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Istruzione, l’allarme dei 600 professori

Ministro Fedeli: “il mio primo obiettivo è riformare le medie”.

06/02/2017
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Jobsnews

di Elisa Spadaro

Molti studenti alla fine del percorso scolastico scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Questa la denuncia di seicento docenti universitari, che, in un documento, definiscono diversi punti di crisi del sistema scolastico italiano.

Sul tema è intervenuta Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione: “me ne accorgo tutti i giorni e ne avevo consapevolezza prima di diventare ministra”, racconta Fedeli in un’intervista a La Repubblica. “Incontrerò a breve i promotori della raccolta delle seicento firme, ascolterò da loro quali sono i punti di crisi. Mi do quindici giorni di tempo, poi partirà il primo avviso pubblico per le competenze di base”, prosegue il ministro, per il quale il primo punto di crisi è “la scuola media, un problema conosciuto. Le elementari, in Italia, funzionano. È alle medie che dobbiamo far crescere la lettura, la scrittura, la capacità di sintesi. I nostri docenti delle superiori e gli esperti dell’Invalsi ci aiuteranno a capire. Abbiamo due deleghe aperte in Parlamento, sistema di valutazione e reclutamento. Se saremo rapidi si possono fare miglioramenti per metà marzo”.

L’intenzione, fa sapere la Fedeli, è quella di organizzare con il ministero dei Beni culturali, una promozione della lettura dei libri extrascolastici, e di portare, con la Federazione della Stampa, i giornali nelle classi. Un pensiero, doveroso, il Ministro lo rivolge a Tullio De Mauro, recentemente scomparso: “rilanceremo la sua figura, attiveremo uno studio vivo del suo pensiero didattico. Fu lui , in un incontro negli anni Ottanta, a farmi capire la necessità del buon italiano e di una sua diffusione corretta e capillare tra i giovani.”

Alla domanda su come siano stati i primi due mesi al ministero, risponde così: “difficili, faticosi. Ho guardato tutti i dossier aperti, li ho approfonditi con il dialogo, il più possibile li ho condivisi. Molte cose impostate dalla Buona scuola restano giuste, sto cercando di realizzarle con i necessari miglioramenti. Lavoriamo per avere tutti gli insegnanti necessari in classe a settembre”. Il mondo degli insegnanti “è molto segnato. Un passo dopo l’altro proviamo a ricucire e a tenere in equilibrio il diritto primario degli studenti con i diritti dei docenti”, conclude il Ministro.