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Innovazione e merito le carte del ministro "Quel miliardo serve"

Ricorderò questa mattina per tutta la vita», commenta a caldo il nuovo ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.

29/12/2019
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La Stampa

roberto giovannini
roma
«Ricorderò questa mattina per tutta la vita», commenta a caldo il nuovo ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. Il rettore dell'Università Federico II di Napoli ieri mattina – dopo la telefonata del premier Conte – ha mantenuto il programma che prevedeva la cerimonia della firma di un accordo istituzionale delle due cattedre Unesco della Campania nell'Aula magna dell'ateneo. «Sono rimasto molto sorpreso quando Conte mi ha chiamato per informarmi, ma sono felice - dice - che l'annuncio avvenga in quella che considero casa mia».
Nato a Ottaviano, in provincia di Napoli, 55 anni, ingegnere, Manfredi oltre a dirigere il prestigioso ateneo napoletano dal 2014, dal 2015 ha presieduto la Conferenza dei rettori delle università italiane. Sposato, con una figlia, 20 anni di carriera da professore - sempre alla Federico II, dove nel 1988 si era laureato con 110 e lode - è autore di nove libri e oltre 400 pubblicazioni scientifiche. Da sempre si occupa di ricerca nel campo dell'ingegneria sismica: comportamento delle strutture murarie tradizionali, strutture in materiale polimerico e composito, rischio sismico di impianti industriali, sistemi di monitoraggio avanzati, vulnerabilità e riabilitazione dei beni culturali, innovazione tecnologica nell'ingegneria strutturale. È stato coordinatore e responsabile di molti progetti scientifici finanziati dall'Ue, dal Miur, dal Cnr, dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
La nomina di Manfredi è molto gradita al Partito democratico. Il nuovo ministro non si è mai impegnato politicamente, ma è certamente vicino al Pd; suo fratello, Massimiliano Manfredi, è stato a lungo dirigente dem e deputato tra il 2013 e il 2018. La sua nomina è stata accolta peraltro con plauso anche da molti esponenti del partito di Matteo Renzi.
Certamente il nuovo ministro conosce perfettamente – avendo trattato molte questioni dal versante dei rettori, oltre ad aver collaborato in diverse occasioni con i titolari del ministero che oggi dirige – i problemi davvero drammatici che vive il mondo dell'università nel nostro Paese. Già dalle sue prime parole è facile immaginare quali saranno le linee direttrici che cercherà di concretizzare nel corso del suo mandato: l'ingresso di giovani di qualità nell'università, un forte processo di innovazione, la riduzione del divario che separa gli atenei del Nord da quelli del Sud, e dunque la battaglia per accrescere le risorse destinate dallo Stato. «Servono più fondi – ha detto al termine della cerimonia di ieri mattina – conosciamo bene la situazione difficile della finanza pubblica, ma università e ricerca non possono essere la Cenerentola del Paese. Occorre un grande investimento sui giovani, affinché le migliori energie italiane e anche estere trovino casa nei nostri atenei e nei nostri enti di ricerca».
Come rettore della Federico II, Manfredi ha tenuto a battesimo a Napoli la nascita della Apple Academy, con sede a San Giovanni a Teduccio. «L'università - ricorda - è oggi un driver di primaria importanza per attrarre investimenti e creare occasioni di lavoro qualificate». Sulla questione dei fondi all'università Manfredi si dice «convinto che il presidente Conte sosterrà queste richieste per fare in modo che poi si possano realizzare delle cose concrete». In una recentissima intervista, il neoministro aveva difeso le ragioni del suo predecessore, Lorenzo Fioramonti, e definito come «priorità indispensabile» un Piano straordinario pluriennale per i ricercatori, per garantire nuovi ingressi di giovani di qualità e rientri dall'estero. Ancora, la necessità di risorse a copertura delle esenzioni delle tasse universitarie per i meno abbienti. «Quel miliardo che manca - aveva affermato - è il gradino minimo da cui riguadagnare prospettiva». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

roberto giovannini
roma
«Ricorderò questa mattina per tutta la vita», commenta a caldo il nuovo ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. Il rettore dell'Università Federico II di Napoli ieri mattina – dopo la telefonata del premier Conte – ha mantenuto il programma che prevedeva la cerimonia della firma di un accordo istituzionale delle due cattedre Unesco della Campania nell'Aula magna dell'ateneo. «Sono rimasto molto sorpreso quando Conte mi ha chiamato per informarmi, ma sono felice - dice - che l'annuncio avvenga in quella che considero casa mia».
Nato a Ottaviano, in provincia di Napoli, 55 anni, ingegnere, Manfredi oltre a dirigere il prestigioso ateneo napoletano dal 2014, dal 2015 ha presieduto la Conferenza dei rettori delle università italiane. Sposato, con una figlia, 20 anni di carriera da professore - sempre alla Federico II, dove nel 1988 si era laureato con 110 e lode - è autore di nove libri e oltre 400 pubblicazioni scientifiche. Da sempre si occupa di ricerca nel campo dell'ingegneria sismica: comportamento delle strutture murarie tradizionali, strutture in materiale polimerico e composito, rischio sismico di impianti industriali, sistemi di monitoraggio avanzati, vulnerabilità e riabilitazione dei beni culturali, innovazione tecnologica nell'ingegneria strutturale. È stato coordinatore e responsabile di molti progetti scientifici finanziati dall'Ue, dal Miur, dal Cnr, dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
La nomina di Manfredi è molto gradita al Partito democratico. Il nuovo ministro non si è mai impegnato politicamente, ma è certamente vicino al Pd; suo fratello, Massimiliano Manfredi, è stato a lungo dirigente dem e deputato tra il 2013 e il 2018. La sua nomina è stata accolta peraltro con plauso anche da molti esponenti del partito di Matteo Renzi.
Certamente il nuovo ministro conosce perfettamente – avendo trattato molte questioni dal versante dei rettori, oltre ad aver collaborato in diverse occasioni con i titolari del ministero che oggi dirige – i problemi davvero drammatici che vive il mondo dell'università nel nostro Paese. Già dalle sue prime parole è facile immaginare quali saranno le linee direttrici che cercherà di concretizzare nel corso del suo mandato: l'ingresso di giovani di qualità nell'università, un forte processo di innovazione, la riduzione del divario che separa gli atenei del Nord da quelli del Sud, e dunque la battaglia per accrescere le risorse destinate dallo Stato. «Servono più fondi – ha detto al termine della cerimonia di ieri mattina – conosciamo bene la situazione difficile della finanza pubblica, ma università e ricerca non possono essere la Cenerentola del Paese. Occorre un grande investimento sui giovani, affinché le migliori energie italiane e anche estere trovino casa nei nostri atenei e nei nostri enti di ricerca».
Come rettore della Federico II, Manfredi ha tenuto a battesimo a Napoli la nascita della Apple Academy, con sede a San Giovanni a Teduccio. «L'università - ricorda - è oggi un driver di primaria importanza per attrarre investimenti e creare occasioni di lavoro qualificate». Sulla questione dei fondi all'università Manfredi si dice «convinto che il presidente Conte sosterrà queste richieste per fare in modo che poi si possano realizzare delle cose concrete». In una recentissima intervista, il neoministro aveva difeso le ragioni del suo predecessore, Lorenzo Fioramonti, e definito come «priorità indispensabile» un Piano straordinario pluriennale per i ricercatori, per garantire nuovi ingressi di giovani di qualità e rientri dall'estero. Ancora, la necessità di risorse a copertura delle esenzioni delle tasse universitarie per i meno abbienti. «Quel miliardo che manca - aveva affermato - è il gradino minimo da cui riguadagnare prospettiva». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

roberto giovannini
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«Ricorderò questa mattina per tutta la vita», commenta a caldo il nuovo ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. Il rettore dell'Università Federico II di Napoli ieri mattina – dopo la telefonata del premier Conte – ha mantenuto il programma che prevedeva la cerimonia della firma di un accordo istituzionale delle due cattedre Unesco della Campania nell'Aula magna dell'ateneo. «Sono rimasto molto sorpreso quando Conte mi ha chiamato per informarmi, ma sono felice - dice - che l'annuncio avvenga in quella che considero casa mia».
Nato a Ottaviano, in provincia di Napoli, 55 anni, ingegnere, Manfredi oltre a dirigere il prestigioso ateneo napoletano dal 2014, dal 2015 ha presieduto la Conferenza dei rettori delle università italiane. Sposato, con una figlia, 20 anni di carriera da professore - sempre alla Federico II, dove nel 1988 si era laureato con 110 e lode - è autore di nove libri e oltre 400 pubblicazioni scientifiche. Da sempre si occupa di ricerca nel campo dell'ingegneria sismica: comportamento delle strutture murarie tradizionali, strutture in materiale polimerico e composito, rischio sismico di impiant


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