FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3765605
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » kataweb-Organi collegiali, riforma sotto tiro

kataweb-Organi collegiali, riforma sotto tiro

Organi collegiali, riforma sotto tiro La Cgil sta organizzando "una grande mobilitazione" in tutte le scuole alla quale hanno già aderito anche i Verdi; la Uil esprime "netto dissenso" e a...

02/03/2002
Decrease text size Increase text size
Kataweb

Organi collegiali, riforma sotto tiro

La Cgil sta organizzando "una grande mobilitazione" in tutte le
scuole alla quale hanno già aderito anche i Verdi; la Uil esprime "netto dissenso" e annuncia iniziative di "pressione e informazione" nei confronti dei parlamentari; l'Unione degli studenti proclama tre giornate di mobilitazione nazionale (dal 6 all'8 marzo) con manifestazioni in varie città: le critiche che erano subito piovute sulla riforma degli organi collegiali che arriverà in aula alla Camera i primi di marzo dopo essere stata approvata dalla Commissione cultura, si stanno ora trasformando in concrete iniziative di protesta.
La Cgil scuola, bocciando il provvedimento, invita "tutti coloro che considerano la natura pubblica dell'istruzione una valore e la democrazia un diritto" a contribuire "alla promozione di una grande e duratura mobilitazione in tutte le scuole in concomitanza con la prossima discussione parlamentare del disegno di legge".
Il testo di riforma degli Organi collegiali della scuola - afferma infatti il segretario generale della Cgil Scuola, Enrico Panini - "è pessimo. Con pochi articoli si trasforma la scuola in impresa. I docenti sono ridotti al ruolo di semplici esecutori, il personale che opera nei servizi è scacciato da ogni istanza di partecipazione come fossero appestati, sui genitori si scarica una cultura familistica in base alla quale si alimenta la convinzione che l'istruzione abbia una dimensione localistica, il dirigente diventa il soggetto sul quale si accentrano poteri e responsabilità in un'assurda e inaccettabile commistione fra indirizzo e gestione".
Secondo Panini "siamo in presenza di una operazione chiaramente ideologica che renderà le scuole più povere di partecipazione proprio quando l'autonomia scolastica avrebbe consentito, finalmente, decisi passi avanti rispetto alla situazione precedente".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna: "Purtroppo, dopo tanto discutere è uscita una mediazione che rischia di determinare sfiducia nel personale e problemi alla gestione delle scuole". La Uil Scuola evidenzia, tra l'altro, tre elementi "molto negativi": "l'incomprensibile esclusione del personale Ata, che invece ha una presenza anche nei consigli di amministrazione delle università; l'introduzione del garante degli utenti che, addirittura, solo in quanto il più votato tra i genitori assume la presidenza del comitato di valutazione; la mancata modernizzazione attraverso un'equilibrata presenza delle componenti esterne quali le forze sociali, e la semplice diatriba tra numero dei genitori e numero dei docenti". Rimane "forte la preoccupazione per l'autonomia didattica del corpo docente e su questi aspetti - ha concluso il leader sindacale - la Uil è impegnata ad organizzare modalità di pressione e informazione nei confronti dei parlamentari, per evitare l'approvazione di un testo che creerebbe tensioni, demotivazioni e problemi alle scuole".

Sul piede di guerra anche l'Unione degli studenti. Dal 6 all'8 marzo, sono state proclamate tre giornate di mobilitazione nazionale, con manifestazioni in varie città. Slogan della protesta, mutuato dal dialetto partenopeo, "Acca' nisciuno è fesso!". Sono in programma manifestazioni, assemblee, sit-in e azioni simboliche di disobbedienza: "Ci presenteremo ad esempio ai consigli di istituto indetti nelle scuole per quei giorni - hanno spiegato gli studenti - in numero superiore rispetto a quello oggi previsto, vale a dire tre o quattro, e prenderemo tutti la parola".
L'obiettivo, sottolinea l'Uds, è "costruire un'alleanza anche con le altre componenti della scuola, per chiedere che questa sia innanzitutto luogo di presenza democratica". Un no deciso, quindi, quello pronunciato dall'organizzazione studentesca nei confronti della riforma messa a punto dal ministero dell'Istruzione e della nuova articolazione degli organi collegiali che, afferma l'Uds, "non lasciano spazi reali di discussione e partecipazione all'interno delle scuole". L'Uds contesta, inoltre, la "farsa" del cambio di nome da Consiglio di amministrazione a Consiglio di scuola per il principale organo di autogoverno degli istituti: "Il punto - rilevano gli studenti - è che tale organo non ha alcun potere reale nè facoltà di decidere in merito alle questioni sostanziali della vita scolastica. Non è un problema di numero degli studenti al suo interno rappresentati, nè un problema formale di nome, la questione vera è la funzione che si vuole riconoscere a questo organo fondamentale". Infine, conclude l'Unione degli studenti, "siamo nettamente contrari all'impostazione aziendalistica che si vuole dare alle scuole attraverso i nuovi organi collegiali. La dimostrazione, se ve ne fosse bisogno, è la prevista figura del garante dell'utenza: una figura inaccettabile perchè nella scuola è assurdo parlare di utenza".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL