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"Incostituzionale", tegola sul concorso da 84mila docenti

I giudici amministrativi chiamano in causa la Consulta: dubbi di legittimità sulla prova riservata agli abilitati

01/09/2018
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la Repubblica

Corrado Zunino

Alla vigilia del nuovo anno scolastico il Consiglio di Stato terremota i concorsi della scuola destinati ai docenti precari. La ex ministra Valeria Fedeli e poi direttamente il ministro Marco Bussetti ne avevano varati tre, da svolgere nel 2018 e nel 2019. Il primo è in corso e, da solo, vede 83.625 domande di partecipazione. Il secondo, voluto dal governo Gentiloni, è stato congelato dal ministro in carica, ma potrebbe avere numeri superiori. Il terzo si farà alla fine dell’anno scolastico 2018-2019 e riguarda 50mila diplomati magistrali. Ora, tutti e tre, sono messi in discussione.

Ieri, con un’ordinanza cautelare, il presidente della sesta sezione del Consiglio di Stato, Sergio Santoro, si è espresso sui primi dieci provvedimenti presentati da studi legali e sindacati (sono ottanta in tutto) e, stoppando precedenti decreti del Tar del Lazio, ha sentenziato che diverse categorie di precari esclusi potranno essere ammesse con riserva al concorso per abilitati che si sta svolgendo dal 15 maggio scorso. Nell’allargare la possibilità di partecipazione anche ai cosiddetti " non abilitati" — dottori universitari, insegnanti tecnico pratici, docenti dell’alta formazione musicale, gli Isef dell’educazione fisica, gli insegnanti di Italiano per stranieri, gli abilitati all’estero — il Consiglio di Stato ha sollevato la questione di legittimità costituzionale di questo concorso per abilitati, di fatto una prova orale per i precari di seconda fascia. L’atto di rimettere alla Corte costituzionale la bontà, o meno, della prova è forte e si riverbera sul bando allestito direttamente dal governo in carica: il concorso non selettivo, appunto, che a giugno sistemerà nelle graduatorie di merito i diplomati magistrali con almeno due anni di insegnamento (più alcuni laureati di Scienze della formazione primaria), in vista dell’assunzione in cattedra.

L’ipotesi del Consiglio di Stato è che l’indizione di un concorso riservato ad abilitati sia discriminatoria verso altre categorie di precari della scuola. Se questa interpretazione fosse fatta propria dalla Corte costituzionale ( serve almeno un anno), il ministero dell’Istruzione dovrebbe mettere la parola fine ai concorsi facilitati che hanno provato — tra centinaia di ricorsi — a mettere ordine nella galassia precaria della scuola italiana. Gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, patrocinatori dei laureati con dottorato, commentano: «Questa ordinanza rappresenta il naufragio dei concorsi riservati nella scuola».


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