adeguati, i controlli. Qualsiasi soluzione, anche la migliore, deve poter marciare su gambe solide, altrimenti rischia di essere tutto inutile».

Basterà il miliardo chiesto da Azzolina?

Stiamo lavorando perché la didattica avvenga

in aula

Perciò abbiamo chiesto

il personale necessario

«Abbiamo appena ricevuto il parametro definitivo sul distanziamento, che è di un metro da bocca a bocca. E solo ora siamo in grado di verificare in quali e quanti istituti può essere assicurato e quali interventi serviranno in quelli carenti. Impossibile quindi fare cifre».

E il personale?

«Bisogna assicurare tutto il personale necessario. Come Regioni abbiamo chiesto il ripristino dell’organico di diritto del prossimo anno, il che vuol dire reintegrare più di mille docenti, oltre al personale Ata aggiuntivo necessario per gestire la ripartenza. Nelle scuole dell’infanzia il numero degli educatori andrà incrementato in maniera cospicua. Su questi aspetti dal governo sono arrivate aperture importanti».

L’intenzione è davvero quella di scaricare le responsabilità sui dirigenti scolastici?

«I dirigenti scolastici devono poter organizzare il rientro in classe nelle migliori condizioni e questo non dipende da loro. Dopodiché, saranno chiamati a decidere e ad assumersi le responsabilità che il loro ruolo richiede».

Le Regionali saranno un passaggio cruciale per la tenuta del governo. Senza accordi con il M5S rischiate il cappotto?

«Dalla destra sento discorsi che già ascoltavo mesi fa durante la campagna elettorale in Emilia-Romagna. Per loro un trionfo annunciato, per me una batosta e il governo pronto ad andare a casa. È andata molto diversamente. Abbiamo vinto con un centrosinistra largo, aperto alle esperienze civiche nate sul territorio, spesso attorno all’attività di sindaci lontani dal nostro perimetro politico».

Presidente, il virus ha cambiato completamente il quadro politico e il governo è in affanno.

«Ascoltare i cittadini e fare proposte che guardino al futuro, a una società da costruire, invece che guardarsi indietro o scagliarsi contro qualcuno, resta per me la sola strada possibile. Basta con i politicismi che nessuno capisce. Parliamo alle persone, così si vince, altroché cappotti».

Il Pd ha un segretario eletto alle primarie

e il compito del partito deve essere rafforzare l’azione

di questo governo

Nel Pd è iniziata la corsa per sostituire Zingaretti?

«No. Occorre dare risposte forti a un Paese che ha vissuto mesi drammatici e che ha davanti a sé una fase molto complicata. Il Pd ha un segretario eletto alle primarie e il compito del mio partito deve essere rafforzare l’azione del governo e rinsaldare la maggioranza, partendo dalle cose da fare. Meno parole e più fatti. Su questo mi sento impegnato anch’io, da democratico e da uomo delle istituzioni».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL