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kw scuola - carte bollate contro la riforma

Carte bollate contro la riforma Redazione KwScuola Gli studenti italiani, incassata l'adesione di alcuni rettori universitari e di una rappresentanza dei docenti delle scuole medie superior...

29/01/2002
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Carte bollate contro la riforma
Redazione KwScuola

Gli studenti italiani, incassata
l'adesione di alcuni rettori universitari e di una rappresentanza dei docenti delle scuole medie superiori, in occasione degli Stati generali organizzati a Napoli dalla Confederazione degli studenti, hanno scelto di puntare decisamente sul metodo propositivo: basta con le proteste sterili; occorrono proposte concrete per arginare gli effetti negativi della riforma Moratti, in particolare la divisione "classista" in due tipologie di studenti: quelli destinati all'avviamento professionale e quelli che formeranno l'elite dirigenziale; una scelta, oltretutto, che deve essere compiuta a soli dodici anni. C'è inoltre forte preoccupazione per i tagli che la Finanziaria ha compiuto sul diritto allo studio e sui finanziamenti agli atenei.

In linea con questa nuova strategia gli studenti si sono riuniti con un pool di avvocati per studiare gli aspetti incostituzionali della riforma Moratti-Bertagna.
"Ci stiamo avviando - ha spiegato Francesco Borrelli, presidente nazionale della Confederazione degli studenti - verso uno scontro politico e legale nei confronti di questa riforma. Il ministro deve riaprire il dialogo con gli studenti, altrimenti la Cds sarà costretta a presentare un ricorso contro il ministero". "I valori espressi con la bozza Bertagna di riforma dell'istruzione secondaria appaiono al momento poco chiari, in bilico sotto il profilo della costituzionalità - ha dichiarato uno degli avvocati - In primo luogo l'accesso ad un percorso formativo professionale, che sbocchi verso il mondo del lavoro, ovvero ad un percorso formativo che porti l'alunno verso i più alti gradi dell'istruzione, è fortemente limitato dalle condizioni sociali di partenza della famiglia che, a norma di legge, effettua la scelta al momento dell'iscrizione dell'alunno. Nella bozza non è previsto alcun rimedio che sia in grado di sterilizzare le distinzioni economiche di partenza, proponendo alle famiglie dei capaci e meritevoli con redditi medio-bassi un sostegno concreto che non faccia sentire il peso di costi (acquisto materiale didattico, ecc.) che in alcuni casi rappresentano un insopportabile vincolo a danno dei più disagiati. In pratica, una volta scelto l'avviamento professionale, pur se con delle cosiddette passerelle per ottenere una istruzione migliore in istituti a formazione completa, appare difficile e sicuramente non disciplinato, il sistema attraverso il quale si garantisce che i più capaci e meritevoli ottengano medesimi diritti rispetto ad altri provenienti da ceti sociali avvantaggiati".
Ebbene, se questa è l'architettura della riforma - assicurano i legali - appaiono non rispettati i principi sanciti dagli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione, laddove si impone alla Repubblica di..."rimuovere gli ostacoli di natura sociale ed economica che limitano di fatto la libertà ed uguaglianza dei cittadini impedendo il pieno sviluppo della persona umana...". Sul piano più squisitamente tecnico - aggiungono i legali - non è ancora comprensibile il funzionamento degli organi collegiali di rappresentanza definiti "Consigli di amministrazione". Significa in pratica che la gestione della didattica e della vita dei singoli istituti, a seguito della autonomia didattica ed amministrativa, perderà come soggetto il corpo studentesco, che non avrà più l'opportunità di avere una sede piena di confronto sulle problematiche scolastiche, ma verrà ridotto ad una funzione meramente consultiva. Non si comprende infatti come sia possibile chiamare studenti minorenni ad assumere decisioni e posizioni in merito a problematiche di bilancio e di gestione economica, laddove questo è impedito da nostro ordinamento, ed esautorando, di fatto, i rappresenti eletti da ogni possibilità di incisione reale sulla gestione dell'istituto, compito prima affidato al Consiglio di istituto.


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