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kataweb-Mamma supplente? Paga ridotta

Mamma supplente? Paga ridotta Congedi parentali dei supplenti: paga piena oppure no? La questione non è nuova, ma a rilanciarla è stata la rivista specializzata Tuttoscuola nella sua ultima news...

05/03/2002
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Kataweb

Mamma supplente? Paga ridotta

Congedi parentali dei supplenti: paga piena oppure no? La questione non è nuova, ma a rilanciarla è stata la rivista specializzata Tuttoscuola nella sua ultima newsletter, alla luce di una nota interna del ministero dell'Istruzione dello scorso gennaio che, secondo quanto riportato dalla rivista, si pronuncerebbe a sfavore dei supplenti. Se la cicogna arriva, sono dunque tempi duri per la mamma-supplente. Perchè? Da sempre, sottolinea Tuttoscuola, i supplenti in congedo per maternità "hanno percepito una retribuzione inferiore a quella del personale di ruolo. Ma il dibattito si è riacceso dopo la presa di posizione del ministero dell'Istruzione, che si è pronunciato sulla questione, mentre i sindacati - rileva la rivista - protestano per quella che considerano un'invasione di campo: non spetta a viale Trastevere prendere posizione, in quanto in regime privatistico tale possibilità è rimessa esclusivamente ai contraenti, Aran e sindacati firmatari". Ma da dove nasce la diatriba? La legge 53/2000, che ha dettato nuove norme sull'intera materia dei congedi parentali, ricorda Tuttoscuola, non prevede nulla di preciso sulle retribuzioni dei supplenti in maternità, ma ha precisato che "i contratti collettivi di lavoro possono prevedere condizioni di maggior favore rispetto a quelle previste dalla presente legge". Con il contratto scuola del biennio 2000-2001 si è poi aperta una nuova prospettiva, grazie alla generica dizione che attribuisce al personale dipendente, senza distinzione di posizione, le nuove norme di tutela della maternità e paternità. Uguale previsione si trova in altri contratti di comparti pubblici. Anche l'Agenzia nazionale per la negoziazione nei comparti pubblici (Aran), in risposta ad un quesito, ha precisato che "il trattamento dei supplenti è uguale a quello dei titolari". Da circa un anno, sottolinea la rivista, anche le istituzioni scolastiche si muovono nel dilemma: pagare i supplenti come il personale di ruolo o no? In Emilia-Romagna, afferma Tuttoscuola, "il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale aveva sciolto positivamente l'interrogativo, ma ha poi preferito chiedere conferma all'Aran, che ha risposto nel senso sopra indicato. E a Novara, il provveditore agli studi ha invece preferito girare il quesito direttamente al ministero". E proprio il ministero, afferma Tuttoscuola, con una "nota interna del Gabinetto, prot. 5040, del 24.1.2002, trasmessa anche al provveditorato di Novara, ha espresso l'avviso che la retribuzione dei supplenti non possa essere uguale a quella dei titolari". Si annuncia a questo punto, conclude la rivista specializzata, un "duro scontro tra sindacati e ministero".
E, infatti, "la nota del ministero dell'Istruzione secondo cui la retribuzione in maternità per i supplenti non può essere uguale a quella dei titolari è sbagliata" - sostiene il segretario generale della Uil Scuola Massimo Di Menna.
"Non solo sbagliata ma anche illegittima - afferma il leader sindacale - perchè non c'è solo il contratto che regolamenta favorevolmente tale norma, ma la legge sulla tutela delle lavoratrici madri del 2000 riguarda tutte le lavoratrici che si trovano in congedo obbligatorio per maternità e non poteva essere diversamente. Inoltre il testo unico che riassume norme di legge contrattuale del 2001 dice che, in ogni caso, si applica la norma più favorevole". E' "impensabile - secondo Di Menna - che una donna che deve lasciare il lavoro per la maternità possa, per il periodo previsto, essere danneggiata con una riduzione della retribuzione. Verificheremo i casi di applicazione di questa nota illegittima e tuteleremo le persone coinvolte in sede legale".
E, secondo Irene Pivetti, presidente dell'Udeur "questo sì che è un caso che andrebbe sottoposto alla Corte costituzionale. Non conosco la legislazione nello specifico ma so di altri casi di norme discriminanti applicate a donne in maternità per le quali la Corte ha sancito la loro incostituzionalità. Questo delle insegnanti supplenti mi sembra un caso analogo. E' infatti intuitivo che ci si trova di fronte ad un trattamento disparitario. Sarebbe interessante approfondire la questione magari anche con intervento successivo del Parlamento".