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Insegnanti, maxiaumento in vista

da La Stampa Martedì, 30 Ottobre 2001 Insegnanti, maxiaumento in vista Fino a 700 mila in più a chi accetta di fare straordinari ROMA Se questa Finanziaria verrà votata così com'è, gli ins...

30/10/2001
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da La Stampa
Martedì, 30 Ottobre 2001
Insegnanti, maxiaumento in vista
Fino a 700 mila in più a chi accetta di fare straordinari
ROMA Se questa Finanziaria verrà votata così com'è, gli insegnanti italiani potrebbero trovarsi in busta paga fino a settecento mila lire al mese nette in più. Possibile? La notizia diffusa dalla Newsletter del mensile "Tuttoscuola", a prima apparenza sembrava inverosimile. E allora, ci siamo rivolti ai tecnici del ministero dell'Istruzione, per capire che fondamento avesse questa informazione. E la risposta è stata questa: "Sì, in effetti, gli insegnanti di scuola media e superiore che accetteranno di innalzare il loro orario di lavoro da 18 a 24 ore settimanali, con l'inserimento delle sei ore di straordinario, potranno avere una retribuzione aggiuntiva oraria pari a un diciottesimo dello stipendio". Dunque Tuttoscuola ha ragione e noi, allora, due conti li abbiamo fatti: ogni ora di straordinario verrebbe pagata all'incirca 50 mila lire lorde, e così - per esempio - un insegnante di scuola media che decida di insegnare fino a 24 ore a settimana riceverà a fine mese un compenso aggiuntivo che va, a secondo dell'anzianità, da un minimo di 580 mila lire lorde (e cioè 350 mila lire nette) a un massimo di un milione e 40 mila lire lorde (628 mila lire nette). Per un docente delle superiori invece, il corrispettivo sarebbe leggermente superiore: 580 mila lire lorde per chi è all'inizio della carriera (350 mila nette) e 1.108.000 lorde (670 mila lire nette) per chi è all'apice della carriera, una cifra dunque molto vicina alle 700 mila lire. Si tratterebbe, insomma, del più alto aumento che gli insegnanti abbiano mai avuto, superiore addirittura a quello - considerato leggendario - concesso nel 1990 dall'allora ministro Galloni insieme al suo collega della Funzione pubblica Paolo Cirino Pomicino. E' vero che si trattava di undici anni fa e che nel frattempo l'inflazione ha fatto il suo corso, ma allora si corrispose una cifra che era all'incirca un terzo di quelle attuali. Demagogia morattiana? Spesa pubblica pagata in disavanzo? No - spiegano al ministero - perché in realtà la scomparsa degli spezzoni di orario associata alla possibilità di incrementare il monte-ore lavorato, consente ai capi di istituto di disporre di un esubero di ore di lezione con cui coprire i buchi che un tempo avrebbero richiesto l'assunzione di supplenti. Dunque - è la tesi di Viale Trastevere - non solo non si gonfierebbe la spesa ma addirittura si introdurrebbero dei fattori di risparmio da orientare in direzione di quel ridimensionamento della spesa per il personale che ora assorbe il 98% del bilancio dell'Istruzione e che la signora ministro intende abbassare fino all'#3980;% nel corso della legislatura, per recuperare risorse da reinvestire nella qualità dell'istruzione. Certo, tutto questo è - per ora - solo una prospezione ipotetica, legata a due variabili: la prima è che la Finanziaria venga approvata in questo testo, la seconda è che gli insegnanti effettivamente rispondano all'opportunità loro offerta. La prima di queste variabili è di esito pressoché scontato, sulla seconda esistono invece perplessità, resistenze di origine sindacale e inerzie consolidate. Ciò nonostante, la signora Moratti ha avanzato una proposta che, in linea di principio, è difficile non accogliere: io non vi posso dare grandi aumenti ma sono disposta a pagare bene chi lavora di più. Secondo alcune indiscrezioni che abbiamo raccolto, sarebbe stata proprio questa proposta - furba e diplomatica allo stesso tempo - a spaccare il fronte sindacale nella riunione del 25 ottobre, quando la Cgil insieme alla Gilda decise di confermare lo sciopero già annunciato e di fissarlo per il 9 novembre, mentre Uil e Cisl optarono per una sola ora di sciopero (per il 12 novembre) unicamente per incalzare il governo sulla questione del recupero dell'inflazione che riguardava la scuola così come tutto il pubblico impiego. Lo Snals, per contro, abbandonò ogni ipotesi di sciopero, ritenendosi appagato dal fatto che la maggior parte delle istanze sollecitate presso il ministro erano state sostanzialmente accolte. Qualcuno dice che la Moratti abbia tagliato l'erba sotto i piedi del sindacato, concedendo più di quanto richiesto e rimuovendo all'origine i motivi del contendere. Ma la Cgil, che è il più influente sindacato nella scuola, non concorda con questa linea di intervento economico. Chiede più risorse, l'equiparazione degli stipendi (e non degli straordinari) ai parametri europei (con un incremento di circa il 15%) e si pone la questione dei precari che rischiano un più lento riassorbimento nei ranghi. Il ministro Moratti ha vinto un match. L'incontro-scontro continua.
Raffaello Masci


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