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L'appello dei sindacati uniti: "Un commissario per la ripartenza della scuola"

Videoconferenza sull'apertura a settembre: "Un Piano Marshall per l'istruzione, tre miliardi extra solo per partire. E la ministra Azzolina smetta di buttare fuoco sul fuoco"

05/05/2020
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ItaliaOggi

Corrado Zunino

ROMA - Servono investimenti, per far ripartire la scuola, "non una ministra che cambia opinione ogni ventiquattr'ore". Lo dice Francesco Sinopoli, segretario della Cgil scuola, i lavoratori della conoscenza. E dettaglia Maddalena Gissi, segretaria Cisl (scuola): "Tre miliardi di euro, la cifra che circola, servono solo per pagare le supplenze per dieci mesi se fai lo sdoppiamento di infanzia e primaria". La segretaria Snals, Elvira Serafini"Per riaprire infanzia e superiori sono necessari cinque miliardi e mezzo".

Ruota molto intorno al tema delle risorse speciali, la videoconferenza dei cinque sindacati sempre più unitariamente contro la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che non ha mai osato mettere al centro del dibattito la questione. E il livello della tensione è così alto che la Cisl arriva a esplicitare: "Siamo fermi all'anno sotto zero, per la scuola e la ripartenza a settembre serve un commissario, che conosca la materia, ascolti i lavoratori e inizi a preparare un piano per un rientro che sarà difficilissimo". Un commissario come per il Ponte Morandi, dice, qualcosa in più di un capo di un Comitato di esperti, il pur bravo Patrizio Bianchi, che, comunque, è già su posizioni distanti dalla stessa ministra che lo ha nominato. "Serve un vero e proprio Piano Marshall".

Lo Snals fa sapere: "Non si può immaginare, a settembre, una classe metà in didattica a distanza, metà in aula. La scuola è interazione. La ministra non può andare in tv, dichiarare e poi spiegare: "Volevo vedere le reazioni del mondo dell'istruzione, un po' di serietà. La scuola brucia e la Azzolina ogni giorno butta altro fuoco".
Pino Turi, segretario Uil scuola: "C'è un ministro il cui unico piano è quello di escludere i sindacati. In tutti i settori si fanno accordi, non nell'istruzione. La gestione degli orari va lasciata alle singole scuole, autonome. E i concorsi in estate più gli spostamenti di centomila docenti in mobilità più la ripartenza più i centri estivi garantiranno il caos a settembre. Servirebbe fare meno movimenti possibili, qui si sta amministrando senza alcuna logica. Non ci piacciono i pieni poteri della Azzolina, tanto più perché sono stati assegnati a una ministra che non sa dove ci porta. Ha paura del confronto perché non ha idee e approfitta di un sindacato che, per la pandemia, non si può mobilitare".
Lo scorso febbraio - prima della quarantena bimensile - uno sciopero confederale era già stato fissato: per il 17 marzo. Ora i cinque sindacati hanno segnato per mercoledì 13 maggio una campagna di videoassemblee sulle decisioni della ministra. E' la lotta al tempo del Covid.

Rino Di Meglio, Gilda degli insegnanti: "Lo sa la ministra che un termoscanner costa migliaia di euro e che gli istituti scolastici in Italia sono 42.600? Forse non lo sa ed è giunta l'ora che ci rivolgiamo direttamente al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte". Chiude Francesco Sinopoli: "Senza risorse straordinarie non c'è riorganizzazione dell'orario di lavoro né ripartenza a settembre, con priorità per materne ed elementari. Il ritardo è già grave, la scuola deve diventare una priorità del governo subito"