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In classe dopo Pasqua, le condizioni dei presidi: «Tamponi a tappeto» `

Sarà necessario dare alle scuole la sicurezza che non ci siano ancora nuovi blocchi e poi altre ripartenze:

25/03/2021
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Il Messaggero

L'intenzione di riaprire le scuole dopo Pasqua c'è. Spetta ai contagi l'ultima parola, come sempre, ma questa volta non sarà sufficiente indicare la data di riapertura. Sarà necessario dare alle scuole la sicurezza che non ci siano ancora nuovi blocchi e poi altre ripartenze: «Non si può continuare così tuonano i dirigenti scolastici - servono certezze». 
LA PRIORITÁPer il momento la linea comune nella maggioranza è di riportare in presenza, a partire dal 7 aprile, tutti i bambini dall'asilo al primo anno di scuola media, anche nelle zone rosse. Sul tema è tornato anche il premier Draghi e la scuola in presenza, per i piccoli, è una priorità. Resta invece l'incognita sulla seconda e terza media e sulle scuole superiori dove si potrebbe riprendere la didattica in presenza solo per il 50%. Ma si tratta di un aspetto da vedere soprattutto al tavolo delle Regioni. 
Intanto sperano di passare, già da lunedì, dalla zona rossa a quella arancione almeno tre Regioni, vale a dire Lazio, Toscana e Veneto dove la curva dei contagi lascia ben sperare. Ma per il ritorno delle lezioni in presenza si dovrà aspettare comunque fino a dopo Pasqua. Nel dibattito che va avanti ormai da mesi, sulla sicurezza negli ambienti scolastici e sulla possibilità che possano verificarsi contagi tra i banchi, resta inascoltata la richiesta dei presidi che da settembre invocano un vero e proprio screening tra la popolazione studentesca. 
«Questa volta va fatto seriamente - spiega Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi con tamponi a tappeto tra studenti e docenti. Ci sono le varianti e vanno intensificati i controlli. Lo chiediamo dall'inizio dell'anno, anche con gazebo della protezione civile nelle scuole, ma non è stato fatto». 
Il tema delle varianti è in primo piano: dipende probabilmente da loro l'aumento dei contagi anche tra i giovani, con una crescita della curva che ha di fatto imposto la chiusura degli istituti in quasi tutta Italia.
DIDATTICA PENALIZZATAPer la scuola, quindi, rappresentano ora il tallone d'Achille: «Ogni istituto dovrebbe essere adottato dalla protezione civile per effettuare i tamponi quando servono spiega Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl scuola altrimenti il tracciamento non esiste e soprattutto le quarantene vanno avanti per giorni e giorni inutilmente, solo perché non arriva l'esito del tampone. Si perdono giorni di scuola e si rischia di tornare a breve giro ad una nuova chiusura: questo stop and go continuo non fa bene alla didattica».
La didattica risente inevitabilmente di un'organizzazione scolastica in continuo cambiamento. Ed è proprio su questo aspetto che pongono ora l'accento i dirigenti: «Aspetteremo le decisioni del Cts per sapere quali regole dovremo seguire per riaprire le scuole continua Giannelli ma è importante che queste indicazioni arrivino almeno una settimana prima della data di riapertura. Serve il tempo necessario per organizzare la scuola, soprattutto nel caso in cui dovesse servire maggior distanziamento in classe. Siamo preparati ad un metro di distanza, se dovesse essere superato dovremmo riorganizzare tutto. Ed è necessaria almeno una settimana di tempo. Alzeremo le difese, se serve utilizziamo anche mascherine più protettive. Ma bisogna procedere più velocemente possibile con la campagna vaccinale tra il personale scolastico». 
IL CALENDARIO VACCINALEI vaccini tra i docenti vanno avanti, ieri il ministro all'istruzione Patrizio Bianchi, rispondendo al question time in Parlamento, ha assicurato che è stata vaccinata oltre la metà del personale scolastico. Per la Cisl però è importante prevedere un cronoprogramma molto accurato per i docenti affinché la seconda dose non cada a metà giugno, con gli esami di Stato in corso: se si dovessero ripetere le assenze, dovute agli effetti collaterali, come sta avvenendo per la prima dose sarebbe impossibile svolgere gli esami. 
Lorena Loiacono 
 


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