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L'assessore dell'Emilia-Romagna: "Togliamo i professionali: siano tutti licei

Non ci gira intorno Vincenzo Colla: "Non è possibile che solo il nome di una scuola diventi una questione di censo"

15/10/2020
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la Repubblica

Ilaria Venturi

L'uscita è destinata a fare discutere e riapre il tormentone sulla licealizzazione della scuola superiore italiana. E sulla situazione critica dei professionali in calo di iscrizioni. Dice l'assessore allo Sviluppo economico dell'Emilia Romagna Vincenzo Colla a un convegno: "Dobbiamo togliere gli istituti professionali, che non possono essere solo dei riformatori, considerati istituti di serie B perché ad oggi sono presidi sociali: devono diventare tutti licei".

Un giudizio che poi l'assessore spiegherà meglio: "Non dico che i professionali sono dei riformatori, ma che questa è l'idea comune che gira e che va contrastata. Intendevo dire che questi istituti, dove ci sono docenti di valore, vanno qualificati e valorizzati, non considerate scuole dove vanno gli studenti difficili, che provengono da contesti svantaggiati". Rimane la proposta, che apre una riflessione nel mondo della scuola a un mese dalla partenza degli Open Day per la scelta delle superiori. Licei professionali, immagina Colla, così come le vecchie ragionerie sono diventare licei economici e le Magistrali licei delle Scienze umane.

Come a dire: se le famiglie corrono tutte verso i licei, allora chiamiamo anche gli istituti professionali licei. "Non basterà cambiare nome, ma almeno diamo un segnale: non è possibile che solo il nome di una scuola diventi una questione di censo e che una volta finita la scuola le opportunità siano ancora una questione di censo. Facciamo capire che i professionali non sono istituti di serie B, dove vanno solo i ragazzi in difficoltà, mentre le élite vanno ai licei. Stiamo parlando di ragazzi e di scuola pubblica. Il tema è creare uguaglianza. Ricordo, con Tullio De Mauro, che esiste una intelligenza delle mani".

La ricetta per l'assessore ex sindacalista è quella di investire sui professionali, al contrario penalizzati con l'ultima riforma, "occorre dare dignità a queste scuole dal punto di vista del ruolo e delle potenzialità". Dunque laboratori all'avanguardia, stage nelle imprese innovative e nei tecnopoli e possibilità di percorsi dignitosi di lavoro.

Il convegno (online) era sulla green economy e l'Emilia Romagna sta costruendo il patto per il lavoro e per il clima. Questo il contesto, in un territorio fatto da piccole e medie imprese. "Dire green new deal per me significa anche riscoprire la cultura tecnico-scientifica di questa regione - afferma Colla- l'istruzione deve avere un indirizzo politico, non è solo un fatto sociale. Devo dire ai ragazzi che c'è un ultimo miglio e che c'è una direzione in cui è più facile trovare lavoro, devo fare un'operazione di verità con le famiglie sugli sbocchi professionali. E allora devo fare le lauree professionalizzanti, gli Its e integrare questi due strumenti, così un ragazzo può fare la passerella da uno all'altro. E dobbiamo fare più Ifts", ovvero percorsi di Istruzione e formazione tecnica superiore.

Secondo Colla, del resto, "non si fanno prodotti green se non c'è una sterzata sulle competenze. E noi abbiamo bisogno di un 'new deal' anche su questo". Perciò, afferma l'assessore, nel nuovo Patto per il lavoro "faremo un grande investimento in questa direzione: i fondi europei di Fse e Fesr saranno destinati alla ricerca e allo sviluppo delle competenze".