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L’aula 3.0 e le «lezioni capovolte» I genitori: sembra di stare all’asilo

La sezione sperimentale di un liceo scientifico di Bari dove i ragazzi montano in cattedra e la connessione a Internet è continua. Il dibattito: passo avanti o indietro?

15/09/2015
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Corriere della sera

Alessandra Dal Monte

Una sezione sperimentale, la prima M, che tutti giorni frequenterà non una classe normale ma un’aula 3.0. In cui al posto dei banchi ci sono dei tavoli modulabili, al posto della lavagna degli schermi interattivi, al posto dei quaderni dei tablet con tastiera. E al posto della classica lezione frontale la «flipped classroom», la «lezione capovolta», con gli studenti che salgono in cattedra rielaborando la lezione del giorno attraverso lavori di gruppo e presentazioni collettive. Il liceo scientifico Arcangelo Scacchi di Bari inizia il nuovo anno scolastico con un’aula tecnologica donata da un privato, la società informatica Auriga. Una struttura che consente a insegnanti e ragazzi di fare lezione sia con la connessione continua a Internet sia con una rete interna, stravolgendo di fatto la didattica.
 

Ragazzi al posto dei prof

«Qui gli alunni potranno imparare con il metodo cooperativo, incentrato non sulla lazione frontale tradizionale ma sul debate, il dibattito», spiega il preside Giovanni Magistrale. «In pratica i docenti potranno inviare la lezione del giorno successivo ai ragazzi già nel pomeriggio, chiedendo loro di ragionarci e di arrivare a scuola con idee e spunti per riflettere insieme su quell'argomento». Un modo per coinvolgere in prima persona gli studenti, per farli diventare protagonisti dell’apprendimento, per costringerli a ragionare, a fare collegamenti, a lavorare insieme. «L’obiettivo è che siano loro a confezionare le lezioni — sintetizza il preside — In inglese questo si chiama flipped classroom, lezione capovolta». Non solo. Tutto nell’aula è studiato per potenziare l’esperienza scolastica: anche i colori dei muri, rosso e blu, avrebbero effetti sull’apprendimento. Secondo gli ultimi studi di color design il rosso aiuta a stimolare la concentrazione e la memoria mentre il blu ha effetto sull’immaginazione e sulla creatività.


 

Le proteste

Proprio su questo punto qualche genitore si è lamentato. Quando la scuola ha annunciato l’arrivo della nuova aula sul sito sono arrivati diversi commenti negativi: «Stiamo tornando all’asilo», ha scritto qualcuno. «Meglio la scuola di una volta», ha aggiunto qualcun altro. Il preside ha la replica pronta: «Intanto abbiamo inserito in quella classe solo i ragazzi interessati alla sperimentazione , scelti dopo aver parlato con tutte le famiglie. E poi nessuno si deve preoccupare, stiamo andando avanti con prudenza. Stiamo formando gli insegnanti con l’aiuto dello sponsor, in modo che padroneggino gli strumenti. E chi ancora non dovesse sentirsi pronto può continuare a insegnare normalmente. La linea è questa: là dove la tecnologia può portare un valore aggiunto alla didattica la usiamo, là dove invece è meglio il metodo tradizionale continuiamo con quello».

Il futuro

Di certo, comunque, i 28 alunni della prima M stanno creando un precedente. Stanno dando vita alla prima «sezione 3.0» del liceo: l’anno prossimo sarà la scuola a continuare l’investimento avviato da Auriga, garantendo la possibilità anche a un’altra prima di continuare il percorso digitale. «Spenderemo circa 30 mila euro per un’altra aula 3.0 — spiega il preside — In parte sono risorse del ministero, in parte europee e in parte derivanti dai contributi delle famiglie». Da settembre 2016, infatti, per tenere con sé il tablet ogni famiglia dovrà sborsare 250 euro oltre al contributo già richiesto (50 euro per il primo anno, 100 nei successivi).